La genetica determina le tue scelte?

Cosa determina se ti piaceil tè o il caffè? Se preferisciil dolce o il salato? Se amiil rock o la musica classica? Pare che in tutto questo, centrila genetica. In fatto digusti e abilità,il nostropatrimonio genetico(quello che ereditiamo dai genitori e una settantina di mutazioni spontanee) sembra incidere più di quanto fossimo disposti a credere in passato. Bastano, per esempio, minuscole variazioni a far sì che una persona sia, per l’appunto, più o meno sensibile al sapore amaro della caffeina. Lo stesso vale per chi preferisci gli sport di squadra a quelli in solitaria e viceversa. Come racconta laBbc, un gruppo di scienziati islandese ha fondatonel 1996una società chiamatadeCODE genetics, che ha sequenziato negli anniil numero più elevato al mondo di genomi completi: oltre 400.000. Attraverso un lungo e delicatissimo processo, l’azienda ha contribuito in maniera rilevata alla comprensione deirischi ereditari di molte malattie, come l’Alzheimer, la schizofrenia, le patologie coronariche, e varie tipologie di tumori. Il Dna viene estratto dai campioni e inserito in macchine di sequenziamento. In un secondo momento,gli algoritmi di intelligenza artificialecollegano questo codice genetico a informazioni dettagliate conservate nellebiobanche. Si tratta di un processo non solo utile dal punto di vistamedico-sanitario, ma anche in grado di spiegare, entro certi limiti,la nostra personalità e le nostre scelte di vita. C’è per esempio una particolare variante genetica, scoperta dagli scienziati dideCODE,che determina la passione o meno per i cruciverba. Un sondaggio condotto15 anni fa su 2.000 adulti britanniciha fatto ipotizzare per la prima volta l’esistenza di “un gene dell’hobby”. La semplice osservazione dell’albero genealogico di una personae deipassatempi preferiti dai propri antenatisuggeriva una forte inclinazione verso certi tipi di attività. Molti dei partecipanti al sondaggio avevano scoperto che le proprie passioni – collezionismo di francobolli, giardinaggio, cucina etc. – erano le stesse anche a distanza di generazioni. Diversestartup tecnologichesono da anni alla ricerca dei cosiddettigeni del talento, varianti genetiche da ricollegare ad abilità particolari. I genetisti delMax Planck Institutedi Lipsia, inGermania, hanno recentemente cercato di dimostrare il legame tra un gene chiamato ROBO1 che controllalo sviluppo della materia grigiain una parte del cervello coinvolta nellarappresentazione dei numeri e le capacità matematiche di un bambino. Ma finora che si tratti di doti di calcolo, musicali o atletiche, la genetica si è dimostrata solo una parte relativamente piccola di questa equazione. Secondo Danielle Dick, professoressa di psichiatria allaRutgers Universitynel New Jerseye autrice del libroThe Child Code, la maggior parte degli elementi che caratterizzano la nostra personalità – l’essere estroversi o introversi, riflessivi o impulsivi – dipende, almeno in parte, dalla genetica. Persone che svolgono un certo tipo di lavoro, imprenditori/imprenditrici, amministratori/amministratici delegati/e, atleti e atlete in sport estremi tendono ad assumersi, in modo più naturale, dei rischi. Allo stesso tempo, però, gli amanti del rischio hanno maggiori probabilità di sviluppare dipendenze, mentrele varianti genetiche responsabili della creatività e dell’estrosembrano favorire lo sviluppo di patologie psichiatriche, come la schizofrenia. Le persone maggiormente impulsive potrebbero cogliere opportunità che altri non sfrutterebbero, ma possono anche essere più propensi a sviluppare forme di dipendenza dal gioco d’azzardo, all’abbandono della scuola o al licenziamento. I sociologi dellaYale School of Public Healthhanno intrapresouno studio su 178 coppie sposate, di età compresa tra 37 e 90 anni. A ciascun partner è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative alla propria felicità e al senso di sicurezza nella relazione e di fornire un campione di saliva che sarebbe stato utilizzato per analizzare determinati geni. Gli scienziati concordano da tempo sul fatto che la genetica svolga un ruolo rilevantenelle nostre scelte in fatto di amicizie e partner romantici. In entrambi i casi tendiamo a stringere legami con persone chehanno caratteristiche fisiche simili alle nostre. Non solo, ma i geni finiscono per incidere anche sulla nostra capacità di mantenere una relazione stabile e felice nel corso del tempo. Lo studio condotto dal team diYaleha esaminatol’influenza dell’ossitocina, un ormone responsabile del benessere psicologico e che contribuisce a instaurare legami più saldi e profondi con il proprio partner, scoprendo che quando almeno uno dei componenti della coppia presentavauna certa variante genetica che aumenta l’attività dell’ossitocinae rende il sistema nervoso più ricettivo e sensibile ai suoi benefici, il paziente in questione aveva meno probabilità di sviluppare forme di attaccamento ansioso, e la coppia risultava complessivamente più felice.