La polvere riciclabile che purifica l’acqua

La polvere riciclabile che purifica l’acqua

 

Sebbene nel 2010 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia riconosciuto esplicitamente ildiritto umano all’acquae ai servizi igienico-sanitari, un diritto secondo cui tutti debbano avere “acqua sufficiente, continua, sicura, accettabile, fisicamente accessibile e convenienteper uso personale e domestico”, a distanza di 13 anni sembrano ancora mancare prerogative importanti, come quelle legate allasicurezzae allapotabilità. Secondo laWorld Health Organization,infatti, a livello globale circa2 miliardi di personeutilizzano acqua potabilecontaminata microbiologicamenteche, ogni anno, causa quasi1 milione e mezzo di mortinel mondo, soprattutto bambini di età inferiore ai 5 anni, per malattie strettamente collegate alla contaminazione, comecolera, diarrea, dissenteria, epatite A, tifoepoliomielite. Buone notizie riguardo il tema, però, arrivano dagli scienziati e dai ricercatori dellaStanford Universitye delloSlac National Accelerator Laboratory,che hanno inventato unapolvere riciclabilea basso costo cheuccide migliaia di batteri presenti nell’acquaal secondo, se esposti alla normale luce solare, rendendo così l’acqua pulita e sicura. I risultati del “disinfettante ultrarapido”,pubblicati suNatureWater,rappresentano un importante progresso per quasi il 30% della popolazione mondiale senza accesso all’acqua potabile sicura e segnano un punto di svolta verso unmiglioramento delle condizioni di vitaper esseri umani che vivono in condizioni di grave povertà e isolamento. La “polvere magica” appena scoperta dai ricercatori statunitensi si è rivelata una vera e propriainnovazione rivoluzionariaper ladepurazione dell’acqua: infatti, mentre le tecnologie per il trattamento dell’oro blu finora conosciute e utilizzate sfruttanoprodottichimici(che generano spesso rifiuti tossici) eluceultravioletta(che impiega un tempo relativamente lungo per disinfettarsi e richiede una fonte di elettricità), la sostanza nata a Stanford lavora sotto forma di unapolveremetallicainnocua, costituita da scaglie nanometriche di ossido di alluminio, solfuro di molibdeno, rame e ossido di ferro cheassorbono sia i raggi UV che la luce visibile ad alta energia dal sole. «I materiali sono a basso costo e abbastanza abbondanti. L’innovazione chiave è che, quando sono immersi nell’acqua, funzionano tutti insieme», ha spiegato l’autore senior Yi Cui, il Fortinet Founders Professor di scienza e ingegneria dei materiali (Mse)e diEnergy Science & Engineeringpresso laStanford Doerr School of Sustainability. Per eseguire il test, gli scienziati hanno utilizzato un bicchiere da200 millilitri di acquaa temperatura ambiente contaminata da circa1 milione di batteridiEscherichiacoliper ml. Dopo aver versato la polvere disinfettante nell’acqua contaminata e averla mescolata, gli scienziati hanno esposto la miscela alla luce solare e nell’arco di60 secondinon sono stati più rilevati batteri vivi. La polvere, infatti, agisce assorbendo i fotoni e rilasciando gli elettroni che producono radicali idrossilici, in grado diuccidere finoal 99% di batteri e viruse scomporsi rapidamente inelementiinnocui, permettendo di bere l’acqua già dopo pochi minuti dal trattamento senza pericoli per la salute. La notizia diventa ancora più straordinaria se si pensa che non si tratta solo una scoperta rivoluzionaria, ma anchesostenibile: la “polvere magica”, infatti, è anchericiclabile. Per confermarlo, i ricercatori hanno utilizzato il magnetismo per raccogliere la stessa polvere 30 volte per trattare30 diversi campioni di acqua contaminata: così, dopo la disinfezione di un primo bicchiere d’acqua, attraverso unmagnetehanno raccolto dal liquido ormai depurato la polvere metallica, per poi ricaricarla in un altro bicchiere di acqua contaminata e ripetere il processo di pulizia. «Riteniamo che la nostra nuova tecnologia faciliteràcambiamentirivoluzionarinella disinfezione dell’acqua e ispireràulterioriinnovazioniin questo entusiasmante campo interdisciplinare», ha dichiarato Tong Wu, autore principale dello studio, ex studente post-dottorato di scienza e ingegneria dei materiali (Mse) presso laStanford School of Engineering. Infatti, anche se al momento l’esperimento si è concentrato suEscherichiaColi, il team diStanfordeSlacprevede di testare lanuova polvere anche sualtri agenti patogenitrasmessi dall’acqua, inclusivirus, protozoi e parassiti che possono causare gravi malattie o addirittura la morte.