Schiaffeggiare i bambini australiani è legale

Schiaffeggiare i bambini australiani è legale

 

InAustralia, igenitorisono legalmente autorizzati a usareuna forza fisica “ragionevole”pereducare i bambini. Lo stesso vale per glioperatori sanitari, in quei momenti in cui è necessario chei piccoli pazienti mantengano la calma. Non è consentito, invece, nelle scuole o in altri ambienti educativi. Secondo diversi studischiaffeggiare i bambini può portare a una serie dieffetti negativi: 65 Paesi hanno rafforzato negli ultimi tempi il divieto di percuotere i bambini. Anche per questo, a più riprese ipedagogisti e gli psicologi australiani hanno lanciato appelli per una normativa più stringente. L’analisi pubblicatasulJournal of Family Psychology,che ha passato in rassegna75 studi condotti su un totale di 160.927 bambini,ha rilevato chela famosa “sculacciata”è associata spesso a unamaggiore aggressività e a un comportamento antisociale dei minoriche di solito la ricevono, ma anche a successiviproblemi di salute mentalee a un peggioramento dellarelazione genitore-figlio. «C’è solo un risultato positivo associato all’uso delle punizioni corporali ed è ilrispetto immediato della regola imposta, ma anche questo effetto tende a svanire nel tempo», ha spiegato il direttore dell’Institute of Child Protection Studies dell’Australian Catholic University, il professor Daryl Higgins alGuardian. «Se da piccolo impari che il tuo genitore, che ti ama, usa il potere, la forza e la violenza fisica quando non gli piace quello che hai fatto, questo inciderà sulla tua comprensione delle relazioni intime anche durante l’adolescenza e l’età adulta – ha affermato, invece, Sophie Havighurst, professoressa di psichiatria allaUniversity of Melbourne- Sappiamo poi che sussiste un rischio maggiore che un bambino, colpito durante l’infanzia, sia successivamentecoinvolto in relazioni violente domestiche,sia in quanto vittima che in quanto soggetto violento». All’estero, i divieti hanno portato a progressivi cambiamenti e unasostanziale riduzione delle punizioni corporali nel tempo.In Svezia, per la prima volta nel mondo, picchiare è stato dichiarato illegale nel 1979. La percezione delle punizioni corporali come un modo socialmente accettabile di educare i bambini è drasticamente diminuita nel corso degli ultimi decenni. Come riporta il quotidiano britannico, nel 1965il 53% della popolazione era favorevole alla punizione fisica dei bambini, cifra che è scesa all’11 % nel 1996. Nel 2000, l’86% dei bambini svedesi ha riferito di non aver mai subito punizioni fisiche. In Italia, nel 2020 laCorte di Cassazioneha condannato una madreper aver dato uno schiaffo alla figlia. Ma, come spiegava la sentenza, la condanna si è basata non tanto sul singolo schiaffo dato alla figlia, quanto per la frase “Te la faccio pagare quando ti becco senza tuo padre”, detta dalla donna. A essere condannata, quindi, è stata la minaccia futura. A essere proibito è l’abuso dei mezzi di correzione. L’articolo 571 del codice penalestabilisce che “chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a 6 mesi”. In altre parole,niente sberle ai propri figli senza delle ragioni valide.In caso di condotta reiterata, si potrebbe incorrere nell’accusa per il reato di maltrattamenti. Se il figlio è maggiorenne, invece, non è più sottoposto all’autorità del genitore e quindi uno schiaffo sarebbe a tutti gli effetti una forma di violenza. In Australia, ci sono evidenti differenze generazionali negli orientamenti rispetto al ricorso delle punizioni corporali. L’Australian Child Maltreatment Studyha rilevato cheil 38% delle persone di età pari o superiore a 65 anniritiene che la punizione fisica sianecessaria per crescere i figli, più del doppio rispetto alla percentuale riscontrabile nelle fasce d’età più basse. Tra i giovani di età compresa tra 16 e 24 anni coinvolti nel sondaggio, solo il 15% lo considerava necessario. Tra i ragazzi over 16 ma under 24 anni,il 61% ha riferito di ricordarsi almeno 4 episodi di punizioni corporalisubite da bambini. Oltre aglieffetti psicologici nel breve e nel lungo periodo, c’è anche l’aspetto legale da prendere in considerazione. Non modificando le normative in vigore a livello regionale e locale, l’Australia non adempie ai propri obblighiderivanti dall’adesione allaConvenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Gli appelli contro le punizioni corporali dei bambini non sono nuovi: nel 2013 ilRoyal Australasian College of Physiciansha lanciato una campagna per bandire schiaffi e sculacciate.