Matrimoni Usa: sempre più donne guadagnano quanto gli uomini

Nellecoppie sposate, sempre più donneguadagnanoquanto il marito. Anche se nei matrimoni l’uomoè ancora largamente ilprincipale percettore di reddito della famiglia,la percentuale didonne che guadagnano quanto il proprio compagno(o più di lui) è praticamentetriplicatanegli ultimi 50 anni. Questo è il risultato del nuovostudiodelPew Research Center,che si è concentrato sull’analisi dei matrimoni tracoppie eterosessuali negli Stati Uniti:il centro di ricerca ha scoperto che oggi, nel29%di queste unioni,entrambi i coniugi hanno lo stesso reddito, circa 60.000 dollari in media ciascuno. Il tradizionale modello di organizzazione del lavoro nelle società di stampo patriarcale, come quella americana, ha visto per molto tempo contrapposto l’uomo -breadwinner, con il compito provvedere al reddito familiare, alladonna -caregiver,occupata nel lavoro non retribuito di cura della casa e della famiglia. La separazione dei ruoli può avere contorni più o meno netti, come nei casi in cui ladonnasvolge unlavoro fuori casa part-time,e si sfuma quasi del tutto nelmodellodual earner,in cuientrambi i partner hanno un lavoro retribuitoe sidistribuiscono le responsabilità domestichenel modo più equo possibile. Quello che non stupisce nello studio pubblicato dalPew Research Centerè che, nonostante i passi avanti nella carriera lavorativa e nei guadagni delle donne, anche neimatrimoni egualitaridal punto di vista economico “il modo in cui le coppie si suddividono il tempo tra lavoro pagato e vita domestica rimanesquilibrato– si legge nel documento –Le donne si assumono un carico maggiore nelle faccende domestichee nella cura dei figli, mentre gli uomini dedicano più tempo al lavoro e al tempo libero”. In particolare, per il tempo dedicato agli svaghi e alrelax, gliuominiavrebbero a disposizione3,5 ore in più alla settimanarispetto alle loro compagne, che invece dedicano in più circa 2 ore alla cura dei figli e 2,5 ore ai lavori domestici settimanalmente. Questo squilibrio si verificaanche nelle famiglie(10%)in cui la donna è la principalebreadwinnerdella casa, con un reddito superiore al 60% del totale del reddito familiare: in media, queste lavoratrici guadagnano 88.000 dollari contro i 35.000 dollari dei loro mariti. I compiti domestici risultano equamente distribuiti solo nei casi rari (6%) in cui soltanto la donna ha un lavoro retribuito e l’uomo non ha guadagni: è solo in queste coppie che l’uomo dedica più tempo della compagna alla cura dei figli. Più frequentemente, però,la donna diventa la principale o unica fonte di reddito familiare quando non ci sono figli nella coppia. Secondo la ricerca, tutto ciò avviene perché la società considera le attività lavorative svolte dagli uomini di maggior valore rispetto a quelle dedicate alla vita in famiglia, cosa che non accade alle donne: i loro compiti, infatti, svolti sul posto di lavoro e a casa, hanno per molti lo stesso valore; a volte, addirittura, vengono giudicate più importanti le cure della casa e dei figli. Circa la metà degli uomini è rimasta ferma al pregiudizio secondo cui è preferibile che un uomo sposato guadagni più di sua moglie. E, di fatto, questa convinzione viene rispecchiata nella prassi perché ancora oggi,nel 55% delle coppie sposate, l’uomo è il principale o unicobreadwinner, con un reddito medio di 96.000 dollari rispetto ai 30.000 della moglie, quando entrambi lavorano. Un dato importante è che i nuclei familiari in cui tutti e 2 i partner lavorano tendono ad avere un reddito superiore dato dalla somma dei loro guadagni (tra i 145.000 e i 155.000 dollari) rispetto alle famiglie monoreddito che si fermano sui 75.000 dollari. Per quanto riguarda le famiglie con figli, lo studio ha evidenziato che larga parte degli americani (77%) ritiene che sia meglio per il benessere e la crescita dei bambinise entrambi i genitori si concentrano allo stesso modo sulla carriera e sullacuradei figli;solo il19%è convinto che i figli crescano meglio quando viene applicato ilclassico modello patriarcaledella madre che si occupa della casa e del padre che pensa al lavoro. Se guardiamo all’Italia,la parità nell’ambito della distribuzione dei ruoli di cura e lavoro è ancora lontana. Il Belpaese, infatti, è caratterizzato datassi di occupazione femminile molto inferiori a quelli maschili:stando ai datiIstatdi novembre 2022, le donne occupate tra i 15 e i 64 anni sono il 51% contro il 69% degli uomini, con cifre ancora più basse al Sud rispetto al Nord. Tra le donne è diffuso illavoro part-time involontarioe la possibilità di trovare o mantenere un posto di lavoro è fortemente condizionata dalla necessità di prendersi cura di un figlio: sempre secondo le rilevazioniIstatdel 2022,“le donne tra i 25 e i 49 anni sono occupate nel 73,9% dei casi se non hanno figli,mentre lo sono nel 53,9% se hanno almeno un figlio di età inferiore ai 6 anni. La situazione di maggior difficoltà rimane comunque nel Mezzogiorno, dove lavora solo il 35,3% delle donne con figli piccoli”. È così che nelle famiglie italiane il lavoro di organizzazione della casa e dei figli continua a ricadere soprattutto sulle donne. Secondo lostudiodedicato al gender gap nell’utilizzo del tempo delle famiglie italiane, pubblicato suItalian Economic Journal,le madri con figli piccoli che lavorano a tempo pienodedicano allavoro remunerato e a quello casalingodi cura dei figli e della casa in media11 ore alla settimana in più del marito. Godono diquasi 10 ore in meno di svago. Le donne sembrano farsi carico automaticamente di questi compiti, complice unpregiudizio sociale e culturaleche fatica a liberare la donna dal suo vecchio ruolo dicaregiver.