In Italia ci sono 2 milioni di cani fantasma

 

Due milioni di cani assenti all’anagrafee71.000 abbandonati. Questo quanto emerso dal 12esimo rapporto nazionaleAnimali in Città, presentato daLegambienteil 27 luglio 2023, in occasione della Giornata Internazionale del cane randagio. Il report ha fatto il punto sulle performance deiComunie delleAziende sanitarienella gestione degli amici a quattro zampe nei centri urbani del Paese, evidenziando diverse criticità. Il primo allarme riguardal’anagrafe canina. I dati disponibili, riferiti al 2022, dicono che mancano all’appello tra i 400.000 e i 700.000cani vaganti, insieme a 200-350.000randagi, per un totale di almeno2 milioni di animali. Il problema è più rilevante in 5 regioni del centro-sud: Sicilia, Campania, Calabria, Puglia e Lazio. Icani continuano anche a essereabbandonati, soprattutto d’estate: in tutta la penisola attualmente questa sorte è toccata a71.000di loro. Un’altra tendenza preoccupante riguardail calo delleadozioni dai canili: la flessione prosegue dalla fine della pandemia, passando dal 53% del 2020 al 41% nel 2022 (-12%). Probabilmente su questo pesa anche il fatto che appena il 7,4% dei Comuni abbia regolamentato possibiliagevolazioni fiscali per le adozionie solo il 6% dei municipi preveda aiuti o oneri fiscali. Per quanto concerne lagestione degli animali d’affezione, quasi il 95% delleaziende sanitarierealizza performance sufficienti mentre la quota si ferma sotto il 40% per iComuni. Occorre però precisare che, ai questionari inviati da Legambiente usati per stilare il report, hanno risposto in modo completo solo 552 amministrazioni locali su 7.904, tra le quali 57 capoluoghi di provincia pari al 53% dei Comuni capoluogo italiani, e 38 Aziende sanitarie su 112 esistenti. A fronte di unacrescente spesa pubblicanel settore, corrispondente nel 2022 a 229 milioni di euro, il quadro non fotografa una gestione efficiente. Basti considerare che questi fondi equivalgono a circa 6 volte la somma impegnata nella gestione di tutti i 24parchi nazionalie addirittura a 30 volte quella destinata alle 27aree marine protette. Fortunatamente però esistono anche realtà positive, insignite del premioAnimali in Città 2023. I riconoscimenti sono andati a Modena, Verona e alla new entry Ferrara. Milano è la metropoli più virtuosa ma hanno ottenuto ottimi riscontri anche Ausl Toscana Centro, Asl Vercelli e Ats Brescia. Nel complesso servirebbero più controlli, un monitoraggio maggiore e una regolamentazione ad hoc. In tal sensole proposte e richieste dell’associazione ambientalistasono chiare: in primis, assumere 10.000 veterinari pubblici a tempo indeterminato entro il 2030 e rendere operativo in tutte le regioni d’Italia ilSistema Informativo nazionale degli Animali da Compagnia(SINAC), ovvero l’anagrafe unica obbligatoria per tutti gli animali d’affezione. In particolareLegambienterivolge un appello alle autorità del Paese, attraverso la dichiarazione diEnrico Fontana, responsabile Osservatorio nazionale ambiente e legalità: «Al Governo Meloni e al Parlamento chiediamo di dare concreta attuazione a quanto stabilito dal nuovoarticolo 9 della Costituzione, approvato all’unanimità nel febbraio del 2022 in cui si afferma che la legge disciplina i modi e le forme della tutela degli animali. Vanno in questa direzione tutte le misure necessarie per una piena ed effettiva applicazione dei principi stabiliti conla strategia One Health, ribadita con chiarezza dal Parlamento europeo con la risoluzione adottata lo scorso 12 luglio. Ma è altrettanto importante sbloccare proposte di legge, come quella promossa dell’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell’ambiente, con la quale si inaspriscono le sanzioni, come chiede da anni Legambiente nel suo RapportoEcomafia,contro il bracconaggio e chi abbandona, maltratta e uccide gli animali».