Cop28: i lobbisti del fossile dovranno “identificarsi”

Altoltà, identificarsi! In quella che appare come laCopin partenzapiù criticata di sempre, tra polemiche attorno al presidente-sultanoAl Jaber(che è anche un petroliere), mail spiate, profili fake per ribaltare la credibilità delle multinazionali del fossile, inviti di partecipazioni a dittatori(Assad)e via dicendo, dopo mesi di accuse arriva una prima interessante mossa perarginare le pressioni del mondo oil and gas. I lobbisti di combustibili fossiliper entrare alla Conferenza sul clima targata Onu di Dubaidovranno, infatti, identificarsicome tali al momento della registrazione. Una mossa, chiesta da diversi attivisti eOnglegate al clima, voluta nel tentativo di fornire maggioretrasparenzae salvaguardia per i negoziati. Lo scorso annoin Egittolepresenzedei lobbisti del petrolio e altri combustibili fossili eranoaumentate del 25%rispetto al precedente vertice di Glasgow, con la presenza di quasi600 lobbisti fra i padiglioni di Sharm El-Sheikh. L’idea dell’identificazione è importante per rendere i colloqui riguardo la questione climatica non solo più cristallini, ma anche percaricare della giusta responsabilità i rappresentati delle aziendee industrie oggi responsabili delle maggiori emissioni. La decisione,voluta dalle Nazioni Unite, è stata accolta come“una vittoria per la trasparenza”da parte di diversi attivisti che si sono detti sempre più preoccupati per la crescente presenza di lobbisti del petrolio e del gas ai colloqui sul clima. Come ha spiegato Scott Kirby, attivista diYoungo, che rappresenta i giovani attivisti ai colloqui sul clima, “quando i giovani vedono il numero di lobbisti sui combustibili fossili presenti alle conferenze della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, iniziano adubitaredella capacità di questo processo per risolvere la più grande sfida che minaccia il nostro futuro. Questo è il motivo per cuiaccogliamo con favoreil passo per aumentare la trasparenza degli interessi degli osservatori nei colloqui”. Si tratta di un primo passo, sostiene Hwei Mian Lim delWomen and Gender Constituency,precisando come “possiamo affrontare in modo significativo la crisi climatica solo quando espelleremo i grandi inquinatori”. L’idea di trasparenza e di dichiarazione da parte dei lobbisti è nata dai pre-colloqui sul clima diBonn in Germania,dove i rappresentati dei Paesi hanno gettato lebasi per la futura Cop28.Qui gli Stati ricchi (del Nord del mondo) e quelli meno abbienti (del Sud) sono rimasti estremamente divisi riguardo posizioni e prerogative legate alla futura Conferenza ma, perlomeno, sembra esserci una visione comune relativamente alla necessità diporre un freno all’ingerenza delle industrie del fossilenei negoziati sul clima.