I dispositivi ricondizionati abbattono la CO2 (fino al 91%)

La scelta deidispositivi ricondizionatirispetto a quelli di nuova produzione abbatte la CO2 fino al 91%, limita gli sprechi d’acqua del 97% e riduce i rifiuti elettronici dell’80%. I dati emergono dallo studioSustainability Impact Measurement Refurbed GmbHcheRefurbedha realizzato in collaborazione con l’istituto di ricercaFraunhofer Austria Research GmbHper rilevare l’impronta dei processi di ricondizionamento a livello globale. Ecco alcuni esempi concreti relativi a determinati articoli tecnologici molto diffusi. È la fase della produzione a racchiudere l’80% delleemissioni dianidride carbonicadell’intero ciclo di vita dei dispositivi di nuova produzione. Per un iPhone 11 di Apple si tratta di 56,9 chilogrammi di CO2, contro i soli 2,8 kg dello stesso modello rigenerato in maniera professionale. Se per la realizzazione di uniPhone 11si includono l’estrazione dei materiali, il trasporto e l’uso da parte delle persone, si delinea un impatto ambientale totale pari a 72 chilogrammi di CO2. Lo stessosmartphone ricondizionatosi ferma a 15,7 kg: così le emissioni calano del 78%. Il risparmio di anidride carbonica va dal 69% per un Lenovo Thinkpad T460 i5 rigenerato all’83% per l’Apple MacBook Air 2017. Per quanto riguardal’acqua, la realizzazione di uniPhoneprevede in media il consumo di 12.075 litri. La sua rigenerazione invece richiede solo 1.695 litri: il risparmio è dell’86%. Inoltre, se produrre unMacBook Air 2017 13.3necessita di quasi 57.000 litri d’acqua, il suo ricondizionamento si ferma a 5.385 litri, con un risparmio idrico del 91%. In questo contesto anche il ridimensionamento deirifiuti elettroniciassume un’importanza sempre maggiore, soprattutto se si pensa che l’Europa ne genera 10 milioni di tonnellate l’anno e soltanto il 40% di questi viene riciclato (Final report ProSUM). «Per presentare questi risultati abbiamo preso in considerazione tutte le tipologie di impatto ambientale», spiega l’autore dello studio Paul Rudorf dellaFraunhofer Austria Research GmbHin occasione della conferenza stampa tenuta a Vienna, «e abbiamo avuto modo di calcolare il reale impatto di un dispositivo sul Pianeta». Dal canto suo Peter Windischhofer, co-fondatore diRefurbed, si è detto convinto che la raccolta di dati e la comunicazione trasparente ai consumatori sugli effetti positivi delricondizionamentocontribuiranno notevolmente a rendere più sostenibile l’utilizzo di prodotti elettronici. Fondato nella capitale austriaca nel 2017 e attivo in 9 Paesi europei tra cui l’Italia,Refurbedè l’e-commerce dedicato a 18.000 smartphone, portatili, tablet ed elettrodomestici ricondizionati, intesi come soluzioni più eco-sostenibili e convenienti rispetto al nuovo. Un aspetto interessante del concetto diricondizionamentoè che può estendersi a diversi ambiti del vivere quotidiano. Recentemente è stato applicato anche al campo della moda:upcyclingrealizza un processo creativo che permettere di riutilizzare i capi in disuso. Tra gli obiettivi di questa operazione c’è l’abbattimento dell’inquinamento causato dall’industria del fashion, che arriva fino al 10% delle emissioni globali di CO2.