In Italia c’è una miniera invisibile di litio geotermico

In Italia c’è una miniera invisibile di litio geotermico

 

ACampagnano(Roma) sono ricchi, ma nessuno (o quasi) lo sa. A visitare il paese non sembra certo di essere negli Emirati Arabi:una classica cittadina tranquilla, con i campi, le case, i negozi, le scuole. Edifici modesti e semplice normalità per una località della periferia romana. Eppure, pare che Campagnano sia ricca e cheil suo tesoro sia nascosto a diversi chilometri di profondità, intrappolato in acqua a 200 gradi che scorre sotto i piedi degli abitanti del borgo. Già, perchéAndrea Dini, geologo del Cnre autore di unamappatura del litio in Italia, uscita pochi mesi fa sulla rivistaMinerals,ha individuato un’enorme miniera dilitiogeotermico-cioè disciolto nell’acqua sotterranea- che si distende dalla Toscana, all’altezza del monte Amiata, fino ai Campi Flegrei, in Campania. Il metallo, detto ancheoro bianco,è prezioso per la produzione dellebatterieper i veicoli elettrici, per icellularie per i pc portatili ed è materia prima cardine per la tanto chiacchieratatransizione energetica.Tanto basta per spiegare il motivo per cui, se fino a pochi anni fa il suo prezzo era fissato a14.000 dollari a tonnellata, nel 2022 è schizzato a80.000 dollari,facendolo diventare un vero e propriometallo preziosorichiesto in tutto il mondo. Ma nel piccolo comune a nord ovest di Roma, la notizia di una miniera che nasconde un tale tesoro pare non aver ancora creato tanto scalpore. Sarà per ilpaesaggio naturale intonsoche trasmette quella sensazione di normalità che non lascia presagire nulla? O sarà forse la stranaimmobilità nei lavoriche non dà concretezza a quell’idea per cui il piccolo borgo nasconda sotto di sé un bene prezioso e ricercato da tutti? In effetti, osservando Campagnano nulla farebbe pensare all’esistenza di quella che Dini definisce«una miniera atipica»di litio:l’impatto ambientale è pressoché nullodal momento che il litio -di origine vulcanica in queste zone – si trova disciolto in acqua calda tra i 2 e i 3 chilometri di profondità enessuno si è ancora messo a lavoro per estrarlo. Non ci sono gru, non ci sono trivelle, non ci sono neanche strani macchinari di ultima generazione che possano indicare vagamente un luogo in cui iniziare la ricerca. Sarà questo il motivo per cui alla domanda “Ma la miniera di litio dov’è?”, la risposta di tanti abitanti di Campagnano è “Mai vista, mi spiace”. Eppure c’è, esiste. Sotto i loro piedi e la terra che abitano.Ma non vederla significa non averne percezionee non concepirla come parte della realtà. Mentre dall’altra parte del mondo le miniere ci sono e si vedono – come inAustralia,il Paese più grande produttore di litio in cui il metallo viene estratto dalle rocce (da riserve di pegmatiti di spodumene), o come inCile, dove l’estrazione avviene dai depositi di salamoia di litio – per estrarre l’oro bianco nel paesino in provincia di Romanon serviranno strani e complicati metodi, né miniere aperteche possano rovinare gli scenari paesaggistici: sarà necessario soltantoperforare il terreno, scendere in profondità e intercettare l’acqua. Semplice a dirsi però non tanto a farsi, a quanto pare. Già negli anni ‘70/’80, infatti, Enel aveva ottenuto unaprima autorizzazioneper perforare circa 15 pozziesplorativi tra Cesano e Campagnano per realizzare impianti geotermici. A circa 1480 metri di profondità fu individuata una quantità di risorsa geotermica molto alta e, contestualmente, unapresenza di litio pari a 380 milligrammi per litro(mg/l) maall’epoca l’estrazione fu ritenuta troppo difficile, i pozzi furono chiusi e i dati geologici raccolti archiviati in faldoni, lasciati a prendere polvere per decine di anni. Oggi, con un soffio la polvere è volata via e quei faldoni sono stati riaperti: un’azienda mineraria australiana con cuiEnel Green Powerha stretto un accordo nel luglio 2022, laVulcan Energy,ha infatti ottenuto l’ok dalla regione Lazio pereffettuare una ricercasui dati presenti negli archivi diEnele ha brevettato unmetodo pulito e innovativoche permetterà, in futuro, di estrarre il metallo con unimpatto zero a livello ambientale. «Siamo nella fase di realizzazione dei rilievi e deglistudi geologici preliminariper comprendere la natura del sottosuolo. Tutte le prospezioni al momento avvengono insuperficie, non ci sono autorizzazioni a scavare nuovi pozzi e trincee», ha spiegatoNiccolò Dainelli, geologoe rappresentante della Vulcan in Italia. «Se avremo garanzie ferree che l’estrazione può avveniresenza conseguenze per l’ambiente, affronteremo il dibattito con la popolazione. Ci rendiamo conto che dobbiamo misurarci col mondo e col mercato internazionale», ha precisatoAlessio Nisi, sindaco di Campagnano. Attualmente, per quanto i prezzi di compra vendita del litio siano accattivanti e averne un’enorme miniera nascosta sia una fortuna, ilcalcolo di costi e beneficiper estrazione e vendita non è ancora terminato. Così, ancora per un po’, Campagnano continuerà a vivere la sua vita custodendo il segreto di un tesoro prezioso che c’è, ma non si vede e, per ora,non si tocca.