Italo Calvino era uno scrittore ecologista

 

Rapporto uomo-natura, disastro urbanistico, inquinamentoealienazione dell’individuo in città sempre più industrializzate. Sono questi alcuni dei temi centrali delle opere diItalo Calvino, uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento, tradotto in tutto il mondo edi cui quest’anno si celebra il centenario della nascita(1923-1985). Figlio di un noto agronomo e di una botanicadi grande valore, ha riportato nella sua produzione letteraria unaparticolare attenzione all’ecologia, intesa come relazione tra la dimensione antropologica e quella naturale, dove l’essere umano è solo una delle specie che popolano il pianeta Terra. Grandi spunti di riflessione pongono, a esempio, le pagine deLe città invisibili, libro pubblicato nel 1972 che racconta con grande potenza evocativa55 ritratti dicittàimmaginarieche in alcuni passaggi risultano profondamente attuali, come nel caso di Leonia, città simbolo della civiltà consumistica che in quegli anni cominciava a incidere sulla quotidianità delle persone. Così scrive Calvino: “Ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio”, mettendo in luce unasocietà tanto effimera quanto fragile, animata di beni percepiti come necessari ma in realtà superflui e dalleabitudini consumistichedi cui oggi siamo quasi assuefatti e la cui “opulenza si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana”. Italo Calvino racconta quindi unsistema capitalistico che soppianta l’Italia contadina, quella fatta di aratri, mietiture, sudore, canti e riti legati al raccolto, esaltata daPier Paolo Pasolini, altro importante esponente culturale del Novecento, che scriverà: “Calvino non inventa nulla, tanto per inventare: semplicemente si concentra su un’impressione reale – uno dei tanti choc intollerabili, che meriggi o crepuscoli, mezze stagioni o canicole ci causano negli angoli più impensati o più famigliari delle città note o ignote in cui viviamo”. NeIl Barone Rampante, romanzo del 1957, il protagonista Cosimo, decide di viveresu un alberoda cui non scenderà più, dando vita a un avvincenteracconto legato alla sinergia tra uomo e natura, ambientato nel ‘700, fase storica in cui avviene la frattura tra lacoscienza umana e contesto naturale. NeLa Nuvola di Smog(1958) un giornalista, senza nome e né volto, avrà l’arduo compito di scrivere un articolo sullo smog, impresa che gli risulterà difficile perché ormai adattato al grigiore urbano. E ancora, inRitratto su Misuradel 1960 l’autore racconterà l’esperienza partigiana che sarà al centro di molte altre opere: “La guerra partigiana si svolgeva negli stessi boschi che mio padre m’aveva fatto conoscere fin da ragazzo; approfondii la mia immedesimazione in quel paesaggio e vi ebbi la prima scoperta del lancinante mondo umano”. Attento e profondo osservatore,quest’anno il Paese lo celebreràne “la casa dei suoi libri”, come ha detto la figlia Giovanna riferendosi allaBiblioteca Nazionale di Roma, attraversando il suo pensiero, anche in termini di ecologia. La stessa cosa ha fatto laScuola Normale di Pisacon seminari aperti a tutte le scuole di ogni ordine e grado, raccontando i suoi luoghi, come Sanremo, cittadina ligure che gli ha dedicato un percorso. Alle Scuderie del Quirinale, è prevista l’apertura di unamostra a ottobre 2023.