La Packaging Valley Emiliana, il regno degli imballaggi

Dopo la rivoluzione industriale, con il massiccio utilizzo delle macchine e dell’automazione, e con l’arrivo del boom economico e della crescita degli scambi commerciali transfrontalieri, si è resa sempre più evidente l’esigenza diproteggere la qualità dei prodottidurante le varie tappe della filiera industriale. Proprio a questo scopo si sviluppa ilpackaging, ossia la capacità di creare involucri e imballaggi di varie misure e formati in grado non solo di custodire e mantenere integre le capacità del bene ma anche dirappresentare uno spazio pubblicitarioesteticamente efficace per lariconoscibilitàdel prodotto stesso. In una parte di territorio che si estendeda Bologna fino a Reggio Emiliaè presente oggi lapiù grande concentrazione europeadi industrie attive nellaproduzione di macchinari per il confezionamento e imballaggiodi prodotti. La chiamanoPackaging Valley Emiliana(con il chiaro riferimento alla parte meridionale dell’area metropolitana della baia di San Francisco, che rappresenta il centro globale della tecnologia e dell’innovazione) e ospita al suo interno circa600 imprese,di cui oltre200 specializzateesclusivamente nel confezionamento automatico, con un volume di affari annuo intorno agli8 miliardi di euro. Le ultime stime dell’Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio (Ucima) fotografano una situazione particolarmente vantaggiosa per il settore, con unacrescita del 22,5% dei fatturatidovuta prevalentemente all’aumento della domanda dall’estero, che nel primo trimestre del 2023 è volata al 16% contro quella interna che è arrivata al 13,5%. Dati che confortano le centinaia di imprese che compongono un settore in cuil’Italia è leader nel mondo,seconda (di poco) solo ai costruttori tedeschi, e che fa ben sperare Alberto Vacchi, presidente diIma, multinazionale bolognese che da tempo guida il mercato della progettazione e produzione di macchine automatiche per il confezionamento, secondo cui il futuro potrebbe portare ottime prospettive solo se «attraverso grandi alleanze si arriverà a costruire gruppi industriali capaci di stare con tranquillità sui mercati mondiali». Un’ottica di espansione oltre i confini della Penisola, alla ricerca di partner commerciali con cui creare rapporti stabili e sinergici, ma che dovrebbe riguardare anche la vita strettamente interna delle singole imprese. Laquestione del personaleattanaglia gran parte delle imprese italiane, che si confrontano con un mismatch (ossia undisequilibrio tra domanda e offerta di lavoro)dove la richiesta di personale altamente qualificato non riesce a essere assorbita dai nuovi lavoratori, che gli istituti di formazione e le lauree inseriscono nel mercato del lavoro ogni anno. Motivo per cuiIca, impresa leader nella produzione dimacchine per imballaggioper generi alimentari e farmaceutici da circa 20 milioni di euro l’anno, ha puntato sulla formazione dei ragazzi direttamente all’interno dell’azienda tramite contratti di apprendistato, nella speranza di assumerli in maniera stabile con stipendi che vanno inizialmente «da 30 ai 50.000 euro all’anno. Ma con i viaggi e le lunghe permanenze all’estero possono arrivare a percepire anche 100.000 euro» spiega l’Amministratore delegato Cesare Rapparini. Fra le sfide più importanti per il futuro c’è, però, sempre lasostenibilitàambientale, soprattutto dopo l’attenzione dedicata a livello europeo alla riduzione dell’utilizzo di microplastiche e conseguentemente all’introduzione di unaPlasticTaxcon la finanziaria del 2020 (ma ancora inattuata). Motivo per cuiTetra Pak, colosso degli imballaggi svedese con svariate unità produttive nellaPackaging Valley, investe a livello globale “100 milioni di euro l’anno per migliorare il profilo ambientale dei cartoni per bevande e alimenti”,si legge sul sito.L’obiettivo: mettere sul mercato entro 2 anni una nuova tipologia dipackaging asetticocompletamenteprivo di alluminio, senza però inficiare sulla sicurezza dell’alimento. Una sfida che coinvolge tutta l’industria che, dall’altro lato del mercato, trova clienti per cui ilrispetto per l’ambienteda parte delle industrie diventa sempre di più unfattore determinante per la scelta di cosa mettere nel carrelloe cosa lasciare sullo scaffale del negozio.