Til Schweiger: il MeToo è sbarcato in Germania?

Til Schweiger: il MeToo è sbarcato in Germania?

 

Tutto parte daun’inchiestapubblicata daDer Spiegela fine aprile e intitolata: “Lo chiamano ‘l’Imperatore’”. A guadagnarsi questo soprannome è l’attore, regista e produttore tedescoTil Schweiger.I fan di Quentin Tarantino lo ricorderanno nei panni del sergente Hugo Stiglitz, «un tedesco che odia i nazisti» – definì così il suo personaggio lo stesso Schweiger -, nel celebre “Inglourious Basterds”. Ma è, soprattutto, uno dei registi tedeschi di maggior successo. Ora è al centro di numerose accuse di di bullismo e abusi nei confronti dei suoi dipendenti sui set cinematografici dei suoi film. Tanto che la ministra della Cultura tedesca,Claudia Roth, è stata costretta a intervenire per denunciare il “clima di paura” che domina queste realtà nel Paese, chiedendo un’“indagine esaustiva” su quanto rivelato daDer Spiegeleminacciando di tagliare i sussidi statali alle produzioni cinematografiche che non rispettano le regole di protezione dei lavoratori. A cinque anni dalla nascita del movimento#MeToo, nato dopo le accuse al produttore cinematograficoHarvey Weinstein, Roth ha dichiarato che è finalmente giunto il momento di prestare maggiore attenzione anche alle accuse di abusi nelle industrie creative e culturali in Germania. Il comportamento scorrettodi Til Schweigerè stato denunciato al quotidiano tedesco da più di 50 persone,tra ex e attuali dipendenti della star del cinema: le testimonianze parlano di intimidazioni, bullismo, reazioni violente e aggressioni verbali sul set del suo ultimo film, “Manta Manta – Zwoter Teil”, che parla di una coppia che divorzia dopo 30 anni di matrimonio e di un figlio che vuole seguire le orme del padre e diventare pilota di automobili. L’attore lo ha diretto, ne è stato protagonista e co-sceneggiatore. La sua figura domina la locandina del film. Secondo quanto emerso, durante le riprese Schweiger si sarebbe presentato sul set in stato di forte ubriachezza,molestando i dipendenticon atteggiamenti aggressivi e intimidatori,prolungando gli orari di ripresa, portandoli allo stremo. Cosa che avrebbe anche provocato incidenti sul set dovuti alla stanchezza e allo stress. Maalcuni sostengono che queste dinamiche si verificassero già un decennio fa. Schweiger, 59 anni, nega le accuse. Così come la società di produzioneConstantin Filmdi Monaco di Baviera, con cui ha realizzato la pellicola, che ha ricevuto più di 2,1 milioni di euro in sovvenzioni statali. Martin Moszkowicz, il Ceo della società di produzione e distribuzione cinematografica, ha rilasciatoun’intervistaal quotidiano tedescoFaz-Frankfurter Allgemeine Zeitung- in cui spiega che è stata avviata un’indagine interna per analizzare al meglio la situazione. In un episodio, citato nell’inchiesta e confermato da Moszkowicz,un dipendente dellaConstantine Filmavrebbe cercato di impedire a Schweiger di calcare il set perché era troppo ubriaco. Poi ci sarebbe statauna colluttazione,l’attore avrebbe colpito in faccia l’uomo e le riprese sarebbero state interrotte. Lo chiamavano“l’Imperatore”perché, secondo le testimonianze,gridava, rimproverava e umiliava i dipendenti. E, col tempo, la sua posizione di potere e il consumo di alcol lo hanno portato a trasformarsi da “bravo ragazzo” a capo tirannico. Inoltre, una giovane comparsa diManta Mantaha raccontato di essere stata costretta a togliersi il reggiseno per una scena che non prevedeva un topless. Alcuni testimoni hanno deciso di rivolgersi aDer Spiegelproprio in seguito a questo episodio. Moszkowicz ha spiegato di non essere a conoscenza di questo né degli fatti accaduti, come quello ai danni di un’attrice – rinominata Tina Braun nell’articolo – cheavrebbe avuto attacchi di panico e sarebbe finita in pronto soccorso per via della pressione provata sul set di fronte all’atteggiamento aggressivo di Schweiger. «Se è così, ovviamente è grave e deve essere indagato», ha spiegato il ceo diConstantin Film. Quando gli viene chiesto se sia “normale” che accadano certe cose su un set, risponde di no, e che «l’obiettivo principale è quello di migliorare le condizioni quadro per le riprese in tutto il settore. Penso che da un lato lo stress e la pressione siano un grosso problema. D’altra parte, credo anche che dobbiamo arrivare a un codice di condotta vincolante per tutti. Noi diConstantin Filmabbiamo un tale codice morale. Tuttavia, è importante che ciò si applichi a tutto il settore». Dopo l’inchiesta diDer Spiegel, numerosi altri lavoratori dell’industria cinematografica si sono fatti avanti e hanno dichiarato chel’atmosfera tossica sul set è molto più diffusa dei soli set dei film di Schweiger. Secondo la ministra Roth, che ha parlato in conferenza stampa a Berlino, «l’industria creativa e culturale è chiaramente soggetta ad abusi di potere, ad aggressioni sessuali e alla violazione delle leggi sulla tutela del lavoro». Per questo ha chiesto un codice di condotta a cui le produzioni cinematografiche dovranno attenersi orischieranno di perdere i sussidi statali a partire dal prossimo anno. Roth ha detto che «neanche i geni artistici o presunti tali sono al di sopra della legge. I tempi in cui gli uomini patriarcali abusavano della loro posizione di potere nel modo peggiore dovrebbero essere davvero finiti. Anche se è ovvio che non tutti lo hanno capito». Un avvocato che rappresenta Schweiger,citatodalGuardian, ha detto che alcune delle «questioni» sollevate erano «sconosciute» al suo cliente, altre «insinuano questioni che non sono accadute». Per laConstantin Filmsono «oltremodo incomplete e distorte, e in alcuni casi semplicemente sbagliate».Themis, un centro di consulenza indipendente istituito nel 2018 e finanziato dal Governo tedesco,fornisce mediazione e consulenza alle persone dell’industria creativa che hanno subito abusi sessuali. Ha fatto circa 2.000 consulenze. Manon ha il potere legale di agire sulle accuse. Quelle rivolte a Schweiger hanno innescato una discussione sulla necessità di migliorare le condizioni di lavoro sui set cinematografici in Germania. Perché quest’industria è ancora ben lontana dall’essere libera da molestie e violenze sessuali.