Agricoltori e allevatori contestano i piani verdi europei

Agricoltori e allevatori contestano i piani verdi europei

 

Lesoluzioni proposte dallaCommissione Europeaper accelerare ilGreen Dealstanno incontrando proteste eresistenze da parte di molti agricoltorie allevatori europei. Il piano per rendere eco-sostenibile il settore agroalimentare,Farm to Fork strategy, viene accusato di essereeconomicamente insostenibile,con tempistiche burocratiche troppo veloci e inadatte per i settori agricoli delle nazioni dell’Unione Europea. L’opposizionemanifestata dagliimprenditori del settore agricoloha portato ilGoverno olandesea metterein pausail programma perchiudere alcune fattorieperridurre le emissioni di protossido di azoto, specialmente dopo lavittoria elettorale,a marzo, del nuovo partitoFarmer Citizen Movement(Bbb), che ha contestato duramente le politiche governative ispirate dalle soluzioni comunitarie. A gennaio,16 ministri dell’agricoltura europeihanno firmato unalettera per criticare le soluzioniproposte dagli organi Ue, rivendicando un ruolo maggiore nel processo decisionale: «Al momento abbiamo una situazione in cui le decisioni e gli argomenti che riguardano l’agricoltura sono discussi in varie formazioni del Consiglio dell’Ue, ma alla fine vengono prese decisioni senza le competenze in materia di agricoltura e silvicoltura» hadichiaratoil ministro dell’Agricoltura austriaco Norbert Totschnig. La strategia europeaFarm to Forkprevede, entro la fine del decennio, lariduzione dell’uso dei pesticidi del 50%,dei fertilizzanti del 20%,del 50% delle vendite di antimicrobici per animali da allevamento e in acquacoltura,l’aumentodella quantità di terreno dedicato all’agricoltura biologica(fino al 25% rispetto al 9,1% del 2020) e una serie di misure minori pertutelare la biodiversità. «La Commissione è convinta che la transizione verso un settore agricolo resiliente e sostenibile, in linea con ilGreen Dealeuropeo e le sue strategieFarm to Forke sulla biodiversità, sia fondamentale per la sicurezza alimentare» ha affermato il portavoce della presidente Ursula Von der Leyen, Eric Mamer. Le tempistiche stringenti del pacchetto europeo hanno messoin allarmeil settore agroalimentare, preoccupato dell’impatto economico di queste misure, che si andrebbe a sommare all’inflazione, alla crisi energetica in corso e alle conseguenze prodotte dalla guerra in Ucraina, che hanno comportato un taglio ai sussidi comunitari previsti dallaCommon Agricultural Policy. «È il numero di politiche che li colpiscono contemporaneamente.Dobbiamo rallentare.Sentono che il loro intero modo di vivere è sotto attacco» ha denunciato l’europarlamentare belga Tom Vandenkendelaere, mentre il Commissario europeo per l’Ambiente e la Pesca, Virginijus Sinkevičius, ha voluto rassicurare il settore: «Per me è molto importante capire che quelle proposte ambientalinon vadano mai contro l’azienda agricola.È un cambiamento significativo per i nostri agricoltori, ma inevitabilmente dovranno far parte della soluzione. Forse non accadrà dall’oggi al domani». I piccoli produttori temono chele politiche “green” imposte dagli organi Bruxellesfavoriscano i grandi consorzi,che hanno maggiore possibilità economiche di attuare rapidamente le richieste della Commissione. Il numero di aziende agricole è diminuito di un terzo dal 2005, con un aumento dei grossi produttori, mentre il salario di un piccolo lavoratore agricolo è rimasto a livelli considerevolmente bassi, intorno ai 20.000 euro all’anno.