L’India è partita. Verso la Luna
Alle 11:03 di questa mattina, ora italiana,il razzo Chandrayaan-3è decollatodalla principale base di lancio indiana nello stato centro-meridionale dell’Andhra Pradesh. Erano le 14:35 locali quando una folla, riunita al Satish Dhawan Space Center a Sriharikota, ha assistito alla partenza senza intoppi delLaunch Vehicle Mark III, o LVM3, che misura 43,5 metri e chesi prevede raggiungerà la Luna il 23 agosto. Poco prima del lancio, il primo ministro Narendra Modiha dichiaratoche questo giorno «sarà sempre scolpito a caratteri cubitali nel settore spaziale indiano». Dopo il decolloha scrittosul suo profiloTwitter: “Chandrayaan-3 scrive un nuovo capitolo dell’odissea spaziale indiana. Vola in alto, elevando i sogni e le ambizioni di ogni indiano. Questo importante risultato è una testimonianza dell’inesorabile dedizione dei nostri scienziati. Rendo omaggio al loro spirito e ingegno!”. Chandrayaan-3 è composto da un lander, che prende il nome dal verbo inglese “to land”, atterrare, ed è un tipo di navicella spaziale che effettua la discesa e sosta sulla superficie di un corpo celeste; da un modulo di servizio, che prima del rientro in atmosfera viene solitamente staccato e abbandonato, e un rover, un veicolo a ruote che verrà utilizzato per esplorare la Luna. Lo scopo della missione èatterrare in sicurezza sullasuperficie lunare, nella zona del Polo Sud,raccogliere dati e condurre una serie di esperimenti scientificiper saperne di più sulla composizione del satellite. A 4 anni dal precedente tentativo fallimentare di raggiungere il satellite, New Delhi punta ad aggiungersi alle tre potenze che finora hanno completato con siccesso gli allunaggi:Stati Uniti, Cina e l’ex Unione Sovietica. L’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale – Isro – “sta varcando nuove frontiere dimostrando un atterraggio morbido sulla superficie lunare con il suo modulo. Si prevede che sarà di supporto alle future missioni interplanetarie dell’Isro”,ha spiegato nella brochure della missionel’agenzia spaziale nazionale dell’India. “Inoltre, il dispiegamento di un rover e di esperimenti scientifici sul posto raggiungerà nuovi traguardi nelle spedizioni lunari. Sì, l’Isro sta avvicinando la Luna a noi”. Nelle prossime settimane,spiegailNew York Times, il veicolo spaziale eseguirà una serie di accensioni del motore per allungare la sua orbita prima di dirigersi verso la Luna (la traiettoria della navicella è ben visibilenella brochure). L’atterraggio senza complicazioni è molto complesso e molte missioni spaziali precedenti hanno fallito: è accaduto alle prime dueChandrayaan – termine che in sanscrito significa “navicella lunare”, entrambe, come la terza missione, senza equipaggio. LaChandrayaan-1, lanciata nel 2008, è durata meno di un anno: nel 2009 la stazione di controllo ha perso il contatto con la sonda e la missione è stata dichiarata conclusa. Nel corso dellaChandrayaan-2, decollata con successo il 22 luglio 2019, il veicolo spaziale è entrato con successo in orbita attorno allaLuna, ma poi si è schiantato sulla superficie lunare. Lo scopo della missione era studiare i crateri lunari permanentemente in ombra che si ritiene contengano depositi d’acqua, come confermato dalla missione del 2008. Il razzo Chandrayaan-3è stato costruito con un budget inferiore a 75 milioni di dollari(circa 66,8 milioni di euro). Si tratta della prima grande missione del Paese da quando il governo guidato da Modi ha annunciato politiche per promuovere gli investimenti nei lanci spaziali privati: dal 2020, quando il Paese ha dato il via ai lanci privati, il numero di start-up spaziali è più che raddoppiato. Nel 2014 l’India è diventata il primo paese asiatico a mettere in orbita un satellite attorno a Marte. Tre anni dopo, la sua agenzia spaziale ha lanciato 104 satelliti in un’unica missione. A luglio, l’India è diventata il 27° paese a firmare gliAccordi Artemiscon gli Stati Uniti, che mirano a far atterrare i primi astronauti su Marte e su altri pianeti. La Nasa e l’Isro hanno anche concordato di lanciare una missione congiunta verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) nel 2024.