Disoccupazione Cina: 1 giovane su 5 non lavora

Disoccupazione Cina: 1 giovane su 5 non lavora

 

Gli ultimi dati dell’Istituto di Statistica risuonano come un campanello d’allarme per laCina, evidenziando un’economia piuttosto affaticata. La riapertura del Paese, avvenuta a marzo dopo le rigide misure anti pandemiche, aveva fatto ben sperare, preannunciando una solida ripresa tanto dell’economia interna quanto degli scambi commerciali internazionali. La realtà però, a oggi, non è in linea con le previsioni. Amaggio 2023si è registrata unariduzione della crescita della produzione industriale pari al 3,5%,valore che, nel mese di aprile, si attestava al 5,6%. Analogamentediminuisce anche la percentuale di vendite al dettaglioche passa dal +18,4% di 2 mesi fa al +12,7% di maggio, un valore comunque in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022. Una crescita che tuttavia rimaneben lontana dalle parole ottimistiche del vice primo ministro Liu Hepronunciate aDavoslo scorso gennaio, quando invitava i leader stranieri nella propria madrepatria e descriveva la Cina come un Paese pronto ad attraversare qualsiasi difficoltà. Il superamento della politica“zero Covid”non ha però generato il flusso economico atteso, riempiendo solo parzialmente ristornati e attività commerciali. Preoccupano ledifficoltà economiche, oltre che l’aumento dei livelli di tensione con l’Occidente dal quale sono evidenti non solo differenze culturali, ma anche economiche. Se in Europa e Stati Uniti le Banche Centrali (BceeFederal Reserve) combattono l’inflazione a suon di innalzamenti dei tassi d’interesse, la Cina opera nella direzione contraria. La priorità per la Repubblica Cinese sembrerebbe essere quella dirimettere in moto l’economia.Con questo obiettivo è stato varato untaglio dei tassi d’interessesui prestiti di medio periodo, che sono passati dal 2,75% al 2,65%. Una misura che sembrerebbe anticipare un ulteriore taglio a sostegno delle famiglie previsto per la fine di giugno. Una decisione che si inserisce in un contesto lavorativo poco fertile, soprattutto per i più giovani. Ce lo dimostrano i dati che sottolineano un incremento del tasso didisoccupazionenella fascia 16 – 24 anni, al punto da registrare un nuovo record storico:1 giovane su 5 non lavora, ovvero il 20,8%. Ad aprile il valore era pari al 20,4%. Se prima il superamento delGaokao, ovvero del difficilissimo test dimaturità,era in grado di far accedere alle università più prestigiose e successivamente di entrare immediatamente nel mondo del lavoro, oggil’offerta si è ridotta, complice anche un crescenteautomatismo industrialeche rende l’individuo non più indispensabile. Questa realtà è particolarmente vivida nellegrandi aree urbane,nelle quali trovare un’occupazione diventa un’impresa, al punto che lo scorzo marzo il Primo Ministro ha identificato tra gli obiettivi principali del Governo quello dicreare nuovi posti di lavoro;ha, inoltre, stanziato una serie difondi per le imprese che assumono laureati disoccupatie prevede l’assunzione nel 2023 da parte delle imprese statali di 1 milione di tirocinanti. Nel mentre,Elon Musk diTeslae Jaimie Dimon dellaJpMorganChasetornano a viaggiare nel Paeseper affari e ilBack to businesscinese sembrerebbe farsi strada. Tuttavia, i rapporti con l’Occidente sono sempre più incrinati ele aziende si muovono verso ilde-risking. Microsofttrasferisce i ricercatori dell’intelligenza artificialedalla Cina a Vancouver, Canada;Sequoia Capital(sostenitore dell’industria del capitale di rischio dellaSilicon Valley) si separa dalla divisione cinese, che diventerà un’azienda unica. Una scelta che nasce dall’introduzione di normative stringenti contro lo spionaggio rendendo la vita alle imprese straniere piuttosto difficile: a marzo 5 dipendenti dellaMintz Group, società didue diligenceamericana, sono stati arrestati per quella che sembrerebbe essere una violazione delle leggi locali sulla sicurezza dei dati personali. Allo stesso tempo, secondo l’analisi di Mark Williams della società di ricercaCapital Economics,crescono le preoccupazioni finanziarie delle aziendein caso diconflitto, al punto che diverse imprese straniere stanno mettendo in atto strutture societarie con l’obiettivo diridurre la propria esposizione finanziariacomplessivaverso la Cinae il suo controlli sui capitali. Un’economia in bilico che fa tremare la grande potenza e che vedegiovani e famiglie in difficoltà. Fondamentale, diventa necessario dunque varare misure ad hoc che tutelino le classi più fragili in una situazione di forte instabilità.