L’Ue propone la direttiva anti corruzione

Come preannunciato da Ursula Von Der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione a settembre 2022, laCommissione Ueha deciso di intraprendereun percorso di contrastopiù severo allacorruzione,con norme e standard comuni a tutela della democrazia e dell’economia europea. Mentre la presidente della Commissione aveva messo in guardia gli Stati membri dagli “agenti stranieri che tentano di influenzare il nostro sistema politico, imprese e fondazioni sospette che abusano del denaro pubblico”, l’anno scorso7 europei su 10avevano espressopreoccupazioneper la corruzione diffusa nel proprio Paese. È difficile quantificare, ma le stime più prudenti dicono che lacorruzione costa all’Ue 120 miliardi di euro ogni anno.Consultato dal Parlamento europeo,il centro studiRand, che ha preso in esame anche gli effetti indiretti della corruzione (come i disincentivi delle imprese a investire), ha rilevato che i costisupererebbero addirittura i 900 miliardi. Pagamento ditangentieaccesso privilegiatoa determinati servizi pubblici, beni oappaltisono le principali forme di corruzione diffuse nell’Unione. Ora la Commissione cerca di arginare il problema con unnuovo pacchetto di misurecon cui chiede agli Stati membri digarantire che i privilegi e le immunitàpossano essererevocati durante le indagini. La Direttiva propostaaumenta inoltre il livello delle sanzioni penaliper le persone fisiche e giuridiche earmonizza le definizioni dei reatiperseguiti come “corruzione” in modo da colpire anche l’appropriazione indebita, il traffico di influenza, l’abuso di funzioni, l’ostruzione alla giustizia e l’arricchimento illecito connesso ai reati di corruzione. A minacciare l’integrità dei Governi europei, ha sottolineato la presidente della Commissione Ue Von Der Leyen, c’è anche il ruolo degliagenti stranieri.Secondo ilCorporate Europe Observatory,per esempio, sono molte in Europa leinfluenze illecite esercitate da parte di regimi autocraticiaccusati di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. In assenza di regole per individuare e prevenire le azioni di lobbying del regime repressivo, sostiene l’osservatorio, le istituzioni dell’Ue “hanno aperto la porta a scandali di corruzione e manipolazione del processo decisionale”. Nella scala che va da 0 a 100 dell’ultimoindice di percezione della corruzionestilato dalla OngTransparency Internationalsu 180 Paesi, l’Unione europeaè, con 66 punti, la regione del mondo dove la corruzione èmeno avvertitacome un problema. Tuttavia,il report del2022mostra alcunezone grigie: mentre la Danimarca guida la classifica come Nazione più virtuosa a livello globale,la lotta contro la corruzione nel settore pubblico ha ristagnatonella maggior parte dei paesi Ue che ottengono i punteggi più alti, comeGermania, Francia, Svizzera e Olanda. Se Berlinoha nascosto i legamitra la sua Fondazione per la protezione del clima e dell’ambiente e la compagnia di gas russaGazprom, in Francia le indaginidiUber Fileshanno messo a nudo l’influenza che le grandi società esercitano attraverso l’accesso riservato e privilegiato ai decisori nel Paese. Tra gli Stati europei con i punteggi migliori, ancheBelgio,PortogalloeSpagna faticanoa implementare piani anti corruzione efficaci, mentre l’Italiasi collocaal di sotto della media europea. I risultatipeggiori, però, sono stati ancora una volta quelli diRomania, Bulgaria e Ungheria. Non essendosi adeguato alle riforme anti-corruzione richieste dall’Europa, il Governo di Budapest in particolarerischiaun taglio del 20% dei fondi comunitari destinati al Paese nei prossimi 7 anni nell’ambito del Next Generation Eu e del budget generale previsto dall’Ue.