8 libri che celebrano la Giornata della Terra

8 libri che celebrano la Giornata della Terra

 

Il tema scelto per l’Earth Daydel 22 aprile 2023 èInvest in our Planet. Tra le tantissime iniziative culturali su cui puoi investire, ti segnaliamo la mostra fotografica del National GeographicExplore: Pianeta Terra(fino al 25 giugno a Palazzo Blu di Pisa) e queste 8 nuove uscite editoriali che celebrano la storia della nostra meravigliosa “casa”. Ricordandoci (ancora una volta) quanto sia importante proteggerla. 1)Breve storia della Terra (con noi dentro),Juan Luis Arsuaga e Milagros Algaba,La nave di Teseo, 224 p., 19€ Peccando come al solito di presunzione,noi umani pensiamo di esserci evoluti in modo indipendente dall’ambiente, come veri protagonisti della storia delPianeta. “Invece apparteniamo alla biosfera al pari delle altre specie e le nostre genealogie si intrecciano tra loro. Non ci sono stati attori principali e secondari” ricordano gli autori di questosaggio divulgativoche racconta la nascita e lo sviluppo della vita sulla Terra. Dai primi organismi all’homo sapiens, unica specie in grado di evolversi modificando l’ambiente a suo favore ma anche impattando in modo drastico sulle sue risorse. Perché, se è vero che non possiamo controllare fenomeni naturali come il movimento dei continenti, del Pianeta, del sole, è fuori di dubbio cheinfluiamo sulla quantità di CO2 presente nell’atmosfera bruciando tonnellate dicombustibili fossili. “Tutto ciò che facciamo in quanto umani industrializzati ci avvicina a una desertificazione delle regioni calde e temperate del Pianeta, che sono quelle in cui vive la maggior parte degli esseri umani e dove produciamo il nostro cibo” avvisano il paleontologoJuan Luis Asuagae la storicaMilagros Albaga. Ricordando che sì, il clima è cambiato moltissime volte nella storia e preistoria el’ultima ondata di gelo è durata almeno sei secolifino al 1800. Ma la Terra non si era nemmeno mai scaldata così velocemente come ora. 2)Genesi, Sebastião Salgado,Taschen, 520 p., 60€ È ilmaestro indiscusso della fotografia in bianco e nero, dei grandi reportage che scavano nelle tragedie umane. Negli anni ‘90 Salgado ha documentato le vite invisibili dei braccianti di tutto il mondo con il progettoWorkers. Nei Duemila ha testimoniato le grandi migrazioni di massa provocate dai cambiamenti climatici conMigrations. Ora il fotografo pubblicaGenesi, unanarrazione per immagini sulle zone della Terra ancora incontaminate e non impattate dalla modernità. Il progetto, durato 8 anni, è ilrisultato di 30 viaggi realizzati con i mezzi più disparati(dalle navi d’altura alle mongolfiere) e in qualsiasi condizione atmosferica. Lo scopo è mostrare lanaturae l’umanità nella sua più autentica bellezza e fare in modo di preservarla. Nelle oltre 200 pagine del libro ti troveraitra i vulcani delle Galápagos e le balene dell’Antartide, tra gli alligatori e i giaguari brasiliani, con la tribù isolata degli Zo’é in Amazzonia e il popolo preistorico dei Korowai in Papua Nuova Guinea. Salgado ha definitoGenesila sua lettera d’amore al Pianeta. Il suo è un ambientalismo attivo: insieme alla moglie Lelia, importante produttrice brasiliana,ha fondato l’Instituto Terra per ripristinare gli ecosistemi distrutti della sua terra,l’Amazzonia. 3)Nelle terre dei lupi. Storie italiane di un ritorno,Mia Canestrini,Piemme, 160 p., 18,90€ Zoologa e naturalista, Mia Canestrini è anche nota comelupologa. Ha lavorato per 10 anni nel Parco nazionale foreste casentinesi dell’Appennino tosco-romagnolo, studiando e monitorando proprio questi bellissimi esemplari “allergici al compromesso e alle vie di mezzo”. Famosa anche per avere una rubrica su Radio105, Mia in questosecondo librosui suoi animali d’elezione (Il primo, sempre per Piemme, èLa ragazza dei lupi) tiporta sulle tracce dei mammiferi che si spostano dall’Irpinia alla Toscana alla Valtellina.Raccontando molto anche di sé. Del Covid, che coincide con la fine de suo progetto di ricerca nel parco naturale e la piroetta a Milano, chiusa in un condominio con un quadrato di cielo a disposizione. Del ritorno alla terra, in Toscana, ma lontano dalle montagne dove per 10 anni si era isolata dal mondo seguendo lo spopolamento degli umani e il ripopolamento dei lupi. Di unanuova occasione di lavoro, in Irpinia, per un monitoraggio nazionale. Un luogo non casuale: come ricorda l’autrice, gli hirpini erano una tribù sannita antica di duemila anni. Il loro nome deriva dahirpus,“lupo” in lingua osca, “La leggenda vuole che questi popoli abbiano seguito un lupo, animale sacro a Marte, fino alle terre tra Benevento e Lucera, per poi occuparle. Ero stata destinata alla Terra dei Lupi”. 