I problemi della musica generata dall’IA

Nelle ultime settimane, l’intelligenza artificiale ha scalato le classifiche musicali, in barba alle normative sul copyright, clonando le voci diDrake e The Week-endnella virale ‘Heart On My Sleeve’,rimossadalle principali piattaforme streaming dopo aver collezionato 629.439 riproduzioni suSpotify. Altri casi di successo includono una sedicentecoverdiRihannadel brano ‘Cuff It’ diBeoyncé, un virtuale Kanye West che “acusticheggia” ‘Hey There Delilah’ dei Plain White T’s, e perfino testi “nello stile di Nick Cave”, ai quali ha risposto lo stesso cantautore australiano nella sua newsletterdefinendogli scritti apocrifi «una presa in giro grottesca» e «una sorta di burlesque». Il primo problema di questi artefatti, come anticipato, riguarda ilcopyright. L’etichettaUniversal MusichadichiaratoalFinancial Timesche non esiterà a «prendere provvedimenti perproteggere i nostri diritti e quelli dei nostri artisti», e di avere «la responsabilità morale e commerciale nei confronti dei nostri artisti di lavorare per impedire l’uso non autorizzatodella loro musica». Ma questo non è l’unico fattore di distorsione del mercato. All’inizio del mese, la startup musicale di intelligenza artificialeBoomyfondata nel 2019 haavvisatocheSpotify«ha smesso di pubblicare nuove uscite» create dal servizio di “musica generativa” –Brian Enoperdonali – e che «alcune versioni delcatalogosono state rimosse dalla piattaforma». «Questa decisione è stata presa daSpotifye dal distributore diBoomyper consentire una revisione diattività potenzialmente anomale», concludeva la dichiarazione rilasciata dalla società sul suo server Discord. Un portavoce diSpotifyha confermato aMusic Business Worldwideche si trattava distreaming artificiali, definito dall’azienda «unproblema di lunga dataa livello di settore a cui Spotify sta lavorando per eliminarlo dal nostro servizio». Già nel 2020, la società guidata da Daniel Ek aveva messo in guardia sui rischi di «flussi fraudolentie account utente associati»,avvertendoche avrebbero potuto comportare «lamanipolazione dei nostri dati, inclusi gli indicatori chiave di prestazione che sono alla base, tra le altre cose, dei nostri obblighi contrattuali con titolari dei diritti e inserzionisti». Anche gli artisti che utilizzano legalmente l’intelligenza artificiale percepiscono delleroyalty, le quali possono essere incrementate in modo illecito se i numeri degli ascolti vengono gonfiati dallefinte riproduzionidei bot. Boomy, dal canto suo, si è dichiarata «categoricamentecontraria a qualsiasi tipo di manipolazioneo streaming artificiale», e il 6 maggio haannunciatoche «la consegna a Spotify delle nuove uscite degli artistiBoomyè stata riattivata». E ha aggiunto: «Continueremo a lavorare con i partner del settore per affrontare i problemi di frode o streaming artificiale». A settembre dello scorso anno, il presidente e amministratore delegato diUniversal Music Group, Lucian Grainge, hastimatoche attualmente vengono aggiunti alle piattaforme musicali100.000 brani al giorno. «Non molte persone si rendono conto che l’intelligenza artificiale ha già contribuito in modo determinante a questo eccesso di offerta di contenuti», haaffermatoGrainge presentando gli utili del primo trimestre. Boomyha riferito che il suo catalogo conta oggi14,4 milioni di canzoni, che per la società rappresentano «circa il 13,78% della musica registrata nel mondo».