L’Iran presiederà il Forum sociale Onu per i diritti umani

«Uno schiaffo in faccia». Mariam Claren, figlia di un’attivista per i diritti umani tedesco-iraniana imprigionata in Iran, ha definito cosìla nomina del diplomatico iraniano Ali Bahreini a presidente del Forum Sociale dell’Unhcrche si terrà a Ginevra il 2 e 3 novembre 2023.Intervistatadal quotidiano tedescoDeutsche Welle, la donna ha spiegato che «come figlia di una prigioniera politica che ha vissuto in prima persona l’arbitrarietà del regime e le violazioni dei diritti umani per più di 2 anni, metto seriamente in dubbio i valori delle Nazioni Unite». Sua madre, Nahid Taghavi, è stata arrestata nell’ottobre 2020 con l’accusa di aver turbato la sicurezza nazionale e aver diffuso propaganda antistatale. Un tribunale l’ha condannata a 10 anni di carcere a seguito di un breve processo, senza alcuna prova. «Non capisco come un Paese con tali atrocità e violazioni dei diritti umani possa presiedere un forum dell’Unhcr», si è domandata Claren. La storia di Taghavi è simile a quella di tante altre persone arrestate durantele protesteesplose a settembre dopola morte della 22enne curdaMahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per non aver rispettato i codici di abbigliamento islamici. Inunaletteradatata 10 maggio 2023 efirmatadal presidente dell’Agenzia Onu per i RifugiatiVaclav Baleksi legge l’annuncio della nomina diBahreini, ambasciatore e rappresentante permanente della Repubblica Islamica dell’Iran alle Nazioni Unite. Dovrà presiedere ilForum socialedel Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani che si concentrerà “sul contributo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione alla promozione dei diritti umani, anche nel contesto della ripresa post-pandemia”. Si tratta diun incontro annualeche si impegna a “promuovere la coesione sociale basata sui principi di giustizia sociale, equità e solidarietà, nonché affrontare la dimensione sociale e le sfide del processo di globalizzazione in corso”.Ali Bahreini, il presidente-relatore che viene “nominato ogni anno dal Consiglio dei diritti umani tra i candidati nominati dai gruppi regionali”,sarà responsabile della conduzione dei dibattiti. Balek spiega di aver invitato i gruppi regionali a sottoporre le nomine dei candidati al ruolo. Ma, su Twitter, la giornalista tedesco-iraniana Gilda Sahebispiegache “all’inizio di aprile i gruppi regionali sono stati chiamati a formulare proposte.L’unico gruppo che ha risposto all’appello è stato il gruppo regionale dell’Asia-Pacifico, che ha nominato il rappresentante iraniano”. A quel punto l’Unhcrera obbligato a nominarlo in base alle norme esistenti. Anche se si tratta diregole sbagliate, che non dovrebbero permettere al “rappresentante di un regime che commette i più gravi reati contro i diritti umani” di diventare presidente, “anche gli altri Stati hanno una responsabilità. E non ne sono stati all’altezza non proponendo alternative”. Secondo i dati del report pubblicato daAmnesty Internationalrelativo allapena di morte,l’Iran hamesso a morte 576 persone nel 2022. Quasi il doppio dell’anno precedente, quando erano state 314. Il Paese èsecondo solo alla Cina, dove l’uso della pena di morte è rimasto circondato dal segreto.Gli arresti hanno superato quota 19.400, secondoi datidiffusi dall’agenzia di stampaHuman Rights Activists News Agency. Hadi Ghaemi, che dirige il Centro per i diritti umani in Iran, organizzazione no-profit indipendente con sede a New York,ha definito“scandalosa”la nomina di Bahreini. “I Governi di tutto il mondo dovrebbero comunicare direttamente con il presidente dell’UnhrcVáclav Balek per chiedere che questa nomina venga ritirata immediatamente”. Solo 2 giorni prima dell’annuncio, Ghaemiaveva invitatola comunità internazionale a “condannare fermamentela recente ondata di esecuzioni in Irane avvertire che a queste uccisioni autorizzate dallo Stato seguirà un intensificarsi dell’isolamento diplomatico ed economico”. La stessaUnhcr, in una risoluzione di novembre contro l’Iran, aveva chiestoun’indagine indipendenteriguardo la violenza della leadership iraniana contro i manifestanti pacifici.«La nomina di un funzionario iraniano a presiedere un forum dell’Unhcrmentre il Consiglio indaga sulla morte di centinaia di manifestanti pacifici in Iran riflette una scioccante cecità etica», ha detto Ghaemi aDW. Il Consiglio nazionale della resistenza iraniana, la principale opposizione al regime fondamentalista che governa l’Iran,ritieneche i gruppi regionali che non hanno nominato altri possibili candidati alla presidenza del Forum Sociale, spianando la strada all’Iran, siano “altri violatori dei diritti umani ecomplici del regime iraniano tra i Paesi asiatici”. La nomina di un rappresentante di questo regime alla presidenza del Social Forum del Consiglio per i Diritti Umani “viene interpretata dal regime comeun via libera a ulteriori torture e uccisioni”.