California, aspirare la CO2 si può!

California, aspirare la CO2 si può!

 

Gli oceanihannoun ruolo fondamentale nelcontenimento della crisi climatica-ambientale, avendo assorbito circa il 25/30% di tutte le emissioni di gas alteranti dall’alba della Rivoluzione industriale e avendo catturato il 90% del calore in eccesso derivante dalle emissioni. Questo enorme ed efficace serbatoio di carbonio ha funzionato come importante cuscinetto protettivo grazie alle eccellenti proprietà delle acque marine, chepossono immagazzinare circa 150 volte più CO2 per unità di volume rispetto all’aria. Ma questo continuo processo ha comportatonotevoli danni all’ecosistema marino, con un rallentamento della capacità di assorbimento e unincremento dell’acidificazione degli oceaniche potrebbe compromettere definitivamente la fauna marina,minacciandoa sua volta l’esistenza di circa 3,3 miliardi di persone che dipendono a livello alimentare dai mari. Di fronte a questa gravissima minaccia gli ingegneri dellaUniversity of California Los Angeleshanno sviluppatoe testato una nuova tecnologia, chiamataSeaChange, che ha lo scopo di rimuovere la CO2 dagli oceani per permettere alle acque marine di assorbire maggiormente i gas serra e quindi rallentare la crisi climatica. L’esperimento scientifico è stato condotto su una chiatta di 30 metri, ancorata nel porto di Los Angeles negli Stati Uniti, che ospita un particolare laboratorio dove viene inviata una carica elettrica nell’acqua di mare che scorre attraverso i serbatoi sul fondo della chiatta. Questo processo comporta una serie direazioni chimiche che intrappolano la CO2in un minerale solido composto da carbonato di calcio, lo stesso elemento di cui sono fatte le conchiglie. Successivamente,l’acqua viene restituita all’oceanoe può tornare a estrarre più anidride carbonica dall’aria, mentre il carbonato di calcio si deposita sul fondo del mare. Questo esperimento necessita di circa 220 tonnellate di acqua che devono fluire attraverso i serbatoi e produce 35 kg di idrogeno. I ricercatori dellaUcla Samueli School of Engineeringhanno costruito questo sistema dimostrativo in 2 anni e sono in corso dei piani operativi per creare un altro laboratorio a Singapore. A seconda dei risultati ottenuti dalle sperimentazioni, verranno costruite in futuro strutture più grandi che a partire dal 2025 dovrebbero essere in grado di rimuovere migliaia di tonnellate di CO2 all’anno. SecondoAleck Wang, chimico dellaWoods Hole Oceanographic Institution, i progetti di ricerca sulla rimozione dell’anidride carbonica sono in forte espansione, anche se probabilmente non verrà usata un’unica soluzione: «Penso che abbiamo bisogno di tutti i metodi, almeno in parte, in modo da poter davvero raggiungere l’obiettivo, che è la rimozione di un’enorme quantità di carbonio». Nonostante le promettenti aspettative generate dal progetto di Los Angeles, i risultati effettivi sono ancora molto lontani dalle quantità necessarie per controbilanciare le emissioni globali. Il team dellaUclastima che almeno 10 miliardi di tonnellate di carbonio dovranno essere rimosse ogni anno a partire dal 2050, e che in futuro saranno necessari almeno 1.800 siti industriali di grandi dimensioni per catturare il quantitativo di CO2 richiesto. Inoltre, andranno verificati i possibili effetti collaterali di questi siti per l’ecosistema marino. Ma al di là degli ostacoli in corso d’opera, per Andres Clarens, professore dellaUniversity of Virginia, gli oceanirappresentanoun’opportunità: «L’oceano è una sorta di importante luogo non sfruttato ed è per questo che sono molto curioso di vedere se riescono a far funzionare il progetto».