Tassi d’interesse: Bce al rialzo, mentre Fed ci ripensa

La Banca Centrale americana decide di mantenere i tassi invariati nella fascia del5-5,25%dopo ben dieci rialzi consecutivi da marzo 2022. Una mossa sul solco della prudenza, alla luce di un andamento crescente dell’economia (+1%), che tuttavia non tranquillizza del tutto la Fed. L’indice dei prezzi nei dati sulla spesa personale infatti potrebbe arrivare al +4,7% entro fine anno, con prezzi al consumo che si piazzano al 4%, il doppio della percentuale perseguita dalle principali banche centrali. Motivo per cui «quasi tutti i partecipanti consideranoprobabili ulteriori strette quest’anno», commenta il presidente Jerome Powelldurante la conferenza stampa, secondo cui la sosta potrebbe rappresentareun momento di riflessioneper preparare nuove decisioni di politica monetaria che possano contrastare l’incedere dell’inflazione. Sullo stesso tracciato si posiziona anche laBanca centrale del Giappone (BoJ),che decide di mantenere una politica monetaria fortemente espansiva composta ditassi di interesse negativi al -0,1%. Così come anchelaBanca centrale cinese (Pboc), che abbassa il tasso di riferimento dei prestiti a medio termine al 2,65% per incoraggiare le banche a fornire finanziamenti a condizioni più vantaggiose, nel segno di un forte ottimismo verso l’economia cinese. Ottimismo che, con questi tassi così contenuti, si tende a costruire, dando impulso all’economia nazionale. Se negli Usa i falchi tornano momentaneamente al nido, in Europa continuano a battere le ali sui mercati con unnuovo aumento dello 0,25% dei tassi di interesse. Il discusso metodo di lavoro della Bce – che riunione per riunione esamina l’andamento dei dati economici per determinare la propria mossa futura – rende ogni incontro del Consiglio direttivo una vera e propria incognita per analisti e investitori, che tuttavia anche questa voltavedono un rialzo di 25 punti base. Se però dall’altra parte dell’Oceano si progettano restrizioni, qui la situazione futura potrebbe far emergerenovità più benevole. Fra i tanti ottimisti, lo stesso membro del Comitato esecutivo Fabio Panetta annunciava al quotidiano franceseLe Mondeche il percorso restrittivo della politica monetaria europea non ha ancora raggiunto l’obiettivo principale, «ma non siamo lontani». In uncomunicato ufficialela Bce afferma che stando alle proiezioni macroeconomiche, «gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023», ma subirà una graduale riduzione che la farà planare dal 3% del 2024 fino al tanto ambito2,2% sul finire del 2025. Sulla politica restrittiva dunque «non siamo ancora a destinazione» secondo la chairman Christine Lagarde, vista la forte incertezza che proviene dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni geopolitiche che via via appaiono sullo scacchiere internazionale. «È molto probabile checontinueremo ad alzare i tassi di interesse a luglio» continua Lagarde «a meno che non ci sia un cambiamento concreto del nostro scenario».