Tunisia: i migranti sono vittime (anche) del caldo

 

Lunedì la temperatura aTunisiha raggiunto i50 °C. Il giorno prima ne ha toccati 45. Il Paese, che sorge nella regione del Maghreb, sta vivendoun’ondata di caldo soffocante, con temperature impossibili da sopportare. Imigrantiche provengonodall’Africa sub-saharianasono accampati in tende sparse per la capitale, ma il pavimento rovente e il calore incessante non li fa dormire. Un centinaio di persone stanno cercando di trovare un postofuori dagli uffici dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nella capitale tunisina, ma il caldo le opprime. Molti,raccontaAl Jazeera, si lamentano del terreno che raramente si raffredda, perché continua atrattenere il calore accumulato durante il giorno, lasciando ai loro corpi poche possibilità di riprendersi dal caldo intenso: questo aumenta il rischio di ictus e del cosiddettoesaurimento da calore, che si verifica con un’eccessiva perdita di sali e liquidi, e che può provocare anche svenimento o collasso. Nella classifica stilata quotidianamente dal sitoEl Dorado Weather, che indica le 15 località più calde nel mondo, quelle tunisine occupano almeno 3 posizioni ogni giorno: martedì al quarto posto c’era Gabes, nel sud-est della Tunisia, al sesto la centrale Kairouan, mentre in penultima posizione c’era Enfidha, nel nord-est. Letemperature oscillavano tra i 47.7 °C e i 48.9 °C.Si tratta di cifre che superano la media stagionale di almeno 5-10 °C. A fine marzo il Paese ha vissutola peggiore siccità mai registratae ha dovuto interrompere l’erogazione dell’acqua ai cittadini per almeno 7 ore a notte, oltre a vietare di utilizzare quella potabile per irrigare i terreni agricoli o gli spazi verdi, lavare le macchine o innaffiare le piante. I migranti che sono stati cacciati dal principale punto di partenza dell’emigrazione clandestina verso l’Europa, Sfax, e chesecondo numerose Ongche operano in Africa, sarebbero stati guidati dalla polizia tunisina e abbandonati vicino alla Libia a est e all’Algeria a ovest,lasciati senza acqua, né cibo o riparo. Secondo gli attivisti, da 100 a 150 persone sono state abbandonate venerdì nelle zone desertiche al confine tra Libia e Tunisia. Alcunivideopostati sui social dalle guardie di frontiera libiche mostrano le operazioni di soccorso condotte in quelle zone: si vedonocadaveri nel deserto, persone che camminano sotto il sole cocente implorando un po’ d’acqua.Secondolo studiopubblicato suNaturesarebbero 61.672 le persone morte per cause legate al caldo in Europa tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022, con i tassi più alti nella regione del Mediterraneo. «Il numero dei migranti aumenta ogni giorno»,ha spiegatoall’AFPil tenente Mohamad Abou Snenah, membro di una brigata che effettua pattugliamenti di frontiera. Vicino ad Al’Assah, a circa 150 km a sud-ovest di Tripoli e a circa 15 km all’interno del territorio libico «abbiamo salvato tra i 50 e i 70 migranti. Offriamo loro cure mediche, pronto soccorso, considerando il viaggio che hanno fatto attraverso il deserto». Ma non è chiaro se queste persone siano quelleespulse dalle stesse forze dell’ordine tunisine e abbandonate al confine con la Libia: in seguito agli scontri che hanno provocato la morte di un tunisino il 3 luglio a Sfax, centinaia di migranti africani sono stati cacciati dal Paese. 13 giorni dopo la Tunisia ha firmatoun accordo con l’Unione europeaper ricevere finanziamenti in cambio diuna migliore sorveglianza dei suoi confini: il Governo di Tunisi dovrà utilizzare quei fondi per l’addestramento e l’equipaggiamento delle autorità di frontiera. Ma i trattamenti disumani starebbero continuando. Anche ora che le temperature stanno sfiorando valori mai registrati.