“Stiamo lavorando per migliorare le condizioni di Pianeta e persone”

Nella prima frase della loro lettera ai cittadini della Terra i leader del mondo usano tre parole:urgenza, persone e pianeta. Messi insieme, questi termini, danno vita a una visione: quella per affrontarela crisi del clima pensando al futuro dei cittadini e dell’ambiente. A parole, l’impegno c’è. Ora bisogna vedere – a partire dall’urgenza di decarbonizzare – se si passerà ai fatti. Comunque vada quella scritta da diversi esponenti politici di tutto il mondo sembrauna presa di coscienza chiave. Il documento, rilanciato da vari media internazionali, è statofirmato sia dai rappresentati dei Paesi più abbienti, sia da quelli dei Paesi che hanno più bisogno di aiutocontro il collasso del clima e i suoi devastanti impatti. In calce si legge il nome diEmmanuel Macron, presidente della Francia,Mia Mottleyprimo ministro delle Barbados,Luiz Inácio Lula da Silvapresidente del Brasile,Ursula von der Leyendella Commissione europea,Charles Micheldel Consiglio europeo. Ma ancheOlaf Scholzcancelliere della Germania,Fumio Kishidaprimo ministro del Giappone,William Rutopresidente del Kenya, così comeMacky Salldel Senegal,Cyril Ramaphosadel Sudafrica,Mohamed bin Zayed Al Nahyanpresidente di quegli Emirati Arabi Uniti che a fine anno ospiteranno la Cop28, e infine diRishi Sunakprimo ministro del Regno Unito e diJoe Biden, presidente degli Stati Uniti. All’inizio del documento che porta la firma di tutti si legge: “Stiamo lavorando con urgenza per migliorare le condizioni delle persone e del Pianeta. Una serie di shock concomitanti ha messo a dura prova la capacità dei diversi Paesi di affrontare la fame, la povertà e le disuguaglianze, creare resilienza e investire nel proprio futuro. Le vulnerabilità legate al debito nei Paesi a basso e medio reddito rappresentano un ostacolo importante alla loro ripresa economica e alla loro capacità di realizzare investimenti cruciali a lungo termine”. Il leader spiegano come intendono affrontare la crisi: “Puntiamo a un sistema che possa rispondere meglio alle esigenze e alle vulnerabilità legate allo sviluppo, oggi accentuate dal rischio climatico, le quali potrebbero indebolire ulteriormente la capacità dei Paesi di eliminare la povertà e realizzare una crescita economica inclusiva.I cambiamenti climatici daranno luogo a disastri sempre più gravi e frequenti, che colpiranno in modo sproporzionato le popolazioni più povere e vulnerabili in ogni angolo del pianeta. Queste sfide non conoscono confini e rappresentano una minaccia esistenziale per le società e le economie”. “Il nostro lavoro congiunto – aggiungono – sibasa sulla solidarietà e sull’azione comune, ed è finalizzato a ridurre le sfide che affrontano i Paesi in via di sviluppo e ad attuare la nostra agenda globale. Continueremo a puntare al progresso, sfruttando altri eventi importanti come i G20 in India e Brasile, il vertice sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e le Cop, a cominciare dallaCop28che si terrà negli Emirati Arabi Uniti quest’anno. In tutti i prossimi lavori e negoziati internazionali, cercheremo di promuovere interventi concreti che mantengano la promessa degli obiettivi di sviluppo sostenibile, per la nostra prosperità, i nostri popoli e il nostro Pianeta”. “Vogliamo che il nostro sistema renda un servizio migliore al Pianeta. La transizione verso un mondo a “zero emissioni nette” e gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima offrono a questa generazione l’opportunità d’inaugurare una nuova era di crescita economica sostenibile a livello globale. Crediamo che transizioni ecologiche giuste, che non lasciano indietro nessuno, possano essere uno strumento potente per alleviare la povertà e sostenere uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Garantire che tutti i Paesi riescano a cogliere quest’opportunità richiede investimenti a lungo termine in ogni parte del mondo. Ispirati dallo storico piano globale per la biodiversità denominatoKunming-Montreal Global Biodiversity Framework, conveniamo anche sulla necessità di nuovi modelli economici che riconoscano il valore immenso della natura per l’umanità” scrivono ancora. Infine, dicendosi convinti “che la riduzione della povertà e la protezione del pianeta siano obiettivi convergenti”spiegano che “dobbiamo dare priorità a una transizione giusta e inclusiva per far sì che i più poveri e vulnerabili possano beneficiare appieno di quest’opportunità, anziché pagarne un prezzo sproporzionato. Riconosciamo che i Paesi debbano seguire percorsi di transizione diversi in linea con la soglia di 1,5° Celsius, a seconda delle rispettive situazione interne” e aggiungono che “noi, leader di economie diverse provenienti da ogni angolo del pianeta, siamo uniti nella determinazione a costruire un nuovo consenso globale. Il vertice per un nuovo patto di finanziamento globale,che si terrà a Parigi il 22 e 23 giugno, rappresenterà un momento politico decisivo per recuperare i vantaggi in termini di sviluppo perduti negli ultimi anni e per accelerare i progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile, tra cui le transizioni giuste”. La chiosa, è in vista del futuro: “Il nostro lavoro congiunto si basa sulla solidarietà e sull’azione comune, ed è finalizzato a ridurre le sfide che affrontano i Paesi in via di sviluppo e ad attuare la nostra agenda globale. Continueremo a puntare al progresso, sfruttando altri eventi importanti come i G20 in India e Brasile, il vertice sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e le Cop, a cominciare dalla Cop28 che si terrà negli Emirati Arabi Uniti quest’anno. In tutti i prossimi lavori e negoziati internazionali, cercheremo di promuovere interventi concreti che mantengano la promessa degliobiettivi di sviluppo sostenibile, per la nostra prosperità, i nostri popoli e il nostro Pianeta”.