Io sto dalla parte dell’uomo nero

Ma quanto inchiostro è stato sprecato in questi 2 giorni percommentare lavignetta di Natangelo su Arianna Melonipubblicata daIl fatto quotidiano? Talmente tanto da rendere il vignettista uneroe della libertà di espressionee il successore al trono di Vauro. Gli abbiamo datoextra visibilitàe regalato unposto nell’Olimpo della satira libera a tutti i costi.Perché sì, come è giusto che sia, la libertà di stampa e di espressione sono garantite dalla Costituzione Italiana, e questo vale anche per la critica sui contenuti stessi della vignetta, che qualche riflessione (oltre la dialettica e la propaganda politica) l’hanno indotta anche nel meno esperto dei commentatori. La vignetta fa sintesi sul “caso Lollobrigida”, se così vogliamo chiamarlo, che vede il Ministro al centro di un cortocircuito mediatico per le sue dichiarazioni relative alla “sostituzione etnica”, proprio nei giorni in cui l’Istatcomunica idati drammatici sulla nativitàin Italia, al minimo storico nel 2022. Natangelo sceglie di rendere protagonista del suo disegno lamoglie del Ministro, Arianna Meloni,invece che il diretto interessato,mentre è intenta a condividere un letto con un ignoto uomo nero. In risposta ai commenti e alle polemiche suscitate, oggi Natangelo ha pubblicato la suaVignetta riparatoriatornando sullo stesso tema del “desiderio” erotico nei confronti dell’uomo nero che Arianna Meloni incarnerebbe in quanto donna bianca. Sempre sull’argomento, qualche giorno fa aveva pubblicato un’altra vignetta intitolataIl piano Lollobrigida per incentivare le nascitain cui rappresentava il ministro di spalle intento a tirarsi giù la zip dei pantaloni mirando a una coppietta su un divano. Insomma, a mettere insieme i pezzi, sembra proprio che l’erede di Vauro, malgrado la sua giovane età (classe 1985), attinga da un immaginario non solostereotipato, ma soprattutto superato. In cui l’uomo inseminatore è un figo e la donna adultera sogna ancora l’amante esotico. Vera vittima di tutto questo teatrino è l’uomo nero, chiamato in causa in quanto uomo del desiderio. Ecco, a vederla da quest’angolazione,io sto dalla sua parte, dalla parte dell’uomo nero, ridotto a uomo-oggetto. Le vignette di Natangelo rientrano in un racconto della politica ormai degradata che risponde al concetto del “vale tutto”, senza etica e rispetto per chi nelle faccende politiche non rientra direttamente, che attinge a piene mani nei luoghi comuni e sempre meno nel merito delle questioni politiche. Una narrazione prodotta spesso dapenne e matite in mano auomini,che riportano la loro visione maschilista del mondo. Sembra di vederlo Natangelo mentre illustra la sua idea per la vignetta in una riunione di redazione con direttore, caporedattore e caposervizio (quasi tutti maschi in Italia) che, come in uno spogliatoio alla fine di una partita di calcetto, sghignazzano tra di loro dando della donna di facili costumi alla moglie dell’arbitro per attaccare l’arbitro stesso, perché secondo loro offendere X per attaccare Y è giusto e legittimo. Dai Natangelo, da te ci aspettavamo qualcosa di meglio. Un posto nell’Olimpo va meritato.