Femminicidi: ok dal Consiglio dei Ministri al nuovo Ddl

Pene più severe,tempi più strettiper l’azione di inquirenti e magistrati erafforzamento delle misure cautelaricome il braccialetto elettronico. Sono alcune delle proposte contenute nelDdl approvatonella serata di mercoledì 7 giugno dal Consiglio dei Ministri, messo a punto dalla ministra della FamigliaEugenia Roccellae dai ministri di GiustiziaCarlo Nordioe InternoMatteo Piantedosi,per rafforzare gli strumenti dicontrasto alla violenza maschile sulle donne. La promessa di norme più stringenti era arrivata dopo lo scioccantefemminicidio di Giulia Tramontanoe quello, avvenuto poche ore dopo, diPierpaola Romano, che si sono aggiunti alla (già troppo) lunga lista di nomi di donne morte a causa della violenza maschile e patriarcale:17 in totale dall’inizio dell’anno. I15 articoli del decreto leggemettono nero su bianco le anticipazioni che il ministro Piantedosi aveva rilasciato già nei giorni scorsi e vanno a integrare il cosiddetto “Codice Rosso” (la legge 19 luglio 2019, n. 69, Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere) che aveva già introdotto una serie di modifiche all’ordinamento esistente per aumentare letutele nei confronti delle donne e dei soggetti deboliche subiscono violenze, maltrattamenti e atti persecutori. Le nuove disposizioni, che intervengono su quelle che la ministra Roccella ha definito «smagliature» nell’applicazione delle leggicontro la violenza sulle donne, vanno dalrafforzamento delle misure cautelari(distanziamento di minimo 500 metri, ammonimento, arresto in flagranza differita e utilizzo del braccialetto elettronico, che con il consenso dell’indagato verrà applicato in automatico a meno di obiezioni del giudice e la cui manomissione sarà punita con la custodia cautelare in carcere) a pene più severe, soprattutto per i “recidivi”. Uno degli obiettivi, infatti, è evitare che i cosiddetti“reati spia”possano degenerare in situazioni più gravi. Per questo motivo è stato potenziato l’ammonimento del questore, oggi applicato solo nei casi di maltrattamenti o stalking, allargandolo a reati come aggressioni con l’acido, revenge porn e tentato omicidio. La ministra Roccella ha definito questa misura «uncartellino giallo dell’uomo violento»: chi riceve l’ammonimento e poi commette un reato avrà un aumento della pena. Questo avverrà non solo nei casi di violenza, lesioni personali, violenza privata, ma anche in presenza di minacce, atti persecutori e revenge porn e ’‘anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento’’. La stretta, però, è anche sui tempi: dall’inizio delle indaginigli inquirenti avranno 30 giorni per richiedere le misure cautelarie il giudice avrà al massimo30 giorni per concederle.«Possono sembrare tempi lunghi, ma oggi si tratta di mesi o anche anni», ha spiegato Roccella, che ha aggiunto che questa misura è anche una risposta ad alcune condanne da parte della Corte dei diritti dell’uomo, ricevute proprio relativamente al ritardo con cui sono state decise le misure cautelari a tutela delle possibili vittime. Il testo non non entrerà subito in vigore, ma dovrà essere discusso ed eventualmente approvato dal Parlamento. «Chiederemo al Parlamento di applicare la dichiarazione d’urgenza, dato che si tratta di provvedimenti importanti», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Tutto questo non basta se non viene accompagnato da un cambiamento culturale. Pensiamo al caso terribile di Giulia Tramontano, nessuna legge avrebbe potuto salvarla», ha detto Roccella durante laconferenza stampache ha seguito il Consiglio dei Ministri. Per favorire una presa di coscienza delle nuove generazioni, quindi «con il ministro Valditara in autunno per la giornata contro la violenza nei confronti delle donne diffonderemo il testo di legge nelle scuole, dove porteremo anche le persone che hanno subito violenza per spiegate quali sono state le conseguenze. Perché solo con uno scambio diretto, con i racconti delle vittime si può rendere giustizia» e lavorare a«una consapevolezza crescente che dobbiamo assolutamente alimentare».