Lo sport può essere sostenibile?

Lo sport può essere sostenibile?

 

Oltre al lavoro fisico che impegna l’organismo durante un’attività individuale o collettiva, losportè da sempre un linguaggio universale capace di unire popoli, culture e generi diversi. Si tratta di un canale privilegiato attraverso cui si è in grado di comunicare concetti che portano al cambiamento, creando anche una maggiore integrazione tra le parti della società. Tra le 1.000 azioni che portiamo a compimento durante la nostra routine, lo sport occupa quella parte di giornata in cuiil corpo si risana e la mente si alleggerisce; un toccasana per il nostro organismo, anche se non sempre lo ènei confronti dell’ambienteche ci circonda. Seppur il principio dello sviluppo sostenibile nello sport risalga al 1992 (con l’articolo 10 della Carta Europa dello Sport che sottolinea come tutti gli enti impegnati in questo tipo di attività abbiano la responsabilità ditutelare l’ambiente), a distanza di decenni non si è ancora raggiunta una linea del tutto “green”. Sport e inquinamento Anche l’attivitàsportivapuò essere, a volte,coinvolta in termini di insostenibilità, soprattutto se praticata in luoghi molto esposti all’inquinamento dell’aria. C’è da considerare anche il danno inflitto alla nostra salute. Durante ogni attività fisica, infatti, la frequenza respiratoria aumenta, così come la quantità di aria che introduciamo nei nostri polmoni con ogni singolo atto respiratorio(fino a 15 volte superiore). Di conseguenza,sale la quantità di inquinanti e polveri sottiliche assimiliamo. Pensiamo alla maratona di Pechino del 2014, quando alcuni atleti si sono ritirati dalla gara perché spaventati dai rischi per la propria salute. Se conoscere l’ambiente in cui ci alleniamo è importante, ignorare il problema dell’inquinamento dell’aria non è la soluzione, così come non lo è rinunciare allo sport per paura degli effetti negativi che può avere sul nostro organismo. IlCio(Comitato Olimpico Internazionale)e le Nazioni Unite condividono l’obiettivo direndere il mondo un posto più pacifico e sostenibile; lo sport ricopre un ruolo cruciale nella promozione dell’istruzione disciplinare, della pace, dell’inclusione sociale e di uno stile di vita sano, tanto che nel 2015 è stato ufficialmente riconosciuto come stimolatore dello sviluppo sostenibile. Oltre all’escursionismo, il plogging, sport acquatici e yoga,camminare all’aria aperta è l’attività fisica più ecologicain assoluto, ma non solo; andare inbicicletta, a esempio, aiuta a migliorare l’ambiente urbano, riducendo i problemi di traffico e inquinamento in quanto non fa rumore, non consuma petrolio, non produce alcun gas nocivo e non inquina, a differenza di molte altre pratiche sportive. Ilmotocross, al contrario è unosport con unnotevole impatto ambientaleche si qualifica tra i meno sostenibili; per valutare l’apporto di inquinamento di questa attività, vanno calcolate leemissioni dei motori,che nella maggior parte dei casi consumano 1 litro di carburante a chilometro. Soluzioni ecologiche Se da un lato le istituzione governative iniziano ad attuare piani perridurre le emissioni di anidride carbonica,dall’altro, anche glisport motoristici(e in particolar modo la Formula 1) si stanno muovendo per ottenere gli stessi risultati. Secondovehiclecue.it, l’idea èsperimentare le auto del futuro,la cui progettazione dovrà rispettare norme sempre più stringenti che dovranno garantire un sistema di movimentazione meno dannoso possibile per l’ambiente. In questa direzione, Giorgio Neri (direttore tecnico diAmbiter, società di ingegneria ambientale di Parma che opera da diversi anni nello sport) suggerisce la stesura di unprotocollo istituzionale e riconosciuto a livello internazionaleche identifichi i requisiti minimi necessari alla classificazione di un evento sportivo come “ecosostenibile”. Il primo focus sarà la gestione deitrasporti, che dovranno sempre più esserealimentati da combustibili a basso impatto ambientalee tendere alla diminuzione del ricorso a materia prime non rinnovabili. Oltre a rendere ancor più efficiente ed esaustiva la gestione dei rifiuti e raccolta differenziata, sarà necessaria unadivulgazione dell’importanza ambientale. La Fifa (Federazione internazionale che disciplina il calcio) ha iniziato a occuparsi di sostenibilità nel 2006, facendo interventi sulla compensazione del carbonio già durante i Mondiale in Germania. Da quel momento, l’obiettivo è rimasto quello di far rispettare agli impianti il consumo energetico, idrico e la gestione dei rifiuti, introducendo regolamenti per l’occupazione e l’etica commerciale. La speranza è quella di immaginare un futuro sempre più sostenibile per il nostro Pianeta e, come riportato daHealty Peolpe, Healty Planet, “il benessere delle persone non può prescindere da quello ambientale”. Il primo passo è quello direndere le attività sportive sempre più carbon freeattraverso l’utilizzo di energie rinnovabili e la creazione di sistemi di luce a led. Tutte innovazioni sulla quali poggiano le strutture del futuro, volte ad alterare sempre meno la biofisicità della Terra. Ilpadelè stato il primo sport pensato e ideato inottica green,grazie alle strutture modulari a zero cemento e facilmente rinnovabili. L’intervento necessità con urgenza di sostenibilità è larivisitazione di tutti gli strumenti sportivia disposizione delle rispettive attività. Come riportato dainnesti.com, letavole da surf,per esempio, saranno presto realizzate conplastica riciclata, mentre le reti per la pallavolo saranno realizzate con reti da pesca recuperate dagli oceani (grazie al progettoGood Net). Lo sport diventerà davvero sostenibile quando l’impatto che esercita sull’ambiente sarà ridotto quasi a zero. Ridurre la quantità di motori a disposizione è il primo passo, così come la ridefinizione di tutto l’equipaggiamento tecnico. Con la diffusione di una cultura sportiva dall’impronta ecologica,sport e ambiente faranno parte della stessa squadra.