Usa: i bambini non sanno leggere. Educatori e genitori protestano

Immaginiamo l’orgoglio di un genitore che vede suo figlio prendere in mano un libro e leggere le sue prime parole in modo fluido e senza intoppi. Ecco: negliStati Uniti,dovemoltissimi bambini hanno difficoltà di lettura, è sempre più raro. Quasi1 bimbo americano su 3 non è capace di superare un testdi livello base secondo iparametridel principale esame nazionale. E i risultati sono ancorapeggiori per i minori neri e nativi americani: il 50% continua ad avere capacità di lettura al di sotto del livello base nelle classi corrispondenti alla nostra terza media. Benché il problema è noto da tempo, solo di recente si è strutturato un vero e propriomovimento di protesteriguardo l’insegnamento della lettura nelle scuole,che riunisce genitori di bambini dislessici e incapaci di leggere, attivisti per i diritti civili, educatori e politici di diversi schieramenti che vogliono cambiare il sistema. Come riportato dalNew York Times, lecritichecolpiscono tutti quelli che sono ritenutiresponsabili di come i bambini (non) imparano a leggere: i distretti scolastici, gli editori di testi didattici, i guru dei metodi di apprendimento della lettura e i college dove si formano i futuri insegnanti. Le ricerche scientifiche dimostrano che la maggior parte dei bambini ha bisogno di metodi diinsegnamento foneticoper imparare a leggere, che consentono di capire come le parole siano costituite da elementi o unità foniche e che c’è corrispondenza tra queste stesse unità e le loro rappresentazioni grafiche o grafemi. I moti di proteste, sotto lo slogan“la scienza della lettura”, vogliono appunto promuovere l’adozione di queste tecniche nei piani di studiodegli istituti americani, dove per anni sono state soppiantate da metodi alternativi. La storia raccontata nel podcastSold a Story,a ottobre 2022, ha amplificato le voci di chi da anni protestava contro il sistema educativo. La giornalista diAmerican Public MediaEmily Hanfordha spiegato nella serie in più episodi comefamosi esperti di scienze dell’educazionehanno fatto sì che un’intera generazione di studentinon imparasse a leggerea causa di unmetodoche gli scienziati cognitivi avevano definitoerratogià diversi decenni prima. Il podcast ha raggiunto quasi 5 milioni di download. La principaleideatrice delle teorie contestate è Lucy Calkins,professoressa delTeachers College, Columbia University, oggi una delle persone più influenti nell’ambito dell’istruzione elementare americana. I suoi ammiratori considerano i suoi libri come bibbie e le strategie di lettura da lei promosse sono state a lungo dominanti nella gran parte degli istituti scolastici del Paese. Al centro delprogrammadi lettura delTeachers College, che si basa sulla cosiddetta“Balanced” literacy, c’è l’idea chei bambini possano imparare a leggere in modo naturaletramite l’ascolto in classe di testi di letteratura per l’infanzialetti dall’insegnante, e dedicando diverse ore alla pratica (in solitaria) a casa. L’attenzione non è tanto su come scandire le parole che formano il testo scritto, quanto sullacomprensione delle storie, dei personaggi e della trama. Un approccio spesso utilizzato in questi corsi è quello che stimola i bambini aindovinare le parole dalle immagini o dal contesto associato(Three-cueing). Con l’aumentare degli studi scientifici a supporto della fonetica e del più ampio concetto di “scienza della lettura”, persinoLucy Calkinslo scorso anno ha deciso diriscrivereil suo programma di studio,introducendo ogni giorno alcune ore dedicate in classe all’insegnamento strutturato di queste tecniche. Secondo ilNyt, l’accademica avrebbe, comunque, dichiarato che: «Ridurre l’insegnamento della lettura a nient’altro che la fonetica significa fraintendere cos’è la lettura e cos’è l’apprendimento». Negli anni passati leistituzioni non hanno fatto abbastanza per cambiare i programmi di lettura nelle scuole.Un primo intervento (fallito) era stato messo in atto durante la presidenza diGeorge W. Bushcon l’approvazione nel 2001 dell’iniziativaReading First, pensata per promuovere i metodi educativi supportati dalla comunità scientifica nelle scuole finanziate dal progetto. Negli ultimi10 anni,più della metà degli Stati ha approvato leggi per incoraggiare la scienza della letturanelle scuole come strategia raccomandata a livello nazionale. Gli ultimi interventi di questo tipo sono stati fatti inCaliforniae inGeorgia. Ma senza alcun obbligo di utilizzare questo metodo, gli istituti sono rimasti liberi discegliere singolarmente il proprio programma. Solo pochi Stati, come l’Arkansase laLouisiana, hanno introdotto ildivieto per le scuole di usare programmi basati sulThree-cueing. In questa direzione vuole andare anche il Governatore dell’Ohio,Mike DeWine, che ha presentato una proposta di legge il mese scorso pervietare l’utilizzonelle scuole di qualsiasi metododiverso dalla scienza della lettura. Sotto la forte pressione delle proteste in corso, diversi distretti scolastici in tutto il Paese stanno archiviando i loro vecchi programmi di lettura perlasciare spazio alla fonetica. Persino nella città diNew York, dove nel 2019 quasi la metà delle scuole elementari pubbliche usava il metodo creato da Lucy Calkins, qualcosa sta cambiando: all’inizio di quest’anno, il dipartimento dell’istruzione della città ha imposto alle scuole diintegrare con un programma di foneticail piano di insegnamento della lettura nelle classi di bambini dai 5 agli 8 anni, supportando gli insegnanti anche con corsi di formazione specifici. Ci vorrà tempo perché le scuole si adeguino a programmi di studio più completi ed efficaci. Innanzitutto, non c’è ancora un piano di studi consolidato a livello accademico per insegnare la scienza della lettura e i vecchi libri di testo dovranno essere sostituiti con manuali adeguati. Insieme alla fonetica, bisognerà dare importanza anche allosviluppo di un buon vocabolario e di conoscenzeriguardo i contesti di fondo per una vera comprensione del testo. Oltre a ciò, bisogna tenere conto che negli scarsi risultati scolastici ha sempre un peso il contesto sociale di provenienza e che alcuni studenti hanno bisogni educativi che richiedono un’attenzione diversa.