Alluvione Emilia-Romagna: danni per oltre 7 miliardi

Anche se la«La fase dell’emergenza acuta» è passata,come spiega il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, l’allerta resta alta inEmilia-Romagna. Mentre il presidente della RepubblicaSergio Mattarella,ha visitatoi territori colpiti dall’alluvione, daForlì a Faenza, fino a Ravenna, e ha incontrato i volontari che da giorni spalano il fango nelle strade cittadini, si inizia anche a fare laconta dei danni. Il Capo dello Stato ha deciso didevolvere la somma di denaro delpremio Paolo VI,ricevuto dal papa, ma per la ricostruzione serviranno grandi sforzi. Oltre a provocare lamorte di 15 persone, le violente precipitazioni, l’esondazione di diversi fiumie le conseguenti frane hanno dissestato anche numerosi settori dell’economia locale, a partire dall’agricoltura. Per la vicepresidente della Regione con delega alla protezione civile Irene Priolo,i danni ammontano «almeno a7 miliardi».La stima potrebbe peròessere al ribasso;potrebbero anche superare i 12 miliardi del terremoto del 2012, visto che, in questo caso, sono statecolpite anche strade, ferrovie, ponti e altre infrastrutture. Ad accusare il colpo sono stati anche i vari canali e fiumi che irrigano i consorzi di bonifica, già prosciugati nei mesi invernali dalla siccità. Durante le 2 alluvioni del 5 e del 16 maggio, affermaArpa,sono caduti 350 milioni di metri cubi d’acquasu un’area di800 chilometri quadrati. «Si tratta -ha spiegato Sandro Nanni, responsabile del servizio Meteo-Clima- di circa il60%delle precipitazioni medie di tutto l’anno». Gli effetti si sono visti su 23 fiumi: il Savio, il Lamone, il Santerno, il Montone e l’Idice sono straripati in alcuni munti, mentre hanno rotto gli argini in altri. Leesondazionihanno colpito lecase di almeno20.000 persone, secondo gli ultimi dati (ancora incompleti) della Protezione civile. Nella provincia diRavenna,la Prefettura stima5.500 evacuati,di questi 2.000 solo a Faenza; oltre ai 1.128 che sono ospiti in alberghi o strutture comunali, ce ne sono molti altri che sono stati accolti da amici e parenti. Molti lavoratori, soprattutto quelli impiegati nellafiliera agricola, passeranno un periodo duro:perColdiretti, sono a rischio50.000 posti. Nonostante siano passate quasi 2 settimane dall’ultima precipitazione,l’acqua sommerge ancorai campidella Food valley italiana. Potrebbe essersi “perduta la produzione di almeno400 milioni di chili di grano, in una regione che produce un terzo di tutto il grano tenero nazionale”dice l’associazione. È però in pericolo anche un’altra eccellenza del territorio emiliano romagnolo: lafrutta. Il raccolto dialbicocche, pesche, kiwi, pere e mele«sarà compromesso per i prossimi 4 o 5 anni»:le radici degli alberi, infatti, stanno marcendo perché immerse nell’acqua. L’impatto è stato pesante anche su strade e ponti. A risultare distruttive sono state soprattutto lefrane, ben758 di grande portata, secondo l’assessorato alla Protezione civile. Nella provincia di Forlì-Cesena se ne contano 351, mentre nel Ravennate 248. Ce ne sono state poi migliaia di più piccole. I piccoli Comuni e le frazioni in prossimità dell’Appenninosono oraquasi isolati: 772 strade comunali e provinciali risultano infatti inagibili. Tra queste, a470 sono completamente inaccessibili,mentre 312 lo sono solo per alcuni tratti. Tra Forlì e Cesena sono chiuse totalmente al traffico 210 vie e parzialmente altre 102. Significativi anche i danni sullalinea ferroviaria Adriatica.L’interruzione della tratta Forlì- Faenza, complicava enormemente i viaggi da Nord a Sud, anche dei treni ad alta velocità, costretti a fermare la loro corsa o a deviare allo snodo diBologna.