Escursioni in montagna: cosa fare se ci si perde

Escursioni in montagna: cosa fare se ci si perde

 

Lamontagnaha sempre il suo fascino, per le piste da sci ma anche per i sentieri solitari e rigeneranti, tanto battuti soprattutto in questo periodo. Può capitare però che durante un’escursione o una camminata inmontagnasi prenda il sentiero sbagliato osi finisca per perdersi in un bosco.Cosa fare e come comportarsi in questo caso? La prima cosa che vince su tutte è sicuramente quella di non andare nel panico e perdere la lucidità. Al contrario, può essere utile seguire questa sempliceguida alla sopravvivenza, fondamentale perescursioni e camminate in montagna. Cosa fare se ci si perde in un bosco Esistono regole generali sucome comportarsie indicazioni su cosa fare e cosa non fare maiin caso di smarrimento in montagna. Per prima cosa se si è in gruppo è sempre megliorimanere uniti, mai separarsi.In zone freddemantenersi sempre coperti e caldi,indossando qualcosa di visibile e chiaro, che attiri l’attenzione anche a distanza.Non mangiare o toccare niente di cui non si è più che certi.Stare a distanza da pericoli come i corsi d’acqua, dirupi, terreni non stabili e animali. Appena ci accorgiamo di esserci persi, provare achiamare qualcuno con il cellulare, se non prende urlare per 10-15 minuti. Se l’esito non è positivo smettere esedersi in un luogo sicuro, comodo, visibile e non nascostoper recuperare le energie e facilitare l’arrivo dei soccorsi. Essenziale non andare in panico, la paura è una pessima consigliera. Per essere individuati è meglioindossare dei vestiti colorati che risaltano nella natura. A volte se si sbaglia sentiero la cosa più semplice ètornare indietro per la stessa strada che si è percorsa all’andata, ma solo se si è estremamente sicuri che sia quello il percorso giusto. Portarsi sempre con sé una cartina o una mappa cartaceadel posto dove ci si inoltra insieme a una bussola, in modo da riuscire a orientarsi. Importante cercare di osservare cosa c’è attorno, così da capire se esistono punti di riferimento da confrontare con una cartina.Cercare di non addormentarsi mai durante l’attesa dei soccorsi, soprattutto se fa freddo, in modo che la temperatura corporea non diminuisca e non si rischi l’ipotermia. Come ritrovare la strada se ci si perde Se si intuisce che i soccorsi non arriveranno a breve ecco alcuni consigli sucome ritrovare la strada se ci si perde.Fare affidamento sullebussoleper capire dove sono il nord e il sud. Se non le si ha con sé è sempre possibile contare sul fatto cheil sole sorge a est e tramonta a ovest. Esiste poi un nord geografico, che si trova osservando il Sole e le stelle, la direzione è quella verso il centro del Polo Nord, e un nord magnetico, che si trova osservando l’ago della bussola, questo dista di circa 3° dal nord geografico e cambia ogni dieci anni. Ad aiutarci possono essere anche iventie ipunti cardinali. Se ci si trova nel territorio italianoda ciascuno degli otto principali punti cardinali proviene un vento diverso, che aiuta a capire in che punto ci si trova. Dal nord proviene il vento di tramontana, che è freddo e secco, da nordest il grecale, forte e freddo. Spostandoci a est abbiamo il vento levante, caldo e umido, che poi si trasforma, andando verso sudest, in scirocco, un vento ancora più caldo proveniente dal Sahara. Spostandoci a sud quindi ancora verso venti caldi, abbiamo l’ostro e a sudovest il libeccio che spesso è portatore di pioggia. Da ovest invece spira il vento fresco di ponente, ancora più freddo e gelido spostandosi a nordovest il maestrale. Per ritrovare la stradaè poi utile ovviamente avere una mappa della zona, così da indentificare qualsiasi elemento della natura circostante da ricercare sulla cartina come fiumi o monti. Anche la vegetazione può aiutare aritrovare la strada. Nell’emisfero settentrionale, di solito c’è più verde perché c’è più umidità Guida di sopravvivenza Se si decide di intraprendere un’escursione o una camminata inmontagna, soprattutto se non accompagnati da guide o persone del posto, bisognerebbe osservare alcune semplici indicazioni che fanno da vera e propria guida di sopravvivenza in caso di necessità. Non iniziare un’escursione senza prima essersi documentati sul sentiero e aver consultato il bollettino meteo. Avvisare sempre qualcuno dell‘escursione che si sta per compiere, indicando anche il luogo e il tempo in cui si starà via.Calcolare la durata dell’escursione, in modo da non trovarsi a percorrere un sentiero dopo il tramonto se non si è attrezzati per farlo. Bella la natura e i luoghi silenziosi ma meglio avere sempre con sé un mezzo di comunicazione come un cellulare, un trasmettitore CB o un localizzatore GPS, e magari una ricarica portatile per smartphone in modo da non trovarvi senza batteria. Questaguida di sopravvivenzafa riferimento anche alle regole e alle raccomandazioni delClub Alpino Italianoche consiglia dinon andare mai da soli. I concetti di distanza e tempo sono diversi in montagna rispetto alla città. Saper leggere la mappa, vedendo gli elementi di orientamento geografico tra quelli che si hanno intorno e quelli che sono rappresentati sulla carta, è essenziale. Infine, è utilevoltarsi spesso indietro per vedere come è diverso il percorso lasciato alle proprie spalle, per poterlo riconoscere meglio al ritorno. Seguite alla lettera i cartelli che indicano percorsi e sentieri, attraverso colori e numeri e chiedere sempre conferme a chi s’incontra, soprattutto se pastori o gente del luogo. Nonconfidare troppo nello smartphone perché soprattutto tra le valli delle montagne, i segnali sono spesso coperti dalle rocce e dalla fitta vegetazione. È sempreprudente avere una batteria di ricambioe una Sim aggiuntiva di un gestore diverso, e inserire nel proprio telefonino il programma di auto localizzazione di Google Map.Non dare per scontato però che la tecnologia del navigatore o delGpssiano sufficientia risolvere tutti i problemi. Molti escursionisti si perdono per con il Pps che determina rotte, quote e percorsi altimetrici attraverso coordinate geografiche che richiedono però una conoscenza molto più tecnica e interpretazione dello strumento satellitare. Sia il Gps sia le carte topografiche quindi, vanno studiate bene prima di partire. Potrebbe essere un vantaggiolasciare segnali di ritrovamento nelle zone in cui ci si è persi, riportando mentalmente o su un taccuino, tracce di percorso, punti di riconoscimento e calcolando con prudenza le distanze e le difficoltà del tragitto.Il ritornoinfatti, per stanchezza,è sempre più difficoltoso dell’andata. Se invece si fa parte di un’escursione organizzata con più persone, la raccomandazione è quella direstare in gruppo.