Usa: i manifestanti di Black Lives Matter saranno risarciti

Sono almeno19 le città degli Stati Uniti che hanno accettato di pagareun totale di oltre 80 milioni di dollari dirisarcimentiaimanifestanti feritidalla polizia durante le proteste del 2020 scaturitedopo l’omicidio di George Floyd,riporta ilGuardian. New York, Filadelfia, Denver, Atlanta, Los Angeles, Oakland, Milwaukee, Kansas City e Portlandsono tra le città che finora si sono accordate con le vittime delle proteste, ma per Mara Verheyden-Hilliard, direttrice esecutiva delCenter for Protest Law and Litigation, molte cause legali sono ancora in corso ela cifra del risarcimento è destinata ad aumentaresenza precedenti nella storia del Paese. Lo stessoCenter for Protest Law and Litigationha intentatouna causa contro la polizia della città di Dalton, in Illinois, per chiedere di risarcire 2 manifestanti arrestati nel corso di una protesta pacifica per aver insultato alcuni poliziotti. Male accuse più gravial momento sono quelle registratetra New York, Seattle, Minneapolis eLos Angeles. Nel corso dei processi seguiti alle manifestazioni,New York ha scoperto che 146 agenti avevano commesso abusi di potere durante le proteste(tra questi c’è anche un agente che ha guidato un’auto contro i manifestanti), mentre le città diFiladelfia, Minneapolis e Los Angelesritengono che i propri dipartimenti dipoliziasiano responsabili dicattiva condotta,come per esempio di aver spruzzato spray al peperoncino negli occhi di civili inginocchiati a terra o aver sparato alla testa dei manifestanti con proiettili di gomma. In alcuni casi, i responsabili sono stati licenziati e incriminati, ma pochi sono stati condannati. Legati e feriti conmanganelli,gas lacrimogeni, spray al peperoncinoeproiettili di gomma: in tutti gli Stati Uniti i manifestanti accusano la polizia di essere stati sottoposti ad azioni di forza eccessiva nel corso di proteste che hanno denunciato ilrazzismosistemico e l’uccisione sproporzionata di neri americani da parte delle forze dell’ordine. I processi che sono seguiti hanno rivelato gli abusi perpetrati dalla polizia per isolare, sottomettere o scoraggiare i manifestanti in città grandi e piccole del Paese che, a seguito di queste violenze, hannopromesso di rinnovare l’organizzazione dei propri dipartimenti di polizia. Dopo le proteste del movimentoBlack Lives Matter, il consiglio comunale di Minneapolisha promesso di definanziare la polizia localeresponsabile della morte per soffocamento di George Floyd, ma il suo budget al contrario è cresciuto. La città è ancora in attesa dei risultati di un’indagine federale per stabilire se la polizia abbia agito secondo un “modello o pratica” incostituzionale o illegale, ma intanto un’indagine del Dipartimento per i diritti umani del Minnesotaha rivelato che le forze dell’ordine hannoagito per oltre un decennio secondo un modello di discriminazione razzialeconsolidato. In alcune città statunitensi, la polizia operava sotto la supervisione federale per le violazioni dei diritti civili già da prima che le proteste del 2020 avessero luogo e alcuni dipartimenti stanno ora chiedendo di interrompere la supervisione. Come nel caso diSeattle, dove il dipartimento di polizia sostiene di aver rivisto e adeguato le proprie attività da quando gli investigatori nel2011hanno scoperto che gli ufficiali ricorrevanotroppo rapidamente e troppo spesso all’uso della forza, anche quando questa non era necessaria. Secondo leNazioni Unite, che a inizio maggio hanno concluso una missione di 2 settimane nel Paese nell’ambito di un’indagine internazionale istituita dal Consiglio per i diritti umani dopo l’assassinio di George Floyd, i singoli provvedimenti negli Stati e nelle città americanenon bastano: il Governo Usa deve intervenire persuperare la violenza razzista e quotidiana delle forze dell’ordine.Per Tracie Keesee, una dei due esperti indipendenti delle Nazioni Unite “la discriminazione razziale permea ogni contattato col pubblico delle forze dell’ordine, dal primo incontro passando per l’arresto, la detenzione, la condanna e la privazione dei diritti civili”.