Cannabis: la Germania fa un passo avanti. E l’Europa?

InItaliae nella maggior parte deiPaesi Ueil consumo dicannabisnonè considerato un reatoperseguibile, ma l’Unione continua ad avere un approccio conservatore riguardo la sualegalizzazione. InGermania, dove si stima che 4 milioni di adulti fumino erba, a ottobre 2022 il Governo avevapresentato il suo piano per legalizzarla. Di recente, però, Bruxellesha chiestoal Ministro della Sanità tedesco Karl Lauterbach diridimensionarela portata del suo intervento. Il progetto iniziale del Governo di coalizione composto da Spd, Verdi e Liberali fissava illimite del possessopersonale di cannabis a 25 grammie lacoltivazione fino a un massimo di 3 piantein casa. La vendita agli adulti sarebbe, inoltre, dovuta avvenirein negozi specializzatiin tutta la Germania. La Commissione europea ha tuttavia espresso le proprie preoccupazioni e il Governo diBerlinoha presentato un piano Bche prevede una legalizzazione della cannabis in2 fasi, con l’obiettivo di adottare gli interventi entro quest’anno. Il primo passo consente agli adulti diformare club per la coltivazione comunitariacon un massimo di 500 membri; i club possono fornire ai propri partecipanticon più di 21 annifino a50 grammi di cannabis al mesee non più di 25 grammi alla volta. Gli under 21 anni sono invece autorizzati a ricevere un massimo di 30 grammi al mese. Partecipare a questi gruppi, inoltre, consente la coltivazione domestica, fornita dallo stesso club per un massimo di 7 semi o 5 talee al mese. Tra le condizioni previste da questo disegno di legge: i club sono tenuti anominare dei “responsabili della protezione deigiovani, delle dipendenze e della prevenzione”. Unaltro disegno di legge separatodovrebbe poi consentire a un piccolonumero di negozi autorizzatiin alcune regioni tedesche selezionate di effettuare la distribuzione commerciale di cannabis. A sostegno di questi interventi, il ministro Lauterbach ha spiegato cheil numero di violazioni della legge sugli stupefacenti in Germania è elevatoe in costante aumento, mentre le impurità e le miscele tossiche nelle sostanze acquistate sul mercato nero rappresentano un serio pericolo. La legalizzazione, ha detto,aiuterebbe invece a fermare il mercato illegalee a proteggere i più giovani. Dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato la rimozione della cannabis dall’elenco degli stupefacenti altamente dannosi per la salute,nel 2020le Nazioni Unite hanno riconosciutole proprietà terapeutiche della cannabis.A livello internazionale, la sua coltivazione, fornitura e il suo possesso dovrebbero essere quindi consentiti perscopi medici e scientifici. In Europa,ilConsiglio dell’Unione europeastabilisceche ciascuno Stato membro provveda apunire: “laproduzione, lafabbricazione, l’estrazione, la preparazione, l’offerta, lacommercializzazione, la distribuzione, la vendita, la consegna a qualsiasi condizione, l’intermediazione, la spedizione, la spedizione in transito, il trasporto, l’importazione o l’esportazione di stupefacenti”. Di fatto, però, l’uso personale di cannabis non è nella maggioranza dei casi sanzionato. Secondo la banca dati delloEuropean Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction(Emcdda), soloin 7 dei 27 paesi Ue(Svezia, Finlandia, Estonia, Francia, Ungheria, Grecia e Cipro) l’utilizzo di cannabis ècriminalizzato, ovvero può portare all’incarcerazione, ma nella pratica le linee guida nazionali lo sconsigliano; in 5 stati Ue (Portogallo, Spagna, Lussemburgo, Lettonia e Lituania) pur non essendo prevista l’incarcerazione, il fatto è comunque ritenuto illegale e perseguibile. “In generale -scrive l’Emcdda- il possesso della droga per uso personale dovrebbe essere un reato, per scoraggiarne l’uso”. Tuttavia, ammette lo stesso centro di monitoraggio europeo, nell’Ue le politiche di depenalizzazione e riduzione del danno attuate dalla fine degli anni ‘90 hanno avuto un impatto meno negativo di quanto si fosse temuto.