Caso Epstein: Deutsche Bank pagherà 75 milioni alle vittime

75 milioni, da dividere tra le 125 vittime,per ottenere un patteggiamento e chiudere la causa. Sarebbe questo l’accordo (ancora da approvare da parte di un giudice federale) raggiunto traDeutsche Banke la donna, rimasta anonima, che lo scorso anno hanno fattocausa alla banca che dal 2013 al 2018 ha avuto come clienteJeffrey Epsteine che avrebbe “facilitato la rete ditraffici sessualedel finanziere caduto in disgrazia” e morto suicida del 2019 mentre era in custodia federale in attesa di processo. La donna, che ha dichiarato di essere stata abusata da Epstein, aveva presentato una proposta di azione collettiva contro la Deutsche nel novembre 2022, quando una nuova legge ha permesso di denunciare ancheabusi sessualiper i quali era ormai scaduto il termine di prescrizione. Secondo l’accusa, la banca tedesca «hapreferito il profitto al rispetto della legge» e sapeva che avrebbe «guadagnato milioni di dollarifacilitando il traffico sessuale di Epstein». A riportare la notizia dell’accordo, che il portavoce della banca tedesca non ha voluto commentare, è stato ilWall Street Journale David Boies e Brad Edwards, gli avvocati dell’accusa, hannoaffermatoche 75 milioni di dollari sarebbero stati messi a disposizione delle oltre 125 vittime di Epstein, che in precedenza avevano ottenuto i pagamenti da un fondo di restituzione istituito dal suo patrimonio dopo la sua morte nel 2019. Si tratta, dicono, «probabilmente delpiù grande accordo per traffico sessualeche coinvolga un istituto bancario nella storia degli Stati Uniti». Nel 2020 Deutsche Bank, che ha sede a Francoforte, aveva già accettato di pagare150 milioni di dollari al Dipartimento dei Servizi Finanziari dello StatodiNew Yorka causa delle affermazioni secondo cui la banca aveva ripetutamente trascurato transazioni sospette che coinvolgevano il signor Epstein eignorato evidenti segnali di allarme sulle sue attività.Altri 26 milioni di dollari sono stati pagati dalla banca agli azionsti, che hanno accusato l’istituto di averli ingannati sul processo di selezione dei clienti. Epstein si era rivolto all’istituto tedesco dopo cheJPMorganaveva smesso di fare affaricon lui dopo 15 anni. Secondo una denuncia del Governo delle Isole Vergini, anche la banca statunitense (la più grande degli Stati Uniti e il 5° istituto bancario più grande al mondo) avrebbe “consapevolmentefacilitato, sostenuto e nascosto la rete di traffico di esseri umani”.Come riportato dalNew York Times, infatti, la banca è stata accusata di non aver segnalato “attività sospette” nemmeno dopo la condanna di Epstein del 2008. Sembra che a fare pressioni sull’istituto di credito affinché mantenesse il conto di Epstein nonostante le sue condanne sia stato Jes Staley, dirigente di lunga data della banca fino al 2013; secondo gli atti dell’accusa ci sarebbe stata una “stretta relazione personale e un’amicizia ‘profonda’ tra i due uomini” e le conversazioni suggerirebbero anche che “Staley potrebbe essere stato coinvolto nell’operazione di traffico sessuale di Epstein”. Staley non è indagato, maJPMorgan ha intentato una causa contro di lui, accusandolo di aver mentito sulla sua relazione con Epstein.