3 libri su donne che hanno fatto la storia

3 libri su donne che hanno fatto la storia

 

Il 21 maggio 1932 Amelia Earhart attraversa l’Atlantico in solitario. A bordo di un Lockheed Vega impiega quattordici ore e cinquantasei minuti per volare dall’isola canadese Terranova a Londonderry, nell’Irlanda del Nord.È la prima donna a farlo, la seconda persona al mondo a riuscire nell’impresa. Quella dell’aviatrice, scomparsa nel 1937 nell’Oceano Pacificomentre tentava un’altra sfida, il giro del Mondo, è una di quelle vicende che hanno fatto la Storia e che, a distanza di quasi un secolo, continuano ad appassionare tantissime persone, generazione dopo generazione, ispirando vite, libri, film, serie tv e canzoni o continuando a influenzare il mondo in cui viviamo. Oggi vogliamo proporti3 racconticome questi, suggerendoti altrettante biografiedi donne che, ognuna a modo proprio, hanno influenzato profondamente la storia, lasciando un segno indelebile del loro passaggio. Felice di volare, Amelia Earhart, Elliot Edizioni, 188 p., 12,50€ Non potevamo che partire da qui: scritto proprio nel 1932 quello di Amelia Earhart è unmemoirin cuil’aviatrice più famosa della storia– che detiene ben 16 record mondiali –racconta la nascita del suo interesse per il volo e le sue avventure. Non si tratta, però, (solo) di un’autobiografia: tra le pagine, infatti, non ci sono solo le incredibili imprese di Earhart, che l’hanno portata a diventare un simbolo di perseveranza e un modello per tantissime ragazze ancora oggi. Accanto ai “ricordi della mia vita in volo”, come recita il sottotitolo, si affiancano quelli dialtre aviatrici, pioniere che, come Earhart, hanno dovutocombattere per trovare il loro posto in un mondo di uomini, e l’hanno fatto con impegno e determinazione, senza avere paura di puntare al cielo. Maria Antonietta. Una vita involontariamente eroica, Stefan Zweig, Castelvecchio Editore, 432 p., 16,50€ Se c’è una figura passata alla storia che tutti credono di conoscere èMaria Antonietta. Siamo cresciuti con Lady Oscar, abbiamo imparato a memoria la battuta «che mangino brioche», riferita al popolo affamato in rivolta per chiedere del pane ma mai davvero pronunciata, e abbiamo adorato i suoi outfit nel film di Sofia Coppola. Stefen Zweig ci mostra però che non è così, chedietro le leggende, la propaganda e le centinaia di rappresentazioni che negli anni si sono avvicendate una dopo l’altra c’è unaRegina diFranciache non conosciamoe che la storia che l’ha portata dall’Austria a Versailles fino alla ghigliottina ètutta da scoprire. Labiografiadi Zweig racconta di “una donna senza particolari qualità, ma costretta dal caso e dalla storia a diventare grande”, involontariamente eroica nonostante la suabanale mediocrità. Un libro appassionante e imperdibile, soprattutto per chi è rimasto folgorato dalla vita di corte della Regina Carlotta di Netflix e non è ancora pronto a lasciare re e regine. La vita immortale di Henrietta Lacks, Rebecca Skloot, Adelphi, 424 p., 30€ Alcune persone hanno cambiato per sempre e profondamente il corso della Storia, eppure potreste non aver mai sentito parlare di loro. È il caso diHenrietta Lacks, il cui nome, e soprattutto le sue inizialiHeLa, saranno probabilmentefamiliari a chi lavora in campo biomedico ma sconosciuti al grande pubblico. Henrietta Lacks lavorava, come i suoi antenati schiavi, in un campo di cotone della Virginia.Alla sua morte per untumore all’uteroi medici prelevarono, senza alcun consenso, alcune cellule tumorali e dopo aver scoperto che continuavano a svilupparsi fuori dall’utero le commercializzarono. Fu una scoperta capace di rivoluzionare la storia della medicina e, grazie a quellecellule che sono vive ancora oggi, la ricerca scientifica ha potuto progredire in moltissimi campi, dalla cura dei tumori a quella della poliomelite, dall’Aids alle ricerche sulla forza di gravità. La famiglia Lacks lo scoprì solo dopo un ventennio, quando ormai lecellule HeLaerano un business milionario. Rebecca Skloot racconta lastoriadi Henrietta e delle sue cellule “immortali”, una storia ancora viva proprio come quelle cellule e un destino che continua a interrogarci su etica, consenso e suldopo di noi, oltre che sul lato meno glorioso della storia della medicina e della ricerca scientifica.