4)L’orto e l’anima,Paola Violani,Vallardi, 236 p., 15.90 € È diventato di moda anche sui terrazzi nelle grandi metropoli, mal’orto è molto di più di una semplice piantina di basilico da curare con amore. È un crocevia di conoscenze, attese, umiltà e autostima. Il suo particolare fascino rispetto al giardino, nota l’autrice Paola Violani nella prefazione del libro rieditato daVallardi, è nellacapacità di risvegliare i sensicon un tripudio di colori, profumi, consistenze e sapori, e nella soddisfazione di portare in tavola prodotti creati con il lavoro delle proprie mani. È un mondo materiale fatto di pratiche e uno spirituale che guida alla pacificazione interiore. Non era forse un orto e un frutteto, il giardino dell’Eden?Dopo il peccato originale, secondo la tradizione biblica l’umanità ha dovuto iniziare a coltivare la terra per nutrirsi. Dai rinomati ortaggi degli egizi a quelli greci, il mestiere agricolo viene considerato sacro:Socrate lo ritiene l’unico lavoro manuale degno dell’uomo libero.Nell’antica Roma, Catone, Virgilio, Plinio, Columella scrivono trattati di agricoltura. E poi: i giardini delle Mille e una notte, quelli del re, gli orti di guerra… Ai racconti storici e botanici, Paola Violani aggiunge50 schede sui principali ortaggi mediterranei e 200 delicate illustrazioni. 5)Anthropica. Viaggio nell’Italia del cambiamento ambientale,Emanuela Dattolo e Domenico d’Alelio, Hoepli, 208 p., 22 € Un viaggio per l’Italia in biciclettaper mettere in contattoscienziatie cittadini. Lo hanno fatto, e raccontato inquesto libro, Emanuela Dattolo e Domenico d’Alelio. Biologa lei, ecologo lui,i loro itinerari sono nati all’interno del network globale di osservatori scientifico-naturalistici LTER che studia la biodiversitàe le condizioni di habitat sentinella dello stato del nostro Pianeta. I percorsi seguiti dagli autori seguono 2 dei 9 cammini di mobilità dolce realizzati nel nostro Paese dal network, per un totale di 2.380 km, durante i quali esperti e cittadini hanno condiviso la stessa strada e le stesse attività scientifiche. Se vuoi un’idea originale per le prossime vacanze green, segui i 2 percorsi suggeriti dagli autori: il primo, chiamatoTerramare, va da Mantova a Venezia deviando per il Trentino. Il secondo, ribattezzatoAntropica, va invece da Napoli a Taranto attraverso la Basilicata. Leggendo ti sembrerà di pedalare con lentezza per ambienti lambiti dalle attività umane e il più possibile preservati dalla loro nocività. Si parte dalla ciclabile del Mincio che conduce al Bosco della Fontana, ex riserva di caccia dei Gonzaga ehabitat relitto, ovvero ciò che rimane delle antiche foreste di latifoglie che un tempo ricoprivano l’intera Pianura Padana. E si arriva a Taranto, passando per la stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, una delle prime al mondo a ospitare un acquario nel 1874. 6)Earthing. Camminare a piedi nudi,Clinton Ober, Stephen T. Sinatra, Martin Zucker,Macro Edizioni,368 p., 26,50 € È un gesto così semplice e naturale che sembra quasi impossibile che possa fare bene. Eppure,togliersi le scarpe e ricontattarsi con la terra a piedi nudiavrebbe moltissimi benefici, fisici e mentali. Lo sostengono i 3 autori americani diquesto saggioarrivato alla terza ristampa, in cui si esplora ilpotere terapeutico dell’earthing. Ovvero: la connessione che instauriamo con la superficie del Pianeta sedendoci, stando in piedi o camminando a piedi nudi, dormendo su stuoie o cuscini speciali in grado di fungere da conduttori. La teoria alla base di questa pratica? Con la sua elettricità,l’energia primordiale emanata dalla Terra agirebbe da calmantee rinvigorente sul nostro corpo. Le nostre terminazioni nervose sono sempre così protette da suole di scarpe di gomma, letti, divani, sedie che non riescono a connettersi al campo energetico terrestre. Siamo isolati, insomma, da quella che un tempo era la nostra fonte di equilibrio e di carica positiva. “Come l’esposizione alla luce solare produce vitamina D nel corpo, l’esposizione al terreno fornisce il nutrimento elettrico sotto forma di elettroni liberi” si legge nel saggio. Magari non dirai addio del tutto a insonnia, stress, dolorini vari. Però, sostengono gli autori, sappi che questa pratica viene spesso usata da sportivi e atleti (come la squadra americana di ciclismo) per superare meglio le fatiche post-competizione. 7)Sempre più soli. Il Pianeta alle soglie della sesta estinzione, Maurizio Casiraghi,Il Mulino, 248 p., 16 € Tutti associamo il termine biodiversità a un luogo esotico pieno di animali, eppure anche seduti alla nostra scrivania siamo circondati da centinaia di specie viventi:circa 1.000 microbi abitano sereni nel nostro corpo, e altrettanti ci stanno intorno su oggetti e cibo.Il giochino serve a Maurizio Casiraghi, docente di Zoologia ed evoluzione all’Università di Milano-Bicocca e autore diquesto saggiosui pericoli di una sesta estinzione, per introdurrel’idea che gli esseri viventi siano per la maggior parte… piccolissimi. “La dimensione media delle specie animali si aggira attorno a 1 cm” ricorda l’esperto. Insieme a un altro dato che sembra enorme ma non lo è:sono 100 milioni le specie che vivono oggi sulla Terra, considerando anche quelle unicellulari. Una minima frazione se si stima che dall’origine della vita ne siano comparse 4 miliardi. Altri dati non rassicurano: nella lista rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura(Iucn) sono annoverate6.362 specie animali e 7.430specievegetali.“Tutti gli indici rivelano in modo chiaro che la crisi della biodiversità è reale. L’uomo, con le sue attività, è considerato il principale responsabile” avvisa Casiraghi, che elenca una serie di tristi storie di estinzione a opera umana: tra le tante, quella del rinoceronte bianco settentrionale, del goffo alca impenne, del celebre dodo delle Isole Mauritius, della ritina di Steller, fino alle 90 specie di piante endemiche dell’isola di Centinela, in Ecuador, sterminate in un colpo solo per far posto a piantagioni di cacao. 8)La forza gentile degli alberi,Peter Wohlleben, Garzanti, 221 p., 18 € Divulgatore tedesco, ex guardia forestale e autore di best seller sulla vita dei boschi, inquesto saggioPeter Wohlleben racconta lastraordinaria capacità di rigenerazione degli alberie il loro sorprendete modo di adattarsi al cambiamento climatico e di contrastarlo. Per esempio, proprio come noinon amano le alte temperature, ma a differenza nostra sono in grado di abbassare il loro “termostato”. A volte sbagliano strategia, altre impiegano molto tempo prima di trovare quella giusta. “Perché hanno bisogno di tempo e tranquillità: ogni intrusione nel bosco fa retrocedere il loro ecosistema e gli impedisce di darsi un nuovo equilibrio” spiega l’autore. Wohlleben è stato spesso al centro di dibattiti verdi in Germania, per esempio per la suaopposizione alla moderna silvicoltura, così come alle campagne pubblicitarie che invitano a piantare alberi per salvare il Pianeta.“Piantare trasmette speranza, un albero può arrivare fino a 500 anni e in tutto questo tempo non solo stocca grandi quantità di carbonio ma arricchisce la nostra aria di ossigeno – scrive l’autore – E in più è una casa per infinite specie. Sembra una buona idea, ma in molti casi non viene tradotta bene nella pratica”. Le piantine spessosi ritrovano in boschi destinati allo sfruttamento commerciale evivono pochi decenni, con pochi vantaggi per l’ecosistema. E pericoli: “Nel 2018 nel Brandeburgo sono andati a fuoco 4 km quadrati di piantagioni di pini, introdotti su larga scala al posto delle latifoglie autoctone. Creando un problema di incendi che prima non esisteva”.