El Niño: si rischia di raggiungere il +1,5 °C prima del 2027

La temperatura media globale potrebbe raggiungeregli 1,5 °C in più rispetto all’era preindustriale, prima di quanto pensiamo. In un nuovo studio,l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo)spiega come esista il66% di probabilità(2 su 3) che ciò accada, per almeno un anno, già prima del2027. Non è però finita: nei prossimi 5 anni dovremo anche affrontarel’anno più caldo di sempre. Il ritorno diEl Niño, un complesso evento climatico che avviene con cadenza periodica nel Pacifico meridionale,entro la fine del 2023, potrebbe amplificare gli effetti dell’emergenza. Il limite di 1,5 °C è stato concordato dai Governi, dopo varie trattative e compromessi, nell’ambito dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015, a Cop21. A spingere per la sua adozione, sono stati i Paesi più esposti ai fenomeni meteorologici estremi causati dallacrisi climatica, comealluvioni, siccità o innalzamento degli oceani. Superare la soglia di riscaldamento simbolica infatti rischia di innescare una serie di impatti catastrofici, che potrebbero potenziarsi a cascata, diventando irreversibili, come ha spiegato nel 2018 l’Intergovernmental panel on climate change(Ipcc). Latemperatura media globale più alta registrata fino a ora è stata di1,28°C,al di sopra dei livelli preindustriali (quelli tra il 1850 e il 1900). LaWmoesegue ogni anno una stima delleprobabilità di oltrepassare gli 1,5 °C nei successivi 5 anni.Nel corso del tempo sono aumentate drammaticamente: nel 2015 erano pari a 0, mentre tra il 2017 e il 2021 hanno raggiunto il 10%.Nel 2022 sono diventate 1 su 2 (il 50%). Il66%, calcolato per il 2023, è accompagnato da un’altra previsione preoccupante: quasi certamente (nel98% dei casi), almeno1 dei 5 anni che ci separa dal 2027 sarà il più caldo mai registrato.Le temperature supereranno persino i record del 2016, dovuti all’influenza diEl Niño. Questo evento è parte di un sistema meteorologico oscillante che si sviluppa nell’OceanoPacifico.Negli ultimi 3 anni, il mondo si è trovato nella fase di segno opposta, nota comeLa Niña. Questa ha avuto uneffetto frenante sull’aumento delle temperatureglobali. Lo sviluppo di un nuovoEl Niño,previsto per il 2023, si aggiungerà al riscaldamento che sta già sperimentando la Terra, esacerbandola. In diverse aree del mondo, già lo scorso anno, si sono registrati dei picchi, ma per gli esperti si tratta solo dell’inizio. Secondolo studiodell’Agenzia scientifica australianaCsiro,per ogni anno fino al 2027 le temperature globali oscilleranno tra 1,1°C e 1,8°Cal di sopra della media preindustriale. Questo, con alte probabilità, porterà a unadiminuzione delle piogge inAmazzonia, America Centrale, Australia e Indonesia. Si tratta di zone che ospitano imaggiori serbatoi per l’assorbimento dell’anidride carbonicasul Pianeta, già minacciati dalladeforestazionee nelle quali si verificheranno gravi fenomeni di siccità. Allo stesso tempo, afferma lo studio, ci sarannoprecipitazioni superiori alla media,nei prossimi 5 anni, inEuropa settentrionale, Alaska e Siberia settentrionale e nel Sahel (Africa). Le emissioni di gas serra, che intrappolano grandi quantità di calore nell’atmosfera, forniscono un contributo importante a questo scenario drammatico. Eppure,il mondo è ben lontano dallariduzione del 43%,necessaria alimitare l’aumento della temperatura a 1,5°C. Tuttavia, rassicura laWmo,gli obiettivi dell’Accordo di Parigi saranno vanificati solo se sfonderemo la soglia per un periodo di almeno 20 anni. «Il rapporto di oggi non significa che saremo sempre oltre il limite di 1,5 °C –ha dichiaratoil segretario generale dell’organizzazione, Petteri Taalas – ma avvisiamo che in futuro oltrepasseremo il limite temporaneamente sempre più spesso».