I talebani non revocano le restrizioni contro le donne

«Idivieti alle donnecostano aitalebanilegittimità nazionale e internazionale, mentre infliggono sofferenze a metà della popolazione del Paese e danneggiano la sua economia».CosìRoza Otunbayeva, l’alta funzionaria a capo della missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan, si è rivolta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. «Finché questi decreti saranno in vigore è quasiimpossibile che il loro Governo venga riconosciuto dai membri della comunità internazionale». Da quando sono tornati al potere, da agosto 2021,i talebani hanno gradualmente vietato alle donne l’accesso alla vita pubblica, escludendole prima dall’università e chiudendo la maggior parte delle scuole superiori femminili, poi impedendo loro di frequentarei parchi pubblici e le palestreedi lavorare per le organizzazioni umanitarie locali e straniere. Questo, secondo gli operatori, ha reso più difficile raggiungere le donne in difficoltà e indotto i donatori a trattenere i finanziamenti. La funzionaria Otunbayevaha esortatole autorità talebane a revocare tutte le restrizioni, inclusaquello che impedisce alle donne di collaborare con le Nazioni Unite, in vigore da aprile dello scorso anno. In quell’occasione, in un colloquio con i funzionari dell’Onu, i talebani avevano annunciato che avrebbero vietato alle donne di lavorare con le Nazioni Unite, estendendo anche all’organismo mondiale il divieto fino a quel momento limitato “solo” alle organizzazioni non governative. Una decisione che aveva reso ancora più complesso continuare a dare pieno sostegno al popolo afghano. All’epoca,su circa 3.300 dipendenti afghani delle Nazioni Unite nel Paese, almeno 400 erano donne: l’organizzazione internazionale comunicò loro di non presentarsi negli uffici fino a nuovo avviso per motivi di sicurezza. «Il personale femminile è essenziale affinché le Nazioni Unite forniscano assistenza salvavita», aveva dichiarato la portavoce dell’Onu Stephane Dujarric: «circa 23 milioni di persone, più della metà della popolazione afghana, hanno bisogno di aiuti umanitari». Ma il Governo talebano, che ancora oggi non è stato riconosciuto ufficialmente da nessun Paese straniero o organizzazione internazionale,sostiene di rispettare i diritti delle donnein conformità con la suarigida interpretazione della legge islamica. E per questo chiede «di essere accettato dall’Onu e dai suoi membri – ha spiegato Otunbayeva – ma allo stesso tempoagisce contro i valori chiave espressi nella Carta delle Nazioni Unite». Di fronte al Consiglio di sicurezza, Otunbayeva ha spiegato di essere stata «schietta» con i talebani riguardo gli ostacoli che stanno generando i loro decreti e le restrizioni alle donne nella vita pubblica, in primis quello di scolarizzazione oltre il livello primario. La funzionaria gli ha comunicato che se continueranno a limitare i diritti umani di donne e ragazze,«è quasi impossibile che il loro Governo verrà riconosciuto». I talebani non le hanno fornito alcuna spiegazione relativamente alle restrizioni legate alle attività delle donne afghane con le Nazioni Unite, «enessuna assicurazione che saranno revocate». Per questo Otunbayeva ha dichiarato che «non metteremo in pericolo il nostro personale nazionale e quindi chiediamo loro di non presentarsi al lavoro», ma di lavorare da casa o (per il personale maschile non essenziale) da remoto. Ha aggiunto che la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan,Unama, che lei dirige,non ha intenzione di sostituirle con del personale maschile. I decreti dei talebani, oltre a non ottenere consensi a livello internazionale, sono «altamente impopolari tra la popolazione afgana», ha aggiunto Otunbayeva. La funzionariaha invitato gli ambasciatori e la comunità internazionale a fare di più per garantire la futura stabilità dell’economia afghana, soprattutto alla luce di un previsto calo dei finanziamenti umanitari quest’anno. In un Paese in cui, secondo la Banca Mondiale, il 58% della popolazione che lotta per soddisfare i bisogni primari e 28 milioni di persone necessitano di qualche forma di assistenza umanitaria, Otunbayevaha esortato i talebani a revocare le restrizioniin modo che le Nazioni Unite possano continuare a sostenere pienamente il popolo. E le donne possano tornare a condurre una vita degna di essere vissuta.