Giappone: almeno il 30% di donne dirigenti nelle aziende

Per “favorire l’avanzamento delle donne” il Governo giapponese ha annunciato chesi impegnerà a ottenere che rappresentino almeno il 30% dei direttori nelle grandi aziende entro il 2030. Lo rivela la bozzavisionatadaBloomberge rilasciata dalGender Equality Bureau, l’Ufficio per l’uguaglianza di genere istituito nel 2001 come divisione dell’Ufficio di Gabinetto giapponese per pianificare e coordinare le politiche del Governo nipponico in materia di uguaglianza di genere. Una decisione volta a “promuovere lo slancio per l’avanzamento delle donne nella società nel suo complesso”perché “garantire la diversità è essenziale per realizzare una società in cui uomini e donne possano sfruttare al meglio la propria individualità e le proprie capacità, oltre a contribuire alla crescita sostenibile delle aziende e allo sviluppo dell’economia giapponese attraverso la creazione di innovazione e la promozione della trasformazione aziendale”, spiegala bozza. Il Giappone si è posizionatoal 104° posto su 190 PaesinellostudioWomen, Business and the Lawpubblicato a marzo dalla Banca mondialerelativo alleopportunità economiche per le donne, mentreha conquistato il 116° scalino su 146 nelGlobal Gender Gap Reportdello scorso anno delWorld Economic Forum, molto al di sotto di tutti i suoi omologhi del G7, che si è tenuto a Hiroshima dal 19 al 21 maggio 2023. In vista del vertice, all’inizio del mese di maggio, il primo ministro giapponeseFumio Kishidaha annunciatoche entro il 2030 quasi un terzo delle posizioni dirigenziali nelle principali aziende saranno occupate da donne, in un tentativo di risolvere lo scarso record del Paese sull’uguaglianza di genere. Il Giappone aveva affrontato molte critiche per via della mancanza di donne in posizioni di rilievo nel settore privato e nella vita pubblica: l’anno scorso rappresentavano solo l’11,4% dei dirigenti nelle principali società quotate in Giappone,spiegailGuardian. Secondo le nuove disposizioni, le società quotate sul mercato primario dovranno averealmeno 1 donna nel consiglio di amministrazione entro il 2025;almeno il 30% delle donne in ruoli dirigenzialinelle principali aziende del Paeseentro il 2030; garantire che i dipendenti maschi abbianodiritto al congedo di paternità; un sistema permantenere inalterato il reddito per la famigliaanche quando si lavora a orario ridotto almeno finché i figli non abbiano compiuto 2 anni. Per raggiungere i nuovi obiettivi, il Governo farà pressione affinché questa sfida venga inserita nei regolamenti delle società quotate nelPrime Market Indexdella Borsa di Tokyo già a partire da quest’anno,“entro la fine del 2023”. Ma il progetto abbozzato non prevede esclusivamente interventi in materia dirigenziale ed economica: tra le altre proposte, ci sono quelle volte a realizzare “una società in cui le donne possano vivere con dignità e orgoglio”. Tra queste, il rafforzamento dellemisure contro la violenza coniugale, contro i reati sessuali e la violenza sessuale,il sostegno alle “donne con problemi difficili”. Il Giappone ha cercato di ampliare e incentivare l’accesso delle donne nella forza lavoro per compensare l’invecchiamento della popolazione eil calo demograficoma, spiegaBloomberg, ha a lungo faticato a raggiungere i suoi obiettivi. L’anno scorso, circa il 18,7% delle società delPrime Marketnon aveva amministratrici. Altro obiettivo del piano: fornireindipendenza finanziaria alle donne. Molte, in Giappone, sono costrette a svolgere lavori irregolari mal pagati dopo aver avuto dei figli.