L’Italia è il secondo Paese europeo per obesità infantile

In Italia,4 bambini su 10tra i 6 e i 9 anni soffrono diobesità infantile o risultano sovrappeso. Un tasso, equivalente al40%, che colloca il Belpaese al 4° posto nellaclassifica europea. Il triste podio vede in testaCipro, Grecia e Spagnamentre, se si considera la sola obesità senza il sovrappeso, saliamo al 2° posto. Sono i dati emersi dalreportCosi (Childhood Obesity Surveillance Initiative)dell’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un sistema unico che da oltre 10 anni misura le tendenze del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini in età scolare. Il programma di ricerca prevede l’acquisizione di misurazioni standardizzate di peso e altezza di oltre 300.000 bambiniin tutta la regione europea, così da fornire dati rappresentativi a livello nazionale per gli Stati partecipanti (nonché un ampio set di dati a livello per l’analisi dei determinanti del sovrappeso e dell’obesità infantile). I ricercatori hanno analizzato411.000 bambini tra i 6 e i 9 anni in 33 Paesi. Un monitoraggio fondamentale se si pensa che circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto e in Europa il 29% dei bambini risulta in sovrappeso. Come riporta la Società Italiana di Pediatria, l’obesità e il sovrappeso predispongono il paziente (anche il piccolo) a tutta una serie di patologie. Per esempio,1 bambino obeso su 20 ha la glicemia alta, condizione che in medicina viene definita dipre-diabete, cioè un’alterazione del metabolismo del glucosio che però può ancora regredire. Oltre il 30% dei bambini obesi hatrigliceridi e colesterolo elevatirispetto ai valori nella media, condizione che li espone a rischi disindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi.Più di 3 minori obesi su 10 hannograsso accumulato nel fegato, che evidenzia il principio di un danno epatico che potrebbe progredire e peggiorare nel tempo, mentre più del 10% dei bambini obesi ha valori pressori superiori alla norma. La media italiana risulta peggiore rispetto agli standard europei, anche con riguardo all’attività fisica e agli spostamenti.Il67% dei bambini del nostro Paese va a scuola in macchina,a fronte del 50% della media europea. Il 44,8% degli adulti non pratica un’adeguata attività motoria, valore già di per sé alto ma che subisce una brusca impennata se si prendono in considerazione i bambini: il94,5%di loronon pratica uno sport in maniera costante.Tra i fattori che pesano su questo fenomeno, sicuramente quello culturale: il 27%, infatti, non si sente motivato a fare sport, mentre 8 ragazzi su 10 lo fanno solo se lo praticano anche i genitori. Secondo ilreportdel 2022 diOpenpolis,esistonodifferenze notevolitra Nord e Sud nel modoin cuii bambini praticano sport.Sono almeno 7 su 10 i ragazzi che svolgono un’attività sportiva in maniera continuativa in Valle d’Aosta (80,3%), nelle province autonome di Bolzano (74,2%) e Trento (70,2%), in Friuli Venezia-Giulia (71,1%) e in Lombardia (70,2%); le Regioni con la minor attività sportiva sono tutte nel Mezzogiorno (fanalini di coda, Campania, Sicilia e Basilicata). Pesano su questo divario lacondizione economicadellefamiglie,l’educazione alla salute, ma anche l’offerta di luoghidove praticare sport. Guardando al ruolo dello Stato, l’Italiainfatti si piazza al16° posto nell’Unione europea per spesa pubblica destinata allo sport: non a caso, le Regioni in cui i ragazzi praticano meno esercizio fisico sono le stesse che risultano meno attrezzate rispetto al numero e alla qualità degli impianti sportivi. Scarsa cultura dello sport, sovrappeso e obesità costano alle casse dello Stato, in base alle stime, circa 3,8 miliardi di euro: fareattività fisica per 150 minuti a settimanapotrebbe evitare in Europa3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e 400.000 casi di tumore.