Milano: la povertà colpisce soprattutto le donne

Donne e persone prevalentemente di nazionalità italiana. Ma anche marocchina, egiziana, peruviana, ucraina e romena. Sono questi i volti degli “esclusi”, di coloro che a Milano sonoi più colpiti dalle difficoltà economiche e sociali. Emerge dal rapporto 2022 del progetto sociale diEmergency, intitolatoNessuno Escluso. «Sono nata a Milano, ho 35 anni e vivo con mia madre in una casa popolare», racconta A.R., una delle persone che si sono rivolte al progetto. «Nel 2020 avevo un lavoro con cui contribuivo alle spese di casa, la pensione di mia madre non è mai bastata da sola a pagare le bollette e le spese. Poi con la crisi legata alla pandemia mi sono ritrovata disoccupata». Il progetto diEmergencyl’ha aiutata «conpacchi alimentarie diprodotti per igieneea trovare un lavoro stabile. Ora guadagno abbastanza per non aver più bisogno del contributo di cibo, è stato bello avvisare gli operatori che potevano dare a qualcun altro quell’aiuto». A.R. è una delle persone che, nel capoluogo lombardo, hanno subito la crisi sociale accelerata dal periodo pandemico, che ha “generato vulnerabilità che ancora non si sono risanate, mentre l’inflazione e l’aumento dei prezzi hanno acuito l’emergenza esclusione epovertà”, spiegaEmergency.ANessuno Esclusosi sono rivolte perlopiù donne: si tratta del 70,3%degli utenti presi in carico. Che in prevalenza sono italiani (27%), seguiti da persone di nazionalità marocchina (15%), egiziana (14%), peruviana (9%), ucraina (7%), romena (6%), ecuadoregna e cingalese (entrambi circa 3%), filippina (2%). I cittadini non Ue con permesso di soggiorno sono il 55,83%, mentre le persone senza permesso di soggiorno sono circa il 6%, sia tra chi proviene da Paesi europei sia tra quanti sono di Paesi extra europei.Il reddito familiare mediodi coloro che sono stati supportati dal progettoè stato pari a 750 euro al mese, “una cifra del tutto insufficiente a sopravvivere in città”, spiegaEmergency. M.E. viene dal Marocco, vive con suo marito e due figli piccoli nel quartiere San Siro. «Vengo a prendere il pacco alimentare cheEmergencydistribuisce a Primaticcio nell’Istituto pedagogico della resistenza». Si tratta di una zona a ovest del centro, in cui l’associazione l’ha aiutata anche «aiscrivere i figli a scuola e al doposcuola, così ho il tempo per fare un lavoro part time. Il suo supporto è stato centrale per superare il momento più duro della crisi». I bisogni di chi si rivolge aNessuno Esclusosono differenti: in337 hanno fatto richieste di supporto per l’area sociale(cibo, docce, servizi sociali, pratiche per l’invalidità o morosità incolpevole sulle spese abitative), in179 per quella lavorativa. Altre135 per l’area abitativa,133 per sussidi e prestazioni socialie in105 per l’area sanitaria. Infine,61 per quella amministrativa: hanno chiesto un supporto per ottenere loSpido la certificazioneIsee. Complessivamente 165 persone, di cui 53 italiani, hanno chiesto supporto per ottenere il reddito di cittadinanza. La prima forma di aiuto richiesta è il contributo alimentare: con questo interventoEmergencyha preso in carico a Milano1.380 nuclei familiari per un totale di 5.382 persone e 27.636 pacchi distribuiti(tra alimentari e igiene). Chi ne ha bisogno viene inserito in un programma di assistenza sociale più ampio con l’obiettivo di aiutarlo a trovare soluzioni durature ai propri bisogni, a emanciparsi dal sostegno alimentare. La maggior parte delle famiglie lo richiede per poi avere un supporto anche nella ricerca di un lavoro stabile (814 utenti) e una casa (522), della regolarizzazione dei documenti (461), dell’aiuto per ottenere sussidi come il reddito di cittadinanza e prestazioni sociali (407), prestazioni sanitarie (385) e altre prestazioni come il dopo scuola e la scuola di italiano (273). Molte persone hanno avuto difficoltà aottenere l’iscrizione anagrafica nel capoluogo milanese, nonostante vivano e lavorino da anni a Milano. “Succede per mancanza di documenti in regola, o a causa di un lavoro precario e irregolare oppure ancora di un affitto in nero”, spiegaEmergency. La metà delle persone aiutate daNessuno Esclusonon ha, o non ha mai avuto,la residenza, cosa che aumenta la vulnerabilità e limita le possibilità di emancipazione. Perchérappresenta il principale “lasciapassare” per accedere ai servizi territoriali, dal nido alla mensa scolastica fino alle graduatorie per una casa popolare. «Nessuno Esclusoè nato dall’evoluzione di un intervento avviato nella fase più dura della pandemia nel 2020, con il qualeEmergencyha supportato oltre 20.000 persone nel Paese distribuendo pacchi alimentari e prodotti per l’igiene personale e della casa», spiega il coordinatore diNessuno EsclusoMarco Latrecchina. «Al termine della pandemia tante, troppe persone erano rimaste in situazioni di fragilità. Abbiamo quindi attivato questo progetto pilota a Milano con l’obiettivo di garantire alle persone vulnerabili un accesso equo e inclusivo alla rete territoriale di servizi di assistenza socio-sanitaria». Affinché le famiglie possano intraprendereun processo personale di costruzione o ricostruzione della propria autonomia eindipendenza economica. Nel 2022 ben 140 persone sono riuscite a ottenere un lavoro con un contratto e possono sostenere l’economia della propria famiglia, altrettante si sono viste riconoscere delle misure di sussidio che prima non riuscivano ad avere. Più di 250 hanno ottenuto requisiti burocratici amministrativi e sono riusciti finalmente a partecipare a bandi per la casa popolare e per altre misure di inclusione.