La storia del gatto Simon, che celebra la CO2

 

Può un fumetto che ha per protagonista un gatto far sì che alcune persone siano cacciate da un convegno per insegnanti di scienze? Beh, se il gattino protagonistapromuove negazionismo climatico e promuove l’utilizzo dei combustibili fossili, sì. La storia arriva dagli Stati Uniti, e con più precisione da Atalanta, dove nei giorni scorsi si è svolta una conferenza tenuta e organizzata dallaNation Science Teaching Association. Qui i partecipanti hanno ricevuto dallaCO2 Coalition, un gruppo di negazionisti climatici che rifiuta di credere ai danni provocati all’ambiente dalle emissioni di carbonio,un fumetto intitolatoSimon the Solar-Powered Cat. Inizialmente il protagonista del racconto, un gatto bianco e arancione, sembra chiedere soltanto più cibo, come d’altra parte fanno la maggior parte dei felini domestici. Ma, a pagina 5, ecco la sorpresa: il micio non si nutre di crocchette, ma di anidride carbonica.E così la CO2diventa una “molecola miracolosa” che alimenta la vita sulla Terra e aiuta le piante a trasformare la luce solare in cibo. Sono state 700 le copie distribuite, eGregory Wrightstone, direttore esecutivo dellaCO2 Coalition, ha affermato di essere rimasto stupito della risposta positiva degli insegnanti presenti al convegno, e che i fumetti, nel giro di due giorni, sono andati a ruba. Mal’episodio solleva preoccupazioni tra gli scienziati e gli esperti di educazione, i quali temevano che gli insegnanti potessero diffondere disinformazione tra i loro studenti. Infatti, la maggioranza degli studiosi che si occupano di cambiamenti climatici concordano sul fatto che gli esseri umani stanno contribuendo significativamente al progredire del riscaldamento globale emettendo enormi quantità di anidride carbonica e altri gas serra.Emissioni che, secondo gli scienziati, dobbiamo ridurre per scongiurare conseguenze catastrofiche. A spiegare le preoccupazioni è statoAndrew Dessler, esperto di clima presso laTexas A&M University: «Concentrandosi al 100% su questa idea che le piante hanno bisogno di CO2, stanno intenzionalmente fuorviando le persone evitando i veri problemi dell’anidride carbonica». E in questo senso va lamissiondellaCO2 Coalition, che, a detta sua,vuole informare i responsabili politici e il pubblico “dell’importante contributo apportato dall’anidride carbonica alle nostre vite e all’economia”. Un’associazione, questa, che guarda a caso riceve donazioni e denaro da organizzazioni di estrema destra e donatori che hanno legami con l’industria dei combustibili fossili. Durante la seconda giornata del convegno, però, alcuni funzionari dellaNationa Science Teaching Associationha chiesto ai membri dellaCO2 Coalitiondi interrompere la distribuzione dei loro materiali o di andarsene, e, al loro rifiuto,sono stati cacciati. Lo studio dei cambiamenti climatici nei programmi scolastici Negli Stati Uniti lo studio dei cambiamenti climatici non è certo una novità, ma capita di trovarsi di fronte aapprocci divergenti. Capita infatti di trovarsi di fronte a Stati come il New Jersey che richiede ai propri studenti di conoscere i cambiamenti climatici, oppure ilTexas Board of Educationche, al contrario, chiede che nei libri di testo siano enfatizzati gli effetti “positivi” dei combustibili fossili. Nel 2020, unrapportodelNational Center for Science Educatione ilTexas Freedom Network Education Fundhanno classificato tutti e 50 gli Stati in base ai loro standard sull’insegnamento del cambiamento climatico, valutando quanto hanno aiutato gli studenti a capire che i cambiamenti in questione sono reali, causati dall’uomo e già in atto. 27 dei 50 Stati hanno ottenuto un punteggio B+ o superiore, e 20 C (+ o -), ma ci sono stati anche una D (West Virginia, dove il dibattito è scarso) e una F (Alabama, dove viene minimizzato il fattore umano nei cambiamenti climatici). Per di più, nel mese di marzo ilTexas State Board of Educationha modificato le sue linee guida che, come visto, richiede ai libri di testo scientifici di concentrarsi sugli effetti “positivi” dei combustibili fossili, ignorando completamente il fatto che si tratta di una delle principali cause del riscaldamento globale. IlNew Jersey, rispetto al Texas, va invece controcorrente: nel 2020 è diventato il primo Stato ad adottarestandard di apprendimento che obbligano gli insegnanti e le insegnanti a istruire studenti e studentesse, sin da piccoli, sui cambiamenti climatici, permeando ogni materia a tutti i livelli scolastici. Come? Lo racconta per esempioShanno Falker, insegnante di inglese allaChatham High Schooldi Chatham, che spiega che alcuni studenti del primo anno, per esempio, hanno scritto fiction sul clima o racconti distopici sulle città allagate, mentre altri hanno offerto narrazioni in ottica più positiva sulla transizione nazionale verso le energie rinnovabili. In generale, l’istruzione sul clima sembra essere apprezzata. Secondo un sondaggio condotto nel 2021 dalProgramma sulla comunicazione sui cambiamenti climaticidellaYale University, circa il 77% degli americani è a favore dell’insegnamento, mentre il 22% si dichiara contrario. Un insegnamento che, come spiegaTony Leiserowitz, direttore delProgrammadi Yale, trova avversità in alcuni contesti specifici: «In realtà è una delle politiche più supportate che abbiamo misurato e sia laCO2 Coalitionche i politici conservatori sono in piedi di fronte alla marea dell’opinione pubblica e cercano di trattenerla con un pezzo di cartone». Dunque il cima – per restare in tema – sembra favorevole nonostante da parte di qualche contesto si tenti di costruire un’opposizione, anche facendo ricorso alla diffusione di disinformazione.