Roma: il Teatro Manzoni ci fa rivivere Pippa Bacca

«Pippa Bacca è una donna dei nostri giorni, ma in fondo c’è sempre stata. O meglio,c’è sempre stata nella Storia una donna come Pippa Bacca».A dirlo, Michele Di Sivo, poco prima che il sipario si apra. Sul palco, poi, compareuna ragazza vestita di bianco, con un velo trattenuto sul capo da un cerchietto di fiori, bianchi anche quelli. «L’idea mi venne al matrimonio di mia cugina.Unabitoda sposa al contrario.Un vestito da indossare non una volta soltanto, non per un’occasione irripetibile,ma tutti i giorni in un viaggio speciale, attraverso Paesi in guerra, incontrando popoli e persone in sofferenza o in difficoltà». La vicenda dell’artista milanese, ecologista e attivista, morta tragicamente nel 2008, è stata rievocata ieri al Teatro Manzoni di Roma conMi sorprendo alle stelle – la vera storia di Pippa Bacca. Durante la performance itineranteBrides on tour, con cui si proponeva di attraversare in autostop e in abito nuziale, insieme all’amica e alla collega Silvia Moro, ben 11 Paesi teatro di conflitti armati per portare un messaggio di pace e fiducia reciproca, l’artista Pippa Bacca (pseudonimo diGiuseppina Pasqualino di Marineo)muore tragicamente,violentata e uccisaa Gebze, in Turchia, da un uomo che le aveva dato un passaggio. C’è qualcosa di sacro e sconvolgente nel suo viaggio e in generale nella sua vita, distrutta e profanata prima del tempo. La si può conoscere già, oppure la si può apprendere sul momento, poco importa: in entrambi i casi si rimane inchiodati sul sedile, immersi nell’oscurità del teatro, risucchiati dalle immagini che scorrono proiettate sul telo, dalle parole degli attori, dai ricordi vividi e teneri della madre e delle sorelle. Lo spettacolo,scritto e diretto da Fabrizio Oliverioconla supervisione artistica di Silvio Giordani, andato in scena ieri mercoledì 19 aprile, è un’ibridazione: i monologhi diPippa Bacca, a cui dà voceClaudia Portalee del suo assassinoMurat Karataş, interpretato daGiuseppe Renzosi alternano afilmati tratti dal documentarioSono innamorato di Pippa Baccadiretto da Simone Manettie alla preziosa, toccante testimonianza di Rosalia Pasqualino di Marineo, sorella maggiore dell’artista e parte attiva nella rappresentazione teatrale. «Per noi, specialmente per Pippa, l’autostop è sempre stato un modo del tutto naturale di spostarsi.Da piccole, mamma comperò un furgoncino per i nostri viaggi: lo dipingemmo di tutti i colori e lo ribattezzammo col nome di “Arlecchino”. Quando, dopo diversi anni si ruppe, mamma lo prese come una sorta di segno, che da quel momento in poi avremmo dovuto viaggiare a piedi, con lo zaino in spalla. Un’estate percorremmo il cammino di Santiago e al ritorno facemmo l’autostop» racconta Rosalia, vestita di verde, proprio come Pippa che «un giorno decise che si sarebbe vestita sempre e unicamente diverde». Unarappresentazione che si inserisce nell’ambito della serie teatraleNascoste,storie perse tra le pagine del tempoa cura di Michele Di Sivo, Emanuela Lucchetti e Fabrizio Oliverio, che vede protagoniste figure storiche meno conosciute, spesso dimenticate, ma in qualche modoeroiche e universali. Vite e racconti contraddistinti da emancipazione e resistenza, persi nella memoria del tempo,vissuti di donne non viste, in un certo senso“nascoste”e per questoriscoperte. La rassegna prevede incontri dedicati aMargherita Sarfatti, scrittrice, giornalista e critica d’arte,Isabella De’ Medici, principessa del Rinascimento dall’esistenza luminosa e dalla caduta rovinosa; ma ancheBellezza Orsini, accusata di stregoneria, processata, torturata e uccisa nella Rocca di Fiano Romano eUrsula Hirshmann,testimone e custode delle prime bozze del Manifesto di Ventotone (arrotolate nelle sigarette e cucite con cura nella gonna per portarle dall’isola al continente) e di una prima idea di Europa. La vicenda di Pippa Bacca approda a teatro grazie all’incontro delCentro Teatrale Artigiano,diretto da Pietro Longhi con il master Esperto in Comunicazione Storica dell’Università Roma Tre. Il progetto si avvale anche della collaborazione dell’AssociazioneE io ci sto,attiva nel campo dell’arte e della cultura. «La storia di Pippa Bacca – spiega il regista Fabrizio Oliverio – ha l’urgenza e la necessità di essereraccontata a un pubblico giovane e non,per far sì che l’arte e la fiducia nel prossimo non cessino e non vengano soffocati nel peso dell’indifferenza e del tempo. Ciò che probabilmente voleva fare Pippa Bacca èraccogliere la voce viva della generosità, l’originale della bontà, del coraggio, raccogliere le testimonianze di un’affermazione potente che trova spazio ed espressione in eventi minuscoli».