Petizioni e cambi idea: l’orsa Jj4 ha una chance di essere salvata

Petizioni e cambi idea: l’orsa Jj4 ha una chance di essere salvata

 

Quello che all’apparenza sembrava un destino inevitabile, tra protocolli e prese di posizione nette della Provincia autonoma di Trento, sta profondamente cambiando grazie all’opinione pubblica, appelli, petizioni e alle parole dei familiari diAndrea Papi, il runner ucciso dall’orsaJj4. C’è infatti sempre più probabilità che, prima della sentenza del Tar prevista per l’11 maggio, l’orsa(anche nota come Gaia)venga trasferita e salvata da un possibile abbattimento. LaLav, che ha fatto ricorso al tribunale amministrativo contro l’uccisione, ha già individuato un paio distrutture in Germania e in Giordaniaper ospitare il plantigrado, ma non è detto che vengano valutate idonee. La possibilità che l’animale vengasalvato e trasferitodal recinto del Casteller in cui è rinchiuso si legge con chiarezza anche nellagiravolta delle dichiarazioni del ministro dell’AmbienteGilberto PichettoFratinche prima ha parlato di abbattimento “come da parereIspra” e poi, dopo ore e ore di dibattito infiammato sui social, ma anche e soprattutto dopo le parole della famiglia della vittima (con madre e padre di Andrea Papi che hanno dichiarato di non volere “vendetta” e nemmeno la morte dell’orso),sembra aver cambiato idea. Ai microfoni diRadio Anch’Io,il ministro si è sbilanciato spiegando che«da qui all’11 maggio stiamo cercando anche delle soluzioni di trasferimento»e alla domanda “se la sente di dire che non ucciderete l’orsa?” ha risposto: «io me la sento abbastanza di dirlo.Spero che si riesca a dare una soluzione di trasferimento da qualche parte. Dobbiamo trovare il luogo dove portare l’orsa» perché «non diamo una soluzione abbattendola». Una scelta, quella deltrasferimento, rimbalzata nelle mani del presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che, nonostante la volontà di abbattere l’animale, si trova ora davanti al complessoimpegno di trasferire numerosi orsi(si parla di oltre 70)in altre aree perché in quella trentina, secondo gli esperti, la presenza degli animali (cresciuti per numero grazie al progettoLife Ursus), sarebbe ormai fuori controllo. Fugatti, che comunque insiste su un possibile abbattimento, spiega che «il problema è chesul nostro territorio ci sono degli orsi in abbondanzarispetto a quello che ilPacobace(il protocollo scientifico,ndr) prevedeva. IlPacobaceprevedeva una cinquantina di orsi che si sarebbero poi dispersi sull’arco alpino. Oggine abbiamo 100e anche di più e sono tutti sul territorio trentino e questi stanno compromettendo l’equilibrio uomo-animale,mettendo in difficoltà le comunità di montagnache non riescono a convivere con questo numero di animali». Nel frattempo, però, con denunce di vario tipo, disperati appelli sia tra i “pro abbattimento” che tra coloro che vogliono salvare l’orsa,la pressione affinché sia trasferita e non abbattuta è sempre più forte. SuChange.orgsono state lanciate piùpetizioni: tra queste, quelladell’Oipa di Trento,che chiede la protezione dell’orso,ha raggiunto quasi 300.000 firme;un’altra con lo stesso scopo oltre 50.000 e una terza circa 120.000 firme, per un totale chesfiora 500.000. Numeri elevati anche per diverse lettere-appello proposte in rete e rilanciate sui social, mentre la Lega di Salvini ha portato avanti una sorta di petizione che chiede la “riduzione del numero di orsi”, appena lanciata. “Parte oggi la nuova raccolta firme con cui chiediamo lariduzione del numero di orsi in Trentinoe un’apertura a livello nazionale sull’utilizzo dello spray anti-orso” ha spiegato in una nota il commissario della Lega Salvini Trentino,Diego Binelli:il numero delle firme non è ancora conosciuto. A prevalere restano comunque le migliaia meme, appelli e post che chiedono, per la maggior parte (in maniera emozionale), la salvezza dell’orso. L’aspetto più importante che rimarca una certafiducia nell’evitare l’abbattimento, oltre alle nuove posizioni del ministro, resta però il fatto che anche nel tanto citato protocolloPacobace(Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno delle Alpi Centro-orientale) ci siano indicazioni sulla possibilità di un eventuale trasferimento. La chiave ora sarà capire se questo sarà possibile o meno, a spese di chi, e soprattutto se creerà un precedente, dato che secondo la Provincia autonoma di Trento molto probabilmente, come prevenzione per evitare altri conflitti, sarannoquasi 70 gli orsi da spostare. Non certo un’operazione semplice.