Londra: una metropoli dove mancano i bambini

Londrasta diventando unacittà fantasma senza bambini. Moltefamiglie, impoverite dalla crisi economica e dal costo della vita, sono statecostrette a rinunciare a vivere nei quartieri centrali della Cityperché non possono pagare i prezzi altissimi richiesti dal mercato immobiliare delle abitazioni in vendita e in affitto.Così le scuole londinesi, che hanno visto una precipitazione verso il basso nel numero degli allievi iscritti,faticano a stare a galla. Il numero dei bambini nati nella capitale d’Inghilterra si è ridotto in modo costante negli ultimi anni:tra il 2012 e il 2021 il tasso dinascitaè sceso del 17%. Questa percentuale corrisponde a23.000 bambini in meno, secondo i dati dell’associazioneLondon Councilsche raggruppa tutte le amministrazioni locali della città. Non stupisce cheil quartiere londinese più colpito dal calo delle nascite sia Camden, che ha il secondo tasso di nascita più basso di tutto il Paese: qui il prezzo medio per l’acquisto di una casa raggiunge la cifra per molti proibitiva di 1 milione di sterline. Proprio per la scarsa presenza di bambini,negli ultimi 4 anni è stata annunciata la volontà di chiudere ben 4scuoleelementaridella zona. Una di queste, la scuola cattolicaSt Dominic’sdi Gospel Oak, con una storia di 154 anni di insegnamento ai bambini, in una lettera indirizzata ai genitori degli alunni hacomunicatola decisione di procedere allachiusura ufficiale dal 31 agosto, con la rassicurazione che “nessun bambino verrà lasciato senza posto” in altre scuole locali durante il prossimo anno scolastico. La scelta è stata dettata, appunto, dalcrollo del numero degli iscritti, che l’anno scorso erano 131 e oggi sonorimasti solo 40rispetto alla capienza di 315 posti. A nulla è servita la petizione promossa dai genitori di salvare la scuola che aveva raccolto più di 900 firme. Sempre a Camden, dopo la fusione nel 2021 dellaCarlton Primary Schoolall’interno dellaRhyl Community Schoole nonostante la chiusura di altre due scuole locali, il nuovo istituto scolastico continua a faticare a riempire i posti disponibili. La preside Helen Connor, intervistata dallaBbc, ha espresso la propria preoccupazione per il futuro: «Se non riusciamo a coprire le iscrizioni, non abbiamo abbastanza soldi per l’educazione dei bambini e per mantenere aperta la scuola». Una possibile chiusura, secondo la preside, sarebbe devastante perché «il cuore della comunità – è la scuola e quando questa viene a mancare – la comunità comincia ad andare in pezzi». Nelreportdi gennaio 2023 diLondon Councils, è stato stimato chetra il 2022-23 e il 2026-27 ci sarà una riduzione del 7,6% nel numero di studenti delle scuole diLondra. Si passerà, dunque, da 96.000 a 89.000 allievi, con una perdita equivalente a circa 243 classi di bambini. Secondo questo studio, l’allontanamento della popolazione infantile dalle strade di Londra sarebbe determinato anche dallescelte familiari di lasciare la città a seguito della pandemia e della Brexit. Meno iscritti significa meno fondi a disposizione per il budget delle scuole ele possibili conseguenze sono tutte negative. Come si legge nel report, gli istituti scolastici devono infatti scegliere se “ridurre gli insegnanti e il personale di supporto o circoscrivere l’offerta formativa e le opportunità extracurricolari”. In alcuni casi, l’unica alternativa possibile è la chiusura o la fusione con un altro istituto. Per aumentare le entrate e attrarre future famiglie,laRhyldi Camden ha esteso i propri spazi anche ai neonati e ai genitori. Tra i nuovi servizi offerti, ci sono cliniche di supporto per l’allattamento e classi di insegnamento per gli adulti. Se ci spostiamo in altre aree della città,nel quartiere di Hackneyè stata data comeprobabile la chiusura di due scuoleprimarie e altre quattro potrebbero dover ricorrere a una fusione per sopravvivere, mentrea Southwark 16 scuole sono a rischio, secondo quanto riportato dallaBbc. Tra gli intervistati dall’emittente britannica, una coppia che ha preferito lasciare l’appartamento in affitto a Forest Hill per acquistare una casa sul mare nelSussexdove vivere con i due figli piccoli ha giustificato la propria scelta per motivi di sicurezza familiare, perché «non è sano che Londra stia diventando una città senza bambini, una specie di necropoli». Le difficoltà economiche collegate al costo della vita valgono anche per gli insegnanti, soprattutto quelli più giovani, che spesso non possono permettersi di vivere nei costosi quartieri di Londra e sonoscoraggiati dall’accettare offerte di lavoro nelle aree in cui si prospettano possibili chiusure.Per questo le scuole devono fronteggiare anche la questione della carenza di staff, in alcuni casi non potendo far altro che sostenere costi più alti per assumerepersonale a contratto. Nonostante le sollecitazioni delle autorità locali che chiedono investimenti per garantire la disponibilità di case popolari e l’eliminazione dei limiti alle agevolazioni per la casa,il Governo britannico sembra disinteressarsi del problemadell’esodo dei bambini dalla capitale e del conseguente svuotamento delle scuole. Un portavoce del Dipartimento di istruzione ha dichiarato che «sta agli enti locali e alle organizzazioni che gestiscono le scuole trovare un equilibrio tra la domanda e l’offerta di posti nelle scuole, in linea con il cambiamento demografico, così come è stato fatto per tanti anni». In pratica, sta dicendo agli enti che garantiscono l’educazione dei bambini: riorganizzatevi, tagliate il numero delle classi, chiudete, problema risolto. O meglio, scomparso, così come tutti i bambini che se ne stanno andando via in cerca di una vita più sostenibile.