Africa Day: perché serve un trattato per il libero commercio

Africa Day: perché serve un trattato per il libero commercio

 

In un mondo che sempre più si contrappone tra Occidente e Oriente, l’Africacelebra la suadiversitàe cerca di smussare i contrasti esaltando i valori comuni. E così, mentre nel resto del mondo si minacciano guerre commerciali, prendendo come spunto la sicurezza nazionale, iPaesi africaniproseguono nel cammino virtuoso dellacreazione di un’area di libero scambioche dovrebbe essere estesa a tutto il Continente, attraverso l’implementazione dell’AfCFTA(African Continental Free Trade Area). Spesso illibero scambioè visto come un meccanismo perpromuovere la concorrenza tra i Paesie creare benessere diffuso, anche se può condurre a situazioni di forteinterdipendenzacon conseguenze che possono avere effetti negativi, come il conflitto Russo-Ucraino ci sta tristemente insegnando. Sotto il profilo storico, il libero scambio è stato spessoosteggiatodai Paesi africani, attraverso l’innalzamento di vere e proprie barriere commerciali volte a proteggere le proprie imprese e commerci, anche a scapito delle classi sociali più deboli. Sebbene questa sia stataa lungo una tendenzanel continente, in Africa sono altrettanto radicati ivalori dell’unione e del durolavoroed è per questo che abbiamo modi di dire come “Ci vuole un villaggio per crescere un bambino” o “per andare vicino puoi camminare solo, se vuoi andare lontano devi camminare insieme”. In questo senso crediamo che l’AfCFTAsia ilvillaggio dove crescerà il bambino che è l’Africain questo momento. Tuttavia, perché un villaggio sia prospero, ha bisogno di un grande leader. Laleadershipall’interno dell’Unione Africana quindi ha un ruolo importante per potere garantire l’unità e l’inclusività continentale, fungendo da scudo contro le influenze esterne negative, rompendo tutte le barriere esistenti al commercio e negando le false narrazioni. L’Africa deve esserepronta ad andare oltre i propri limitie ciò richiede una forte leadership a livello continentale che possa creare un seguito nei vari Paesi. Per rimanere negli adagi creati dalla saggezza popolare, è utile ricordare il detto“chi pensa di comandare e non ha nessuno che lo segue sta solo facendo una passeggiata”:ebbene questo è proprio quello che non vogliamo. Il libero scambio, che l’AfCFTAdovrebbe garantire, costituisce inoltre un ottimo inizio e un’occasione favorevole perassicurare un futuro prospero ai giovani e alledonne africane.L’AfCFTAha infatti obiettivi economici ambiziosi, soprattutto per la componente femminile che, diversamente da altri continenti, rappresentano una percentuale assai elevata dell’imprenditoria (circa il 25%). Del resto, in Africa le donne sono il punto di partenza di qualsiasi iniziativa che voglia essere di successo, come ben sanno le organizzazione internazionali quando lanciano i vari programmi di sviluppo e, nellaGiornata dell’Africa, consideriamo l’AfCFTAcome l’inizio di una nuova eraper il continente, perché punta adaumentare la partecipazione economica delle donne, superando le discriminazioni di genere che si stima costino all’Africa una perdita media di 95 miliardi di dollari l’anno. Allo stesso modo, crediamo che l’Unione Africana (UA) debba prestare la stessa attenzione all’attuazione della sua Strategia per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile. Se ci pensiamo bene, la qualità degli “obiettivi economici da sogno” dell’Africa non può essere veramente raggiunta se un genere è trascurato e non si sente socialmente sicuro di contribuire. Del resto, come ha detto una volta l’economista indiano Amartya Sen,“la disuguaglianza di genere non è la condizione umana naturale”. In questa giornataguardiamo quindi con ottimismo al futuro dell’Africa, anche se sappiamo che la vera crescita potrà essere assicurata soltanto attraverso una versione olistica di tutti gli aspetti che caratterizzano il continente.