Mentoring, per stare “Fianco a Fianco” dei giovani migranti

Mentoring, per stare “Fianco a Fianco” dei giovani migranti

 

Nel 2023 sono giàpiù di 19.600 i ragazzi e le ragazze minorenni stranieri non accompagnatiche sono stati accolti in Italia. La maggior parte,circa il 69%, ha tra i 16 e i 17 anni. Un’età in cui manca poco al raggiungimento dei 18 anni, momento in cui gli obblighi di tutela e protezione che lo Stato italiano ha nei loro confronti cambiano. 2 realtà hanno messo insieme le forze per sostenerei giovani migrantie rifugiati nella transizione all’età adulta, per fare in modo che le cure e la protezione ricevute fino al raggiungimento dei 18 anni non vengano interrotte e ciascuno possa diventare un cittadino attivo. Si tratta diUnicefeRefugees Welcome Italia, che di recentehanno diffuso leLinee guida per il Mentoring, un modello che prevede che i membri della società civile affianchino i giovani neo-maggiorenni migranti e rifugiati per supportarli nel percorso in Italia e favorirne l’inclusione sociale. Fianco a Fianco, lanciato nel 2020, assume particolare importanza soprattutto quando si parla diminorenni stranieri non accompagnati: bambini e bambine che arrivano in Europa senza figure adulte di riferimento, a cui qualcuno (al loro finco) potrebbe cambiare la vita. È accaduto a Destiny, una giovane donna di 20 anni, originaria della Nigeria, che nel 2016 è arrivata da sola a Lampedusa. “Fino a qualche mese fa aveva molta paura del mare. Adesso ha un sogno, imparare a nuotare e persino fare un giro in barca a vela”, spiegaRefugees Welcome Italia Onlus.Appena dopo lo sbarco, Destiny è stata trasferita in una comunità per minori ad Aragona, nell’entroterra siciliano, dove è rimasta fino a 18 anni. Quando ha deciso di rispondere alla call del progetto, Destiny viveva a Palermo da qualche mese e lavorava come badante per una donna anziana che la ospitava in casa sua. Ma il clima era “pesante, anche per l’atteggiamento, chiaramenterazzista, di una delle figlie dell’anziana”.Fianco a fiancol’ha messa in contatto con Licia, una donna palermitana di 58 anni, cheoggi è la sua mentore da quasi un anno. Da lei, Destiny ha ricevuto sostegno morale ed è riuscita ad abbandonare il completo isolamento in cui era costretta a vivere. Ha lasciato il lavoro e hainiziato una nuova vita. E Licia continua a essere la sua mentore. Il mentore, in questo specifico caso Licia, è “una figura flessibile in relazione ai diversi bisogni, desideri e progetti della persona che affianca”. È una persona con cui è possibile creare una relazione significativa, basata sulla fiducia reciproca, in un momento delicato come il passaggio all’età adulta. Dall’inizio della sperimentazione a oggisono state coinvolte 4 città italianeeseguito il percorso di 144 mentori e 144 giovani, mentre cresce il numero di attivisti e attiviste che si stanno formando affinché ilmentoringpossa raggiungere nuove persone. LeLinee Guida per il Mentoringsono le prime in Italia dedicate all’argomento e nascono per definire questo modello e mettere a sistema le esperienze sul campo,fornendo strumenti per replicare l’esperienza stessa:dalle modalità dioutreach(sensibilizzazione) deimentors(come Licia) e deimentees(i giovani e le giovanimigranti come Destiny) alla formazione; dalla definizione dei criteri per l’abbinamento, al tipo di accompagnamento necessario per sostenere la relazione, e così via. “Abbiamo voluto offrire uno strumento utile ai Gruppi Territoriali che vogliano attivare e sostenere relazioni di mentoring nei loro territori, ma anche sviluppare una proposta che divenga opportunità di confronto e scambio di esperienze con le altre organizzazioni che oggi, sempre più numerose, stanno sviluppando in Italia programmi di mentoring”, spiega il report realizzato daRefugees Welcome Italiacon il sostegno diUnicef. Le linee guida dimostrano come «ilsupporto individuale di un adultopossa avere un impatto significativosui percorsi di vita di adolescentie giovani adulti» spiega Sarah Martelli, coordinatrice a interim della rispostaUnicefin Italia. Fabiana Musicco, direttrice diRefugees Welcome Italia, sottolinea come l’esperienza quadriennale diFianco a Fiancofaccia emergere come le reti informali di sostegno «siano complementari a quelle formali e altrettanto fondamentali nel promuovere l’inclusione di giovani migranti e rifugiati. Le linee guida hanno l’obiettivo di sistematizzare questa pratica, per fare in modo che cresca e si diffonda sempre di più».