15 passi, per salvare il Pianeta

15 passi, per salvare il Pianeta

 

Da quando è nataLa Svoltalavoro gomito a gomito – siamo a distanza di scrivania – conEdizioni Ambiente. È una casa editrice storica, molto conosciuta per chi vive il mondo dell’ecologia e conosce i suoi protagonisti, e il suo presidente ha contribuito alla nascita del nostro quotidiano. Si chiama Roberto Coizet. I libri che pubblicaEdizioni Ambientenon sempre li trovi in libreria, ma li puoi ordinare online: quando li compri sai che avrai un mano un documento “pensato” e prezioso. Un esempio per tutti, il rapporto sulleEcomafiecosì come i libri di autori comeFederico Buteraed Enrico Caserini, entrambi docenti universitari notissimi, e ottimi divulgatori. Tra i testi più interessanti di quest’anno mi è capitato tra le mani quella che Thomas Piketty – economista francese specializzato in disuguaglianze – ha definito comeuna lettura essenziale. Titolo:Una terra per tutti. In occasione dellagiornata internazionale dedicata alla Terranon potevo esimermi. Anche perché “una terra per tutti” più che un libro è un progetto: è stato scritto da economisti, scienziati e attivisti che – sotto il cappello diEarth4All- lavorano insieme per sviluppare proposte positive per il Pianeta. E questo è già qualcosa visto che spesso, chi scrive di ecologia e di ambiente non riesce a raccogliere consensi intorno a prospettive positive, che scaldino il cuore e ci permettano di pensarci “vincitori e vincitrici” in questo complesso momento di transizione. Ebbene, questo collettivo di menti internazionali – tante associazioni si sono unite per creare una visione comune,Club of Rome,Potsdam Institute for Climate Impact Research,Stockholm Resilience CentreeNorwegian Business School-ha messo “a terra” un piano straordinario per cambiare il mondo. E non è un progetto di attivismo alla Greta Thunberg. È un progetto di economisti alla Azzurra Rinaldi. Parte dalla considerazione chesiamo ancora in tempo per cambiare rotta, e per farlo bisogna cominciare a immaginare un’economia che sia al servizio degli esseri umanie non della finanza. Un’economia che salvaguardi i beni comuni e che sia votata alla condivisione e all’inclusione, prima che alla remunerazione del capitale. E – bada bene – questa non è una visione politica. È una visione incentrata sul Prodotto Interno Lordo, che prevede una crescita della ricchezza dei Paesi: una crescita che metta al centro del discorso la natura. Sembra impossibile, forse, ma ormai i nodi sono venuti al pettine, e secondoEarth4Allla situazione non è così tragica come siamo soliti immaginarla, e soprattutto, a fronte di un insieme di azioni da condividere, la Terra ce la può fare. Tanto che questi cervelloni, al termine del libro, hanno pubblicato un “prontuario” per la politica che vorrei condividere paro paro per spiegare come – nella pratica – si possa mettere in atto un cambiamento di sistema.Sono 15 raccomandazioni politicheincentrate sul cambiamento del sistema economico delle Nazioni.Milestonesche immagino i grandi della Terra potrebbero sottoscrivere nel prossimo Cop di Dubai. Povertà 1//Occorre consentire al Fondo monetario internazionale di effettuarestanziamenti di oltre 1 trilione all’annonei Paesi a basso reddito per sviluppare i lavori verdi, creando investimenti attraverso i cosiddetti Diritti Speciali di Prelievo. 2// Cancelliamo tutti i debitidei Paesi a basso reddito (con reddito pro capite inferiore a 10.000 dollari). 3// Proteggiamo le industrie nascentinei Paesi più poveri e promuoviamo lo sviluppo del commercio “da sud a sud”, ossia tra questi stessi Paesi. Migliorare l’accesso alle energie rinnovabilie ai servizi sanitari, rimuovendo gli ostacoli al trasferimento di tecnologia, compresi i vincoli di proprietà intellettuale. Disuguaglianza 4// Aumentiamo le tasse sul 10% più riccodelle società fino a quando la quota di reddito nazionale posseduta non scenderà sotto il 40% del reddito nazionale. Il mondo ha bisogno di una forte tassazione progressiva; bloccare le scappatoie fiscali internazionali è essenziale per affrontare i destabilizzanti livelli di disuguaglianza e il “consumo di lusso” di carbonio e di biosfera. 5//Creiamo un nuovo sistema di leggi per rafforzare idiritti dei lavoratori. In un momento di profonda trasformazione, hanno bisogno di protezione economica. 6//Introduciamo iCitizens Fundper dare a tutti i cittadini una giusta quota del reddito nazionale, della ricchezza e dei beni comuni globali, attraverso schemi di commissioni e dividendi. Equità di genere 7//Forniamoaccesso all’istruzionea tutte leragazzee ledonne. 8//Raggiungiamo l’equità di genere neiposti di lavoroe nellaleadership. Cibo 10//Emaniamo nuove norme perridurre la perdita e lo spreco di cibo. 11//Aumentiamo gli incentivi economici per l’agricoltura rigenerativae per l’intensificazione sostenibile. 12//Promuoviamodiete saneche rispettino i confini planetari. Energia 13//Eliminiamo immediatamente icombustibili fossilie aumentiamo l’efficienza energetica. Triplichiamo gli investimenti nelle energie rinnovabili per arrivare ad almeno un trilione all’anno 15// Investiamo nell’accumulo dienergia su larga scala. Gli autori di Earth4All sono convinti che il mondo e noi, tutti insieme,siamo ormai prossimi a un punto di svolta. Mettendo insieme e chiamando ad allinearsi su un progetto comune quelle che definiscono le 4 forze del Pianeta –i movimenti sociali, una nuova logica economica, lo sviluppo tecnologico e l’azione politica– sono convinti che le cose potranno cambiare, e che in questo modo potremo – insieme – godere di circoli virtuosi autoalimentati:una vera Terra per tutti. E infatti tutto il libro è permeato di svolte: la svolta della disuguaglianza, la svolta dell’emancipazione, la svolta alimentare, la svolta energetica, la svolta economica. Peraltro, sembrano tutte parte del progetto editoriale del nostro giornale! Insomma, anche se in Italia la situazione Pnrr e transizione sembra stagnante, è vero che a livello globale i politici un po’ si son svegliati. Grazie a chi? Beh, grazie ai tanti vituperati movimenti giovanili, alla nuova logica economica e anche alle ultime terrificanti scoperte tecnologiche. La maggior parte delle principali economie s’è impegnata a raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050 (purtroppo nel 2060 e 2070 nel caso di Cina e India). Alcuni Paesi stanno abbracciando le economie del benessere: Finlandia, Islanda, Nuova Zelanda, Scozia e Galles. IlGreen Dealeuropeo promette unatransizione verde verso un futuro a zero emissioni di carbonio. Paesi come la Spagna stanno investendo nella protezione dei lavoratori nel settore del carbone, per aiutarli a riqualificarsi durante il periodo di transizione. Anche gli Stati Uniti stanno cambiando rotta. Quindi, dai,15 passi.Politici di tutto il mondo, unitevi intorno alla Terra!