Cop28: raggiungeremo i 100 miliardi per i Paesi poveri?

Il traguardo dei100 miliardi di dollari annuidi finanziamenti sul clima da destinare aiPaesi in via di sviluppo,fissatoper la prima volta in occasione della 15esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop15), potrebbe essere vicino al suo raggiungimento. Ad affermarlo è la ministra degli Esteri tedescaAnnalena Baerbock, intervenuta all’appuntamento del 2-3 maggio colPetersberg Climate Dialogue, l’incontro annuale che apre inegoziati sul climain vista della successiva Conferenze delle parti. «La buona notizia è chesembriamo essere sulla buona stradaper raggiungere finalmente la somma di 100 miliardi di dollari quest’anno», hadichiaratoBaerbock nel corso della riunione. Nel2020, secondo quantoriportatodall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), si è arrivati a83,3 miliardidi dollari, con un aumento del 4% rispetto al 2019 tuttavia insufficiente a raggiungere l’obiettivo formalizzato alla Cop16 di Cancún (Messico) ed esteso al 2025 dalla Cop21 di Parigi. «Francamente è imbarazzanteche non sia stato ancora possibile mobilitare questi soldi, soprattutto considerando che in realtà, a dire il vero, abbiamo bisogno di trilioni», hacommentatoall’agenzia di stampa ReutersDan Jørgensen, ministro del Clima e dell’Energia danese. Oltre a garantire la possibilità di attuare misure concrete, i 100 miliardi rappresentano anche una cifra simbolica sulla quale si gioca lacredibilità degli attori istituzionalicoinvolti nei negoziati sul clima. «Le aspettative sono alte. La fiducia è bassa», hasintetizzatoSultanAhmed Al Jaber, presidente designato della prossimaCop28in programma all’Expo City di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dal 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno. «Chiedo ai Paesi donatori di fornire una valutazione definitivasull’adempimento di questo impegno per la Cop28», ha aggiunto, definendo «vitale» che i donatori tengano fede al loro dovere «soprattutto perché il valore reale di questo impegno si è eroso nel tempo». «L’ultimorapportodell’Ipcc ha già messo in chiaro che siamo fuori strada – ha ricordato – Questo è unmomento di chiarezzache dobbiamo affrontare con totale onestà. Il messaggio è chiaro. Le nostre rispettive responsabilità sono chiare. Ed è tempo per noi di venire a patti con alcune realtà». «Mi aspettoimpegni ambiziosi, trasparenti e responsabilida Paesi e imprese che daranno forma alle politiche nei parlamenti e ai bilanci nei consigli di amministrazione – ha concluso – Vogliamo che la Cop28 degli Emirati Arabi Uniti sarà ricordata per aver spinto tutti verso l’azione concreta». Alcuniindizi, però, a cominciare dalruolodi Al Jaber come amministratore delegato del colosso petroliferoAbu Dhabi National Oil Company(Adnoc), e dal suo riferimento alla «eliminazionegradualedelle emissionidi combustibili fossili», non lasciano ben sperare. «Se vogliamo seriamente mitigare i cambiamenti climatici e ridurre in modo pratico le emissioni, dobbiamoaumentare le tecnologie di cattura del carbonio», hadichiaratoalla fine della due giorni a Berlino Al Jaber. In qualità di ministro dell’Industria e della Tecnologia avanzata negli Emirati Arabi Uniti, l’imprenditore afferma inoltre di aver «adottato unapproccio globale e olisticoalla transizione energetica». Non bisogna illudersi insomma: i combustibili fossili, dichiara in modo esplicito il presidente designato della Cop28, «continueranno a svolgere un ruolonel prossimo futuro».