Clooney denuncia il Venezuela per crimini contro l’umanità

Clooney denuncia il Venezuela per crimini contro l’umanità

 

LaClooney Foundation for Justice (Cfj), istituita dall’attoreGeorge Clooneye dalla moglieAmal Clooney, hadenunciato le forze di sicurezza del Venezuelaaccusandole di essersi rese responsabili dicrimini contro l’umanità. Le prove raccolte servirebbero a dimostrare la politica di repressione messa in atto contro gli oppositori politici dal Governo di Nicolás Maduro. L’interesse per idiritti umaniè sicuramente una delle prerogative di Amal Clooney (nata Amal Ramzi Alamuddin), avvocata esperta di diritto internazionale. La famiglia Clooney ha fondato laCfjnel 2016 per offrireassistenza legale gratuita alle vittime di violazioni dei diritti umanie, dopo aver aiutato le donne Yazidi rapite, stuprate e rese schiave dall’Isis, i sopravvissuti alle violenze in Congo e in Sudan, le vittime dei crimini di guerra in Darfur, ha deciso di scendere in campo perottenere giustizia inVenezuela. Per l’impossibilità di rivolgersi alle autorità venezuelane, che pare non abbiano fornito alcunarisposta alle richiestedella fondazione, laCfjha deciso dipresentare le proprie accusenella punta meridionale del continente sudamericano, in Argentina, dove norme garantiste consentono al sistema giudiziario di condurre indagini e instaurare processi per gravi crimini (di guerra, contro l’umanità e genocidio) commessi al di fuori dei confini nazionali grazie al riconoscimento della cosiddetta “giurisdizione universale”. Già da anni leNazioni Unite avevano messo in guardiaper le atrocità commesse in Venezuela. Diversireportavevano svelato la diffusione di crimini comeesecuzioni extragiudiziali, detenzione arbitraria, tortura, persecuzione per motivi politici e sparizione forzata, commessi sin dal 2014. Nel 2021 il procuratore della Corte penale internazionale (Icc) haannunciatol’apertura di indagini preliminari sul Venezuela. L’ultimoreportdell’Onu, pubblicato a settembre 2022, è andato oltre e ha rivelato che “Maduro e altre persone della sua cerchia più stretta, insieme ad altre autorità di alto livello, si adoperavano perindividuare bersagli” da arrestare e torturare. Abusi da parte di membri dei servizi di intelligence militare e civile sarebbero stati perpetrati nell’ambito di un piano orchestrato da Maduro stesso. Tutto ciò in un clima di impunità generalizzata.«Il sistema di giustizia venezuelano ignora le vittimedi atrocità di massa nella loro lotta per la giustizia», ha dichiarato la direttrice legale del team interno alla fondazione (The Docket) che si occupa di difendere queste vittime. LaCfjnon si è arresa e ha presentatodenuncia presso un tribunale federale dell’Argentinaa Buenos Aires per conto delle famiglie di 2 vittime di violenze indiscriminate e omicidi.Reutersracconta che tra i documenti presentati in tribunale ci sono 15.000 pagine contenenti elementi di prova. IlGoverno venezuelano ha sempre respinto le accuse di violazioni di diritti umanie Maduro ha affrontato unacrisi di legittimitàa seguito delle contestate elezioni del 2018. L’anno successivo gli Stati Uniti di Donald Trump e decine di altri Paesi hanno riconosciuto il suo oppositore Juan Guaidó, autoproclamatosi presidente transitorio del Venezuela, come il leader legittimo del Paese. Dopo aver ricevuto diverse minacce da parte di persone vicine a Maduro, ad aprile di quest’anno Guaidò si è visto costretto a lasciare il Paese per raggiungere prima la Colombia, dove è stato espulso, poi gli Stati Uniti. Di recente, l’attenzione riguardo la situazione deidiritti umani in Venezuelaha generato tensioni tra i leader sudamericani. Durante un summit alla fine di maggio, il presidente cileno Gabriel Boric ha chiarito che descrivere il Venezuela come «antidemocratico non è semplicemente una narrazione politica. È una realtà. Ed è grave». L’Argentina non è nuova al coinvolgimento in questo tipo di crimini commessi oltre confine. Secondo quanto riporta ilsitodella fondazione, i tribunali argentini hanno già applicato ilprincipio di giurisdizione universalein alcuni casi notevoli: a esempio, nel 2010 sono state avviate indagini penali per i crimini contro l’umanità commessi in Spagna durante il regime delcaudilloFrancisco Franco (1939-1975) e unordine di esumazionedel tribunale argentino ha riconosciuto alla figlia di una vittima il diritto di recuperare i resti di suo padre da una fossa comune, mentre nel 2021 sono partite altre indagini riguardo il presunto genocidio della popolazione Rohingya inMyanmar. Ma quali saranno i prossimi passaggi perché comincino le indagini relative alle violazioni avvenute in Venezuela? Secondo Erika Guevara-Rosas, direttrice diAmnesty Internationalper le Americhe, adesso«il sistema giudiziario argentino ha l’obbligo di indagaresu questi crimini e, se verranno trovate prove sufficienti e ammissibili, di processare i presunti responsabili. Non devono cadere nel vuoto gli sforzi titanici delle vittime per ottenere verità, giustizia e risarcimento contro l’impunità predominante in Venezuela. I tribunali federali dell’Argentina non possono voltare le spalle alle vittime. Al contrario, devono far valere la giurisdizione universale e creare un importante precedente affinché altri Paesi di quell’area seguano la stessa strada». Parallelamente, l’Icchacomunicatoil 9 giugno di aver aperto un ufficio in Venezuela a seguito di un incontro tra il procuratore Karim Khan e il presidente Nicolás Maduro. Grazie a questo accordo, la Corte penale internazionale ha riferito che spera dilavorare “più da vicino” con il Paese sudamericanoanche per consentire l’attuazione diriforme giudiziarie che garantiscano maggiore giustizia.