Quali sono le Ong con maggiori entrate?

Quali sono le Ong con maggiori entrate?

 

LeOngsono organizzazioni senza fini di lucro e indipendenti sia dagli Stati che dalle organizzazioni governative internazionali, impegnate e specializzate in diverse attività, generalmente distampo sociale, cause politiche o cooperazione allo sviluppo. In questo contesto, c’èOpen Cooperazione,il progetto web chepromuove la trasparenza delle Onge di tutti gli altri attori che lavorano nel settore della cooperazione (come associazioni, fondazioni e istituzioni nazionali), attraverso l’aggregazione dei dati inseriti dalle organizzazioni stesse. Il sito restituisce così una fotografia dettagliata e chiara dello stato dell’arte di questo settore, che in Italia è in costante aumento da diversi anni:nel 2021si è registrato un+10%rispetto all’anno precedente, pari a un valore economico di ben1.187 miliardi di euro,derivante dalla totalità dei bilanci inseriti e analizzati. Nellaclassificadelle organizzazioni italianeche hanno raggiunto il volume più elevato dientratespiccaSave the Children Italia,con un bilancio totale dioltre 133 milioni di euro(e una crescita di più del 7% rispetto al 2020); è seguita daFondazione Avsiche raccoglie più di 92 milioni di euro (+26%) eIntersos – Organizzazione Umanitaria Onlus(quasi 83 milioni). Sotto al podio:Emergency(77 milioni),Unicef(72),Coopi Cooperazione Internazionale(quasi 66 milioni),ActionAid(48),WeWorld(44) e, infine,Medici con l’Africa Cuamm(42 milioni). Mentre gli organismi più grandi e radicati (di solito impegnati nell’aiuto umanitario) aumentano il loro valore economico mediamente di 30 milioni, hanno maggiori difficoltà leorganizzazioni medio-piccole: analizzando i bilanci delle entrate delle prime 50 Ong italiane relativi agli ultimi 3 anni, i dati sono meno benevoli per le organizzazioni, collocatetra i 3 e i 10 milioni di euro di entrate, generalmente lepiù inclini a perdite. Rimangono comunque stabili lefonti delle entrateche si dividono in una quota difondi pubblici per il 60% e privati al 40%.Per quanto riguarda i primi, si fa riferimento principalmente aifinanziatori istituzionali, ossia enti pubblici dotati di un certo grado di autonomia attivi nella promozione dello sviluppo internazionale e dell’aiuto pubblico. Fra queste occupano rilievo assoluto l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics)nonché lo stessoMinistero degli affari esteri e della cooperazione internazionale,con una partecipazione complessiva del 35,2%; seguono l’Unione europeae laDirezione generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (Echo)per il 35%. Tra i fondi raccolti daprivatispiccano invece tutte leaziende che stipulano partnership con le Ong, che rappresentano il 31,4% della torta dei finanziamenti. Oltre a fondazioni varie e chiese, una voce fondamentale è quella del5x1000, ossia la quota di imposta sui redditi delle persone fisiche che il singolo contribuente decide di destinare a tutti gli enti no-profit (compilando la dichiarazione). Grazie a quasi1 milione e 700.000 individui, idonatorioccupano il31,3% del complesso dei finanziatori privati. Non sono solo le entrate a crescere, ma anche il numero dellerisorse umaneimpiegate nel settorein Italia e all’estero: più di26.000 persone(55% uomini e 45% donne), la maggioranza attiva all’estero. Oltre agli operatori contrattualizzati (con un minimo di 10.000 euro di retribuzione lorda) si aggiungono ivolontariattivi e in Servizio Civile, che sono cresciuti di oltre 9.000 unità arrivando a44.784. Il dato che suscita maggior sorpresa, ma anche speranza, è quello che pone il Belpaesein cima alla classifica delle Nazioni con il numero più alto di progetti portati avanti.Nel 2021, infatti,70 organizzazioni hanno realizzato ben 940 progetti,la maggior parte implementata e sostenuta daSave the Children Italia,AvsieCoopie focalizzata sull’intervento in situazioni emergenziali e diricostruzione nelle aree meno sviluppate. Le organizzazioni italiane nel mondo sono attive in progettiprincipalmente legati al settore dell’educazione/istruzione,salute e aiuto umanitario,ma i dati raccolti confermano una tendenza fortemente espansiva dell’attività delle Ong in Italia, implementando, soprattutto dopo la pandemia, numerosi interventi percombattere la povertà educativa, alimentare,energetica. «Sempre più organizzazioni si sono attivate sul fronte dellenuove povertà che il Covid ha accentuato -ha spiegatoil curatore diOpen CooperazioneElias Gerovasi – anche i dati Istat ci dicono che è in crescita importante il numero di persone che hanno casa, lavoro e famiglia, ma che non arrivano a fine mese». Non a caso, l’ammontare dibeneficiaridiretti dei progetti realizzati direttamente dalle Ong o attraverso partner locali è di quasi64 milioni.