Quali Paesi rischiano ondate di calore record?
Ci sono luoghi al mondo, più di altri, dove improvvise ondate di calore potrebbero stravolgere migliaia di vite in poco tempo. Sono aree del Pianeta dove la crisi climatica – che come sappiamo intensifica i fenomeni meteo estremi – potrebbestravolgere dinamiche economiche, sanitarie, di vita quotidiana. Questo anche per un motivo:quei luoghi spesso non sono preparati all’adattamento e la sopravvivenza a determinate temperature. Per esempio l’Afghanistangià duramente colpito da guerra e regimi, oppure laPapua Nuova Guineao i territori dell’America centrale,Guatemala, Honduras e Nicaragua.Ma anche alcuni Paesi dell’Europa occidentale comeOlanda, Belgio e Lussemburgo,o ancora laRussia orientale, l’Argentina nordoccidentale e l’Australia del nord-est.Sono tutti “hot spot” per ondate di calore ad alto rischio, identificati da uno studio pubblicato suNaturein cui sono state esaminate temperature e cambiamenti della colonnina di mercurio dal 1959 a oggi. Nelle aree meno preparate, sostiene il team internazionale di ricercatori,le ondate di calore saranno particolarmente devastanti. Non solo perché colpiranno in regioni molto vulnerabili, sia a causa di popolazione in rapida crescita sia per l’accesso limitato all’assistenza sanitaria e alle forniture energetiche, ma anche perché non c’è in questi territori una reale preparazione ad affrontare le ondate di calore. «Ci sono prove che quelle regioni potrebbero trovarsi di fronte a una grande ondata di caldo e non sarebbero preparate per reggerla», ha spiegato Dann Mitchell, professore di scienze dell’atmosfera all’Università di Bristol nel Regno Unito e coautore dello studio.Per esempio in Afghanistan, Paese che è già alle prese con terribili problemi sociali ed economici, le risorse anche energetiche per fronteggiare un’ondata sono limitate. Queste infatti possono influire sulla salute delle persone, soprattutto dei più poveri che non possono permettersi sistemi comel’aria condizionata, ma peggiorano anche lasiccitàche influisce sui raccolti, oppure ilrischio incendio danneggiano laqualità dell’aria.Il problema è che in realtàquasi nessun posto è al sicuro. Lo studio afferma infatti che le ondate di calore “statisticamente non plausibili” – quelle che sono cadute ben al di fuori della norma storica – si sono verificatetra il 1959 e il 2021 in circa il 30% delle regioni valutate. Una per esempio è stata l’ondata che ha colpito il Pacifico nord-occidentale del 2021: centinaia di persone sono morte per un fenomeno che non era prevedibile. Altre, come nella cittadina di Lytton, British Columbia, hanno dovuto resistere a temperature che hanno raggiunto quasi 50 gradi e dato vita a incendi giganteschi, un evento che senza gli effetti della crisi climatica innescata dall’uomo continuando a bruciare combustibili fossili, per gli scienziati sarebbe statoaltamente improbabile. L’analisi pubblicata suNatureindica poi altre zone del Pianeta potenzialmente a rischio come parti della Cina,soprattutto l’area di Pechino, e Paesi come Germania e Belgio, tutte zone densamente popolate ma che, a differenza di altre più povere, hanno maggiori mezzi e risorse per mitigare alcuni dei peggiori impatti climatici. Infine, il rapporto invita i Governi di tutto il mondoa prepararsi per eventi di calore che vanno ben oltre le attuali temperature record, e per farlo dovrebbero pensare alla creazione di centri di raffreddamento e la riduzione delle ore per coloro che lavorano all’aperto. Servono, si legge nel testo, soprattutto azioni per “preparare piani di gestione delle ondate di caldo, garantire e testare che vengano implementati, informare il pubblico sulle ondate di caldo imminenti e proteggere le persone che sono vulnerabili agli impatti delle ondate di calore”.