Ecologia del pensiero: conversazioni con una mente inquinata

 

Nel periodo post pandemico la scrittriceAnna Lisa Tota viene mossa da unasensazione di ribellionenei confronti dei paradigmi asettici ed emulativi a cui la società contemporanea ci sottopone, e decide di mettere sotto indagine ilflusso del nostro pensare quotidiano. Un lavoro che riflette la profondainterconnessione tra mente e spazio esternoe che pone al centro la distinzionepaesaggio naturale(pura selezione del nostro occhio) epaesaggio mentale(struttura in cui sono imbrigliati i pensieri). Da questa riflessione è nato il libroEcologia del pensiero, che propone eco-parole ed eco-pensieri e cerca dimettere in evidenza quanto l’inquinamentodel mondo non concerni solo l’ambiente, ma anche l’immensa vastità di pensieri che elaboriamo ogni giorno. La nostra soggettività abita in unluogo organizzato dai canoni di bellezza individuali, un luogo incantevole e punto di incontro di benessere, creatività, equilibrio e interiorità, dove l’io simbolico attraversa i confini corporei fino a proiettare le proprie convinzioni e valori. Forme di inquinamento mentale L’esposizione sociale ci rendepermeabili adatteggiamenti talvolta inquinantiche possono includere tematiche che producono vere e proprieculture tossiche. Una di queste forme di contaminazione è l’inquinamento della parola, quel potente veicolo manipolatorio in grado di costruire scenari irreali attraverso micro aggressioni verbali. Citando la penna di Marcel Proust, l’autrice ci ricorda quanto il variare delle nostresceneggiature mentalipreveda il dilagare sul presente fattodi ansie e preoccupazioniancorate a un futuro prossimo: “Siamo il bersaglio di un flusso continuo di parole e conversazioni, che spesso sono tossiche e indigeste per le nostre soggettività. Questi flussi si appropriano della nostra identità e della percezione che abbiamo di noi stessi fino a inibirci”. Tutto questo consegue la creazione diforme patologiche di comportamento, le quali sono un effetto immediato delle logiche della società dei consumi; siamo abituati a pensare ilmercato come soluzione nella vita quotidiana, considerando che ogni problema oggi sia monetizzabile. Come afferma Alejandro Diaz “Happiness in expensive”; ma perché i rimedi ai problemi che incontriamo nel quotidiano devono trovarsi per forza nel mercato? La mente ecologica Per pensare in maniera ecologica, l’ambiente esterno diventa lo spazio nel quale intrecciare l’armonia dei propri pensieri, comela casa che diventa l’io moraledi ciascuno di noi. Emanuele Coccia sostiene che “abbiamo bisogno di pensare lacasa: viviamo nell’urgenza di fare di questo Pianeta una vera e propria dimora, o meglio, di fare della nostra abitazione un vero pianeta, uno spazio capace di accogliere tutte e tutti”. L’orrido che soggiace al nostro benessere quotidiano è estromesso dal discorso sociale e, di conseguenza, risulta celato anche al nostro sguardo. Si pensi allamercificazione dei corpi animalicome il pollo, destinato unicamente a diventare cibo senza godere della possibilità di vivere una vita. Pensando alpollocome mero cibo di consumo per i supermercati, la moralità del pensiero ecologico contrasta drasticamente con talevalore strumentale del corpo animale. La mente ecologica tende a evitare di produrre e consumare ogni forma diinquinamento simbolico e ambientale. Per quanto risulti impensabile salvare il Pianeta da soli,possiamo alleggerire il nostro comune destino a partire da un gesto gentile, esercitando un potere rivolto al bene comune con la consapevolezza diessere una fra le molteplici specie viventi. La sacralità della natura Fin dal Romanticismo,le arti visive considerano la natura come uno spazio sacro, una prerogativa che il poeta Andrea Zanzotto ci ha trasmesso attraverso l’idea di un paesaggio che abita l’interiorità di un individuo, con la natura che diviene lo spazio in cui il sacro si manifesta e di conseguenza, il paesaggio naturale il luogo dell’anima per eccellenza. Se la natura evoca il sacro e contrasta ogni riduzione del vivente a merce di scambio e a fini strumentali, di fronte allo stato di prigionia delle logiche di mercato, l’autrice si domanda: “Ma non sarebbe più facile non produrla tutta questa plastica? Possibile che tutta questaenfasi sul cittadino consumatore finalenon diventi un’ulteriore strategia per celare l’identità dei veri responsabili, coloro che preferiscono continuare a inquinare e guadagnare? I poeti hanno ragione: abbiamo urgentemente bisogno di condividere tutti una visione sacra della Terra, dove il rispetto e la cura del vivente in ogni sua forma siano rimessi al centro”. L’intento di Anna Lisa Tota è diinterloquire con i pensieri del lettorein base alle idee che quella lettura produce nella mente di chi sta leggendo. Ilpensiero ecologicopuò iniziare soltanto dentro di noi,a partire dalle nostre ideee non da quelle che si leggono in un libro; ciò nonostante, la lettura può forgiare la nostra soggettività. Ecologia del pensieroè un contributo alfuturo dei nostri sognie richiede l’assunzione individuale e collettiva di molteplici responsabilità.