Clima, la Corte Suprema respinge le compagnie petrolifere

 

Il 24 aprile laCorte suprema degli Stati Unitiharespintoi ricorsi presentati dalle compagnie petrolifere, tra cuiExxonMobil,Shell,Suncor EnergyeChevron, a fronte di diverse cause intentate a livello nazionale e dai Governi locali con l’accusa di contribuire al cambiamento climatico. A intraprendere le azioni legali erano stati, nello specifico, lo stato delRhode Island, nella regione del New England, insieme alla città di Baltimora, nel Maryland, oltre alle contee di Boulder e San Miguel inColorado, a quelle di Marin, San Mateo e Santa Cruz inCaliforniae di Honolulu e Maui nelleHawaii. I giudici hanno bocciato cinque appelli rigettando larichiestadelle compagnie ditrasferire le causeal tribunale federalee di esautorare i tribunali statali, ritenuti più favorevoli alle parti che sporgono querela. L’azione intentata dalle contee del Colorado sostiene che le compagnie petrolifere dovrebberorisarcire i contribuentiper l’aumento dei costi di manutenzione delle strade e per la lotta agli incendi boschivi. Il Governo di Baltimora, invece, ha fatto causa nel 2018 sostenendo che oltre 20 compagnie petrolifere abbianonascosto informazioni sui danni ambientaliprodotti dai combustibili fossili. «Da quando abbiamo presentato questo caso quasi 5 anni fa, la crisi climatica è peggiorata, i costi per i contribuenti di Baltimora sono alle stelle e gliimputati hanno intascato migliaia di miliardi di dollari di profitti mentre cercavano di eludere la responsabilitàper il loro inganno», hadichiaratoSara Gross, avvocata del dipartimento legale della città di Baltimora. Il procuratore generale delRhode Island Peter Neronhahaparlatodi «quasi mezzo decennio di tattiche dilatorie» da parte delle compagnie petrolifere, definendo la sentenza della Corte suprema statunitense «unapietra miliare importante». La controparte protesta. «Non crediamo che l’aula di tribunale sia la sede giustaper affrontare il cambiamento climatico», ha dichiarato alWall Street Journaluna portavoce dellaShell. «La decisione di oggi non ha alcun impatto sul nostro obiettivo di investire miliardi di dollari per aprire la strada a unatransizione energetica ponderatache porti il ​​mondo a emissioni di carbonio pari a zero», ha precisato un portavoce diExxon. «Il cambiamento climatico è unproblema di portata nazionalee globale che richiede una risposta politica federale coordinata, non un mosaico disgiunto di azioni legali nei tribunali statali in più stati», sostiene Theodore Boutrous, avvocato che rappresenta laChevron. «Queste azioni legali dispendiose nei tribunali statali – aggiunge Boutrous – non faranno nulla per promuoveresoluzioni climatiche globali, nulla per ridurre le emissioni e nulla per affrontare gli impatti legati al clima». Ma gli esperti del clima non sono d’accordo. «La decisione odierna della corte suprema è unavittoria significativa per la giustizia climaticae le cause sul clima intentate negli Stati Uniti e in tutto il mondo», hacommentatoalThe GuardianDelta Merner, ricercatrice presso l’Hub per il contenzioso climaticodell’Union of Concerned Scientists(Ucs). «Le comunità coinvolte in questo caso – ha concluso Merner – hanno subitoperdite inimmaginabili dovute, in gran parte, all’incoscienza e all’avidità dell’industria dei combustibili fossili, e ora sono un passo avanti verso il processo